domenica 2 novembre 2025

Luoghi dismessi

Mostra personale di Gianni Martia Tessari 

a cura di Enrico Perotto

8 novembre 2025 - 15 marzo 2026
inaugurazione sabato 8 novembre 2025 alle ore 17,00
visitabile venerdì, sabato e domenica dalle ore 15,00 alle ore 17,00

 Centro Civico e Culturale 

via Roma 6 - Rittana 

[dal comunicato stampa ]

Dopo aver esposto in due diverse sedi a Torino alcune opere del medesimo ciclo, Rittana ospita il corpo completo della attuale produzione di Gianni Maria Tessari dedicata ai Luoghi dismessi. Sono lavori costruiti «pittoricamente su immagini fotografiche rettificate» dove l’artista introduce «quei suoi ben riconoscibili glifi, un tipo di scrittura criptica, priva di significato verbale, ma con forti connotazioni simboliche» e ci mostra, come sottolinea nel testo critico del catalogo della mostra Enrico Perotto, «il lato poetico nascosto delle cose abbandonate, lasciate cadere nel disfacimento progressivo e sottoposte all’azione di rioccupazione dell’area da parte dell’ambiente naturale circostante»: luoghi urbani disabitati, vecchi siti industriali, fabbriche dismesse…». «Le opere pittoriche di Tessari si ispirano al concetto della dismissione come un "bivio silenzioso" che segna il passaggio da ciò che è stato a ciò che potrebbe essere. Attraverso le sue creazioni, l'artista esplora come il lasciar andare un oggetto, un'idea o una relazione sia in realtà un processo di purificazione e liberazione, un movimento verso l'evoluzione che fa spazio al nuovo. (…) Come suggerisce l'artista, ogni fine porta con sé i semi di un nuovo inizio. Le opere in mostra sono una celebrazione di questo ciclo infinito, un promemoria visivo che anche nelle perdite più dolorose, c'è sempre l'opportunità di ricominciare» (Marcello Corazzini, testo di presentazione della mostra “Luoghi dismessi – altri” di Gianni Maria Tessari, presso la CSA Farm Gallery, 2025 – Torino). «E proprio questa lettura, per il particolare contesto che qui stiamo vivendo, non può non suggerirmi ancora nuove similitudini: i “luoghi dismessi” sono le case e i borghi ormai senza vita, l’abbandono di un intero territorio montano, lo spopolamento che ha svuotato di tante energie vitali intere comunità, un mondo dal destino incerto e per taluni segnato irreversibilmente. Su queste condizioni di abbandono con tutte le sue innegabili fragilità e debolezze si stanno tuttavia innestando nuovi segni che vanno in direzione contraria. Alcuni ritorni, nuove presenze, inedite attività contrastano il processo in atto. Una rinnovata resilienza riscopre i valori di antiche comunità che non vogliono cedere, guardano ad un proprio futuro possibile e creano nuove “opportunità di ricominciare”. Questa è dunque una mostra non solo da vedere ma uno stimolo per pensare e trovare nuove dinamiche di crescita» (G. Doglio nel testo di presentazione della mostra). *** Gianni Maria Tessari (1949) vive tra Torino e Bassano del Grappa. Musicista dal 1961 fino al 1977, in seguito si dedica pienamente all’arte visiva interessandosi allo studio della psicologia della percezione. Lavora essenzialmente su progetti: “Vie Oscure”, “Fabbriche e Cieli”, “Appunti sulla Libertà” e “Luoghi dismessi” sono tra gli ultimi. In molte sue esposizioni si è avvalso della collaborazione di altri artisti, di poeti e musicisti. Ha creato una serie di libri d’artista e ha esposto con il Presidio del Libro e del Libro D’Artista “Verbamanent” di Sannicola (Le). È presente in alcuni Musei e Istituzioni in Italia e all’estero, in particolare nel Majdanek State Museum di Lublin (Polonia). È stato ospitato in numerose gallerie d’arte e altri spazi espositivi sia italiani che stranieri, come a Nova Goriça (Slovenia), Osaka (Japan), Kanazawa (Japan), Tokyo (Japan), Osaka (Japan), Madrid (Spagna), Berlino (Germania), Lublin (Polonia) e Pola (Croazia).




sabato 1 novembre 2025

Fausto Balbo


 Le sale ottocentesche di Palazzo Samone a Cuneo si trasformano in un paesaggio sonoro inedito con SonicWunderkammer, la personale di Fausto Balbo organizzata dall’Associazione Culturale Origami nell’ambito della rassegna Fonorama.

