sabato 26 febbraio 2022

Simone Aimetta : Madonna con bambino




Simone Aimetta, Madonna con Bambino / inchiostri, smalto industriale, gesso su tavola incisa, 50 x 40
 

giovedì 24 febbraio 2022

Doppio ritratto a Palazzo Santa Croce

Cristian Ciamporcero
Elena Franco

Doppio "ritratto"
L'arte come cura

5 marzo - 29 maggio 2022
inaugurazione sabato 5 marzo alle ore 17.30

Palazzo Santa Croce

via Santa Croce 6 - Cuneo








[dal comunicato stampa]

Immagini pluridimensionali che curano

Elena Franco e Cristian Ciamporcero concepiscono insieme la mostra Doppio “ritratto”, l’arte come cura, con un intento che condensa nel termine cura tutte le accezioni che gli sono proprie (sollecitudine, amorevolezza, terapia, rimedio, gestione, governo, vigilanza e molte altre ancora) e le operazioni e manipolazioni con cui queste azioni ed emozioni si realizzano. I due artisti, con le loro opere, offrono i loro pensieri e visioni (reali e immaginari) come pungolo a cercare NOI ORA in noi stessi, negli altri e in possibili prospettive future, quello stare bene esteso all’intera comunità umana e a tutto il pianeta (che ci ospita) considerato nella sua interezza costitutiva. Una prospettiva di affrancamento dal dolore, e da certa “malvagità”, che gli esseri umani operano e subiscono, forse utopica, ma che è bene non perdere mai di “vista”. La loro proposta artistica, ben si compenetra nelle tematiche della manifestazione culturale intitolata “Help” (di cui è parte integrante) organizzata per l’anno in corso dalla associazione grandArte, curata da Giacomo Doglio e Massimiliano Carollo. La cura è chiaramente palese nelle fotografie di Elena Franco. Nelle sue immagini, ritrae parti interne ed esterne di ospedali storici, antichi per la loro potenza evocativa, ben espressa nelle opere dell’artista. Sono immagini che assumono in sé elementi squisitamente umanistici, evidenti sia nella pregevole architettura degli edifici che nelle vedute degli esterni con i loro giardini e orti polifunzionali. “Salto” a piè pari sul Doppio “ritratto”. Il doppio ritratto può essere considerato come una banale ripetizione di un ritratto. Così non è, e diventa chiaro soprattutto osservando le opere di Cristian Ciamporcero: nella sua ricerca di identità, fotografa separatamente i corpi di più persone e separatamente li riplasma amalgamandoli all’immagine di se stesso sovrapposta alle loro. Come ho già scritto in un altro contesto, l’opera di Ciamporcero è una manipolazione “visivo-genetica”; l’artista, con il suo lavoro fotografico, cerca l’identità e l’umanità che gli sono proprie in relazione a quelle degli “altri” (la “malattia” nelle sue opere è presente soprattutto nei suoi soggetti psichiatrici), rivela le contraddizioni del presente nella sua inevitabile trasformazione spazio-temporale. Cerca di fermare, di afferrare una realtà in costante divenire. Ecco una delle saldature tra i lavori  della Franco e di Ciamporcero fondanti l’insieme del progetto espositivo: un tentativo di “fermare” nel presente corpi, sostanze, entità e luoghi del passato per ricostruire, o costruire, ambienti reali e spazi della mente, che siano formati da una più ampia consapevolezza di noi stessi e della nostra storia individuale e sociale. Elena Franco con le sue immagini di ospedali, alcuni  dismessi, sottolinea l’idea di accoglienza, e di cura, che appartiene simbolicamente a questi edifici. Ne rivela la bellezza, anche attraverso le crepe sui muri, senza “nostalgia e retorica” come lei stessa sostiene, cosciente della sofferenza vissuta a causa delle malattie in quei luoghi, e io penso, anche a causa dei molti abusi di potere lì perpetrati. Fotografa con una doppia visione dunque, funzionale al doppio “ritratto”, che troviamo anche nel suo evidenziare come gli esterni fossero spesso adibiti a giardini e orti, utili ai “ricoverati” ma anche alle persone che intorno all’ospedale abitavano e con questo interagivano: vite malate accanto alla “normalità” delle vite sane. Nelle sue opere l’immagine di persone è estremamente parca, ma se ne intuisce l’immanenza che si interfaccia con la “corposità” esuberante presente in molte opere di Ciamporcero: è solo una questione di scelte spazio-temporali diverse. Così, strutture affini a quelle antiche dei muri ospedalieri e dei giardini che li circondavano, in parte ancora li circondano, fotografati dalla Franco, appaiono, anche se in modo minimale, nelle opere di Ciamporcero, nei suoi sfondi fotografici, dove è ugualmente immanente la presenza di un concreto ampio e unificante: nel suo lavoro, spesso bastano nebbiose ombre per creare luoghi parimenti emozionanti. Indipendentemente dalla realtà, dal sogno, dal fantastico e dal tempo in cui sono stati vissuti o immaginati i luoghi e le persone ritratti nelle opere dei due artisti, il potere evocativo delle immagini è, per il nostro futuro, creativamente essenziale! Le virgolette che cingono la parola “ritratto”, altro non sono che una accentuazione codificatrice del termine, che delimita, lettura dopo lettura, l’interpretazione dello stesso. Una persona, una pianta o un fiore, l’espressività di un ambiente, una statua, un singolo muro, la grandiosità di una architettura o di un’automobile, diventano, sommando le molteplici immagini, il “ritratto” intuibile dell’universo infinito, ovvero il “ritratto” della nostra possibile infinita interiorità. Un’altra saldatura tra le opere dei due artisti. In effetti le immagini fotografiche contengono l’oggetto fotografato in una bidimensionalità potenzialmente variabile all’infinito, che può riappropriarsi della sua tridimensionalità, del suo movimento e della sua essenza, nella ri-elaborazione mentale del fruitore delle opere. I due artisti cercano una “cura” usando immagini elastiche, che doni, o rigeneri, la coscienza della nostra appartenenza a una società globale in un unico Mondo globale. L’amalgamarsi negli altri di Cristian Ciamporcero e la “documentazione” di Elena Franco, che sottolinea anche come molti di questi ospedali siano stati attualmente recuperati in funzione culturale, ci offrono in sintesi, lui con una indagine psicologico scientifica, marcatamente introspettiva, lei con un lavoro più “aperto” di ricerca sul rapporto  fra scienza e umanesimo, il contemporaneo medical humanities, una saldatura, un “atto” artistico di speranza nella cura dell’Arte che cura.

