mercoledì 30 ottobre 2019

Ada Perona e Riccardo Balestra


Ada Perona e Riccardo Balestra

Suggestioni tra natura e femminilità
Eleganza e delicatezza della figura


8-23 novembre 2019
Inaugurazione venerdì 8 novembre ore 17.30, con intervento del critico Carlo Morra
aperture - da mercoledi a sabato, dalle 16 - 19
Ingresso libero

Sala Esposizione della Fondazione Collegio dei Geometri 

via San Giovanni Bosco 7/h, Cuneo (zona Agorà)

info: riccardo.balestra@alice.it







Ada Perona



Riccardo Balestra



L’arte di Ada Perona, comincia con le “ macchie ” diffuse sul foglio dell’artista, macchie che vengono poi definite ed arricchite con mano sisura e leggera, come fosse la stessa acqua colorata a creare il dipinto e la pittrice ne fosse una docile ed intelligente interprete. In realtà “ l’opulento tripudio ” di fiori ed oggetti che affolla ogni foglio della brava pittrice, è frutto di un calibrato accostamento di toni e cromie che Ada accosta con sapienti sfumature e suggestiva attenzione a far rivivere emozioni e sensazioni provate. L’elemento floreale, viene a volte a far parte della donna rappresentata ad esaltarne l’eleganza e la delicatezza della figura.

Sempre in uno stile che Balestra definisce "pop" si sviluppano invece certi suoi lavori di paesaggio che mi hanno  particolarmente interessato per il modo  tutto particolare di interpretarli, paesaggi in cui il pittore ricerca con indovinate soluzioni, il sovrapporsi dei piani dell'immagine in genere in chiave monocroma giungendo a risultati che intrigano e che mi appaiono piacevoli e stimolanti; con riferimento alle sue tematiche, ma credo in particolare a quelle di figura, l'artista afferma: "sono interessato sopratutto a questa tematica perchè mi sembra meglio esprima la mia personalità. L’uso della tecnica ad olio e dei suoi colori accesi impattanti, permette di esprimermi in piena libertà in una ricerca, introspettiva e psicologica".

Carlo Morra



martedì 29 ottobre 2019

Van Gogh a Mondovicino

Fino al 10 Mondovicino ospita la mostra "Van Gogh Shadow".

10 quadri dell'artista olandese rielaborati visivamente con simpatici giochi multimediali, un modo innovativo di far scoprire questo importante artista. 

Ingresso libero, dalle 15 alle 20 







Poesia in cornice

Poesia in cornice

mostra dipinti dell'800 e '900

Luigi ARBARELLO, Bartololeo ARDY, Ego BIANCHI, Giulio BOETTO, Giacomo CALDERINI, Luigi CALDERINI, Vittorio CAVALLERI, Mario GACHET, Luigi CLARA, Emilia FERRETTINI ROSSOTTI, Cesare GHEDUZZI, Giuseppe GHEDUZZI, Alessandro LUPO, Italo MUS, Alessio NEBBIA, Matteo OLIVERO, Vittorio PIANO, Raffaele PONTECORVO, Giovanni RAVA, Berto RAVOTTI, Leonardo RODA, Giuseppe SACHERI, Ermo ZAGO.


8 novembre - 1 dicembre 2019
Inaugurazione venerdì 8 novembre alle ore 18

Galleria Arte+

via Chiusa Pesio 8 - Cuneo












domenica 27 ottobre 2019

Gauguin a Barolo



Fino al 3 Novembre presso l'Aula Picta, in piazza Falletti a Barolo è in corso la piacevole mostra ‘Gauguin e il diario di Noa Noa’ curata da Vincenzo Sanfo.

Un progetto espositivo che porta nella celebre città del vino 21 xilografie pensate e realizzate da Gauguin appositamente per illustrare il suo primo diario polinesiano e stampate dal suo amico Daniel de Monfreid.


Le opere proposte a Barolo racchiudono tutto il mondo selvaggio, primitivo e sciamanico, che colpì e ispirò profondamente l’arte di Gauguin. Assieme alle magiche xilografie, saranno esposte anche due straordinarie opere scultoree, una terracotta chiamata ‘Hina et Tifatou’ o ‘Vase aux Quatre Dieux’ di cui un esemplare è custodito al Musée d’Orsay e che, recentemente, è stata esposta al MoMA di New York. Affiancano le due sculture un bronzo ‘Tii à la coquille’ o ‘Idole à la coquille’ tratte dal legno scolpito, nel 1896 e attualmente custodito, anch’esso, al Musée d’Orsay di Parigi.


Tra le opere in mostra, spicca anche uno straordinario disegno ‘Studio di braccia’ salvato dal rogo dei suoi averi, ordinato dalle autorità alla sua morte. Il disegno double face, ‘Studio di braccia e mani’ e qui esposto con il suo monotipo completano questa superba mostra che annovera anche una ventina di litografie stampate nel 1914 per illustrare ‘Avant et Après’ il libro confessione, scritto da Gauguin e terminato nel 1903, pochi giorni prima della sua morte.


A corredo sono presenti documenti, fotografie, libri, tra cui la prima edizione di Noa Noa pubblicato su ‘La Revue Blanche’ nel 1897 che completano una piacevole occasione di mostra ricercata e di qualità.

 



venerdì 25 ottobre 2019

Lucio Maria Morra e Astrid Fremin


TRACCE

...efface sur le sable les pas...

mostra fotografica e installazione interattiva di
Paolo Volpi e Astrid Fremin
con la collaborazione di
Anne Michele Derkenne e Lucio Maria Morra


30 ottobre - 3 novembre 2019
inaugurazione mercoledì 30 novembre 2019 dalle 18:00 alle 21:00

Ossimoro Gallery

Via Carlo Ignazio Giulio, 6 - TORINO - 331-5664554
ingresso libero tutti i giorni dalle 16:00 alle 21:00






GIARDINO ZEN 1.2

performance/installazione di
Astrid Fremin e Lucio Maria Morra

sabato 9 novembre 2019, ore 18:00

Tempio Orazen

Via Beata Eustochio, 2 - PADOVA
347-0671696 - info@orazen.it - www.orazen.it
presentazione del Maestro Tetsugen Serra, ingresso libero


 

domenica 20 ottobre 2019

CuneoVualà 2019




Comunicato Stampa

Alla settima edizione di Cuneovualà, la Fondazione Peano ha il piacere di presentare la rassegna dei viaggi con il quaderno di Lorenzo Dotti (Torino, 1958), un protagonista del disegno naturalistico italiano, guida biowatching e coordinatore dell’Atlante delle orchidee selvatiche del Piemonte.

La mostra monografica è la prima antologica in assoluto che include la totalità dell’opera carnettistica con i trentasette quaderni