La mostra propone un’immersione nelle sculture sonore dell’artista di Garessio, che abitano gli spazi come presenze vive: dialogano, si contaminano e si attivano al passaggio del visitatore. Ne nasce un ambiente eterogeneo e intimo, una vera e propria “camera delle meraviglie del suono”, dove ascolto e percezione diventano esperienze profonde e multisensoriali.

SonicWunderkammer nasce dal desiderio di partire dal suono per attivare nuove forme di ascolto e di relazione con lo spazio. Le opere di Balbo intrecciano memoria, materia e tecnologia, rivelando una poetica personale in cui la macchina non è più semplice strumento, ma organismo vivo capace di generare emozioni e riflessioni. Il percorso, articolato tra le opere più recenti, invita il visitatore a scoprire il suono nella sua dimensione più intensa e immediata, offrendo uno sguardo originale e poetico sulla tecnologia e sul tempo che scorre.

Fausto Balbo (Garessio, CN, 1970) è un artista che realizza sculture sonore autonome, in cui il suono si manifesta attraverso il movimento di elementi sensibili a forze invisibili. Dopo anni di sperimentazione nella costruzione di strumenti musicali, ha sviluppato una ricerca che unisce arte, tecnologia e materia, dando vita a opere in cui il performer scompare e il suono nasce da processi autonomi. Utilizza materiali di riciclo e retrotecnologia, reinterpretandone la funzione per esplorare ciò che agisce nell’invisibile: vibrazioni, suoni, campi elettromagnetici e impulsi che mettono in moto la scultura. Le sue opere rendono percepibile l’impercettibile, trasformando l’insondabile in esperienza sensoriale e invitando lo spettatore a riflettere sull’equilibrio imperfetto e probabilistico che regola la realtà del tutto.


Ingresso libero

Con il patrocinio del Comune di Cuneo

Con il contributo della Fondazione CRC

Jean Gaumy Baìo e Montagna

Dal 15 novembre 2025 al 25 gennaio 2026 sarà allestita al Museo Mallé di Dronero (CN) la mostra “JEAN GAUMY. Baìo e Montagna”, che propone 44 fotografie donate da Jean Gaumy (Pontaillac, 1948), noto fotografo francese membro dell’Agenzia Magnum e dell’Institut de France (Académie des Beaux Arts).
 
Sabato 15 novembre, alle ore 15.30, Jean Gaumy sarà in mostra per un dialogo sulle fotografie esposte con esperti e rappresentati della Baìo, accompagnati da intermezzi musicali. Nel periodo di apertura della mostra sono previsti inoltre alcuni appuntamenti collaterali.
 
La mostra è promossa da Fondazione CRC e dal Museo Mallé di Dronero - con il patrocinio del Comune di Dronero, del Museo Etnografico di Sampeyre, della Provincia di Cuneo e della Regione Piemonte - nell’ambito del Progetto “Donare”, con il quale la Fondazione accoglie donazioni da parte di privati e le valorizza attivando collaborazioni con istituzioni del territorio. Grazie a testi critici di Fredo Valla, la mostra restituisce e racconta in modo originale il lavoro svolto da Jean Gaumy con alcuni reportage fotografici nelle vallate alpine cuneesi tra il 2003 e il 2017.
 
Nella prima sala sarà possibile ammirare 14 fotografie in bianco e nero delle vallate alpine, mentre nella seconda e nella terza sala saranno esposte 30 fotografie a colori della Baìo con alcuni costumi e video gentilmente concessi dal Museo Storico-Etnografico di Sampeyre.
 
“Per me è una questione di istinto. La fotografia mi porta a scoprire ciò che in fondo non so, ciò che cerco inconsciamente. È un atto immersivo e solitario” dichiara Jean Gaumy“I miei strumenti: l’obbiettivo, l’ascolto, l’osservazione, gli appunti sul taccuino. Spesso la solitudine davanti al vuoto”.
 
“Con questa iniziativa, che nasce nell’ambito del progetto Donare, il prezioso corpus di fotografie di Jean Gaumy viene valorizzato e messo a disposizione della nostra comunità grazie ad una collocazione stabile presso il Museo Mallè di Dronero” aggiunge Mauro Gola, presidente di Fondazione CRC. “Una mostra che diventa occasione per riflettere, attraverso questi scatti, sul valore e sull’eredità culturale e ambientale dei territori montani, che rappresentano un tratto distintivo della nostra provincia”.
 