Gianni Maria Tessari                                                                                         



Mostra collettiva a Palazzo Samone

CALEIDOSCOPIO

esperienze di artisti che riflettono sul presente
tra natura, tecnologia e visione del futuro

Laura Ambrosi - Ennio Bertrand - Luigi Farina - Marienzo Ferrero - Massimo Ghiotti - 

Margherita Levo Rosenberg - Rudi Punzo - Ornella Rovera - Marina Sasso - Alma Zoppegni 

a cura di Monica Rolfini


5 marzo - 18 aprile 2022

inaugurazione sabato 5 marzo 2022 alle ore 17.30


Palazzo Samone

via Amedeo Rossi 4 - Cuneo


[dal comunicato stampa]

Dieci artisti contraddistinti da linguaggi eterogenei che utilizzando: materia, suoni, movimento, neon, luce riflessa sulle superfici, colore, geometrie e riutilizzo dei materiali, generano sculture e installazioni. Espressioni artistiche motivate dal porre l’attenzione sull’ambiente e la natura, con l’intento di farci cogliere visioni ed esperienze inaspettate. I processi in corso legati alle tematiche ambientali, i cambiamenti climatici, il consumo del suolo, sono raccolti in Caleidoscopio, il titolo di una mostra dalle molteplici caratterizzazioni espressive, ma con un comune sentire rivolto al futuro ed all’ambiente che ci circonda.






venerdì 18 febbraio 2022

Prossimamente Museo geologico della Valle Po

 

Il Parco del Monviso ha disposto il trasferimento a Revello dei reperti mineralogici e del materiale didattico conservati nel Museo del Piropo, che illustrano la storia e l’evoluzione geologica delle valli del Monviso e della valle Po in particolare. L’esposizione, che indaga su “curiosità geologiche” del territorio che non hanno eguali nel mondo, il piropo e la giada o “pietra verde” del Monviso, merita di continuare ad essere fruibile da parte del pubblico. Sarà sviluppata diventando un vero e proprio “Museo geologico della Valle Po” allestito in locali posti in piazza Denina 7, nelle adiacenze dell’ufficio postale di Revello e al piano terra. La nuova collocazione, nello stesso fabbricato del Museo naturalistico del Fiume Po e in locali messi a disposizione per dieci anni, prorogabili, in comodato gratuito all’Ente di Gestione delle Aree Protette del Monviso da parte del Comune di Revello, consentirà una migliore gestione delle strutture didattiche dell’Ente e conseguentemente anche una più ampia possibilità di fruizione da parte del pubblico.

«A Revello andremo a costituire un vero e proprio polo museale e didattico del Parco del Monviso – spiega il presidente Dario Miretti – dedicato al territorio della valle Po e alle sue eccellenze naturalistiche e geologiche. Ringrazio l’amministrazione comunale di Revello per aver collaborato all’individuazione di una soluzione logistica ideale per la realizzazione di questo obiettivo».

Gli interventi di allestimento verranno realizzati nel corso dell’anno in cui il Museo naturalistico del Fiume Po giunge al ventesimo anniversario della sua apertura e porteranno ad una sua significativa valorizzazione. Si ottimizzeranno in questo modo anche le risorse economiche, contenendo i costi di gestione delle strutture in modo da destinare più attenzione all’educazione ambientale mediante la didattica in campo scolastico, vero fiore all’occhiello del Parco del Monviso, e alla promozione verso il pubblico turistico. Le spese di gestione e di manutenzione ordinaria dei locali saranno coperte del Parco del Monviso, mentre rimarranno a carico della proprietà gli interventi di manutenzione straordinaria. È allo studio inoltre lo sviluppo di una sinergia con le associazioni locali, che saranno accolte per le proprie attività periodiche nella sala conferenze del Museo Naturalistico del Fiume Po, dotata di impianto audio-video.

Il Museo del Piropo si trasferisce dalla sua sede originaria di Martiniana Po, dove era stato aperto nel 2008, per il sopraggiunto termine della convenzione con il Comune di Martiniana Po relativa all’uso dei locali, di proprietà di quest’ultimo. Era rimasto chiuso al pubblico dall’autunno 2019, in considerazione delle ridotte dimensioni degli spazi che non garantivano un sufficiente distanziamento tra i visitatori in relazione all’emergenza pandemica. La riapertura al pubblico è prevista per la primavera del 2022.

Il Museo del Piropo ha lo scopo di divulgare al grande pubblico il valore mineralogico di questo sito, raccontando le vicende geologiche che hanno portato alla formazione della Valle Po e dei suoi giacimenti di piropo. Interessanti approfondimenti sono inoltre rivolti ai processi che portano alla formazione dei minerali, grazie anche ad alcuni brevi documentari, capaci di trasmettere le nozioni essenziali in termini semplici e accattivanti.

L’interesse suscitato dal museo travalica i confini territoriali e raggiunge anche un settore specialistico come quello degli insegnanti universitari: si ricorda in tal senso la visita di un gruppo di docenti di Geologia, in maggioranza olandesi e in parte provenienti da Università italiane e dal CNR, che hanno inserito questo museo in un tour tematico del Piemonte organizzato nel corso dello scorso agosto 2021.

giovedì 17 febbraio 2022

Astrattismo contemporaneo a Monforte d'Alba

Sabato 19 febbraio - ore 15.30 

Temporary Forge 

via Guglielmo Marconi 23




[dal comunicato stampa]

"A Monforte d'Alba si incontrano due anime dell'astrattismo contemporaneo"

Il Borgo di Monforte d'Alba è poliedrico, carismatico e affascinante sembra abbia una particolare vocazione a captare le vibrazioni legate all’arte, alla musica, al cinema e a tutto ciò che concerne la creatività.

Sabato 19 febbraio alle ore 15.30 presso la Temporary Forge di via Guglielmo Marconi 23, alla presenza del sindaco Livio Genesio, l'artista Andrés Avré ospiterà  la collega giapponese Kazuko Hiraoka artista calligrafa formatasi alla scuola di Kanichi Nakata, maestro della famiglia imperiale giapponese.

Kazuko, nata a Tokyo è laureata all’Accademia d’Arte Bijutsu Daigaku di Musashino, ottiene il titolo di calligrafa dopo 15 anni di intensi studi. Giunge in Italia nel 2001 e inizia a diffondere l'arte della calligrafia attraverso mostre e workshop.

Ci sono legami che superano il tempo e lo spazio; comunanze inattese tra artisti lontani per provenienza, formazione e stile. E' il caso di questo incontro che avviene nel cuore della Langa albese, terra sempre più cosmopolita. E' indubbio che la calligrafia è stata una delle fonti ispiratrici di molti artisti e continua a influenzare le arti visive contemporanee anche in modo inconsapevole.  Non a caso Andrés Avré, nella nuova serie di lavori dal titolo "In hoc signo" celebra il potere del segno, risultato di azioni consapevoli o meccaniche che, come in natura, sembrano prodotte da un'unica, misteriosa, infinita forza vitale.


K A Z U K O   H I R A O K A

Nasce a Tokyo nel 1951, si laurea all’Accademia d’Arte Bijutsu Daigaku di Musashino e successivamente diventa maestra calligrafa poi svolge attività di graphic designer e direttrice creativa. Nel 2001 si trasferisce a Torino dove diffonde l'arte della calligrafia. Diverse mostre in Italia e all'estero hanno ospitato le sue opere. Visto l'alto livello a cui è approdata, è quindi in grado di trasferire i concetti e lo spirito con cui si deve affrontare l'arte della calligrafia cino-giapponese: dall'osservazione delle antiche calligrafie, fino alla preparazione psico-attitudinale, i ritmi, le malizie e le raffinatezze assolutamente necessarie per arrivare a livelli d'eccellenza.


A N D R É S   A V R É  

Nasce a Torino nel 1966, dopo alcune esperienze nel mondo del fumetto e dell'illustrazione approda in età matura all'informale e si trasferisce a  Monforte d'Alba dove crea uno spazio espositivo personale: la Temporary Forge, nel cuore del centro storico del piccolo borgo di langa. Il suo abitare stili e forme storicizzate come l'espressionismo astratto, l'informale materico e segnico,non gli impediscono di ricodificarli  e fonderli completamente su se stesso, in modo originalissimo. La stratificazione del colore, i graffiti, i segni e i toni che si accumulano e si dissolvono sono la trasposizione simbolica del suo indagare la mutevolezza dell'identità.



sabato 12 febbraio 2022

Mutamenti emozionali

 


Cambiamenti, trasformazioni sono in questi ultimi mesi visioni di un presente che vive grandi avvenimenti sociali e culturali, percezioni che trovano al Fondaco di Bra una espressione intima e creativa nel progetto "Mutamenti" . Tre artisti, Astrid Fremin, Giorgio Racca e Lucio Maria Morra dialogano trasformando l'esperienza del Libro dei Mutamenti (I Ching) in multiformi emozioni artistiche. 



Gli antichi esagrammi si rivelano così nella materia intensa ed espressiva delle sculture di Astrid, sono proposizioni di immagini che si raccontano negli scatti di Giorgio Racca e trovano ospitalità negli spazi metafisici di Lucio Maria Morra. 



Una frammentazione di opere che paiono legarsi nella stessa costruzione dei segmenti che assemblandosi nelle diverse combinazioni producono innumerevoli suggestioni e percorsi. 









venerdì 11 febbraio 2022

I King di Astrid Fremin, Giorgio Racca e Lucio Maria Morra al Fondaco di Bra

 


CS

L’esposizione coniuga le opere di 3 artisti, Astrid Fremin, Giorgio Racca e Lucio Maria Morra, attorno ad un unico tema condiviso: I KING (I CHING), ‘Il libro dei mutamenti’ - ritenuto il primo dei testi classici cinesi sin da prima della nascita dell’impero cinese, un insieme di testi sapienziali e divinatori. Rappresenta il fondamento del pensiero cinese, radice comune dei due rami della filosofia cinese.

E’ un sistema che precorre la numerazione binaria comunemente utilizzata oggi dal computer, nonché i principi del calcolo combinatorio, e, come concetto, ha costituito un contributo chiave per definire nella psicologia moderna Junghiana il principio di “sincronicità”.

L’I Ching è davvero il punto di congiunzione tra saggezza e poesia, dove tutto ruota intorno all’uomo e alla natura.

L’impostazione della mostra non sarà quella di una collettiva né di una tripersonale, bensì di una esposizione organica e unitaria incentrata sul tema, in cui le opere dei 3 artisti si fondono in un allestimento senza soluzione di continuità.

La mostra si inaugura Sabato 12 febbraio alle 18.00
Via Cuneo, 18 Bra (CN)
Gli orari per le visite: giovedì, venerdì, sabato 16.00/19.00
su appuntamento gli altri giorni al numero +39 339 7889565
www.ilfondaco.org - il.fondaco.bra@gmail.com

L'accesso è consentito tramite Green pass e mascherina.

mercoledì 9 febbraio 2022

La collezione fra impresa e passione


Sabato 12 febbraio 2022

Spazio Incontri della Fondazione CRC 

via Roma 15 - Cuneo

Un incontro con lo storico dell'arte Enrico Perotto, l'artista Guglielmo Castelli, la Presidente di Fondazione per l'Arte Moderna e Contemporanea CRT Anna Ferrino, lo scrittore e artista Silvio Lorusso e l'imprenditrice Roberta Ceretto.

Iscrizioni: https://fb.me/e/1qdX2xtbf