Il corpus di opere firmate dal fotografo Jean Gaumy, che viene donato in comodato d’uso gratuito al Museo Mallé, trova una coerente e naturale storia su cui depositarsi. Come racconta la direttrice del Museo Mallé, Ivana Mulatero“Le famiglie Mallé-Demichelis e Giordano, nonni di Luigi Mallé, fondatore del museo, amavano, come d’altronde nella moda del tempo, farsi fotografare, e ci hanno lasciato un insieme di documenti di qualità, come sottolinea il repertorio con centinaia di fotografie datate dal 1868 al 1940, conservato nei depositi. Il credito verso il nuovo linguaggio fotografico attesta la precoce consuetudine dei Mallé con quel nuovo mezzo di comunicazione e nel contempo ne rivela il valore e l’importanza da essi accordata alla funzione rappresentativa delle immagini. L’attenzione per il linguaggio della fotografia consolida una identità familiare per immagini, ma, per estensione, rilancia all’intero patrimonio raccolto da Luigi Mallé e donato alla comunità dronerese”.
 
La Baìo è una festa tradizionale che si svolge solitamente ogni cinque anni (la prossima edizione è prevista per il 2028) nel comune di Sampeyre, in Valle Varaita, nella provincia di Cuneo, nelle prime settimane di febbraio. È una delle più importanti e antiche feste tradizionali delle Alpi italiane.
 
Sulla festa del Baìo di Sampeyre Fredo Valla scrive: “Tra le feste popolari dell’arco alpino, la Baìo di Sampeyre, in val Varaita, gode di un’ampia documentazione fotografica. Ogni Baìo nel proprio territorio è sovrana, con propri capi (gli Alum) e i costumi sono simili ma diversi, così come simile, ma diverso, è il cerimoniale del processo al Tesoriere, che chiude la Baìo il giovedì grasso. È interessante tanto per chi vi partecipa, come per chi la osserva da spettatore, scoprire nella Baìo un caleidoscopio di epoche e vicende remote. Il Museo Etnografico di Sampeyre possiede una ricca collezione di foto e cartoline della Baìo a partire dai primi anni del Novecento, e a questi materiali e ad altri di valenti fotografi si aggiungono ora le fotografie di Jean Gaumy,  una selezione delle quali è ora patrimonio del Museo Mallé”.

Jean Gaumy è un noto fotografo nato nell’agosto 1948 a Pontaillac (Charente-Maritime) in Francia. Gaumy studia a Tolosa e Aurillac, prima di intraprendere la scuola di specializzazione in lettere a Rouen.
Dopo aver lavorato per un breve periodo presso l’agenzia Viva, entra a far parte dell’agenzia francese Gamma nel 1973. Nel 1975 riceve un permesso speciale per fotografare liberamente i reparti di un ospedale franceseDa questa lunga esperienza nasce il suo primo libro: “L’Hôpital”L’anno seguente diventa il primo fotoreporter ad essere ammesso nelle carceri francesi.
Entrato in Magnum nel 1977, viaggia per il mondo raccontando attraverso i suoi reportage l’Europa, gli Stati Uniti, l’Africa e il Medio Oriente. Nel 1984 gira il suo primo film documentario, “La Boucane”nominato nel 1986 ai César come miglior documentario, al quale seguono “Jean-Jacques” (1987), “Marcel, Prêtre”(1994) e “Sous-Marin” (2006). Ma è soprattutto grazie ai due libri “Le livre des tempêtes” (Premio Nadar nel 2001) e “Pleine Mer” (Mare Aperto) che Jean Gaumy raggiunge la notorietà internazionale e viene soprannominato il ”fotografo del mare”.
Nel 2016 viene eletto membro dell’Académie des Beaux-Arts dell’Institut de France.
Con “D’après nature”Premio Nadar 2010, il fotografo francese esplora e interpreta dettagli di natura di vari luoghi del pianetadal Circolo Polare Artico alle terre contaminate di Chernobyl , passando infine per le spopolate valli del Piemonte.
 
Jean Gaumy Baìo e Montagna - Al Museo Mallé di Dronero (CN) 44 scatti del fotografo francese membro di Magnum e Institut de France


INFORMAZIONI AL PUBBLICO

 15 Novembre 2025 – 25 Gennaio 2026
Museo Mallé - Dronero (CN)
Via IV Novembre, n. 54
 
Inaugurazione: venerdì 14 novembre, ore 17,30
 
Ingresso libero e gratuito
Giorni di apertura della mostra: venerdì, sabato e domenica dalle ore 15 alle ore 19
Visite guidate la mattina dedicate alle scuole su prenotazione: museo.malle@comune.dronero.cn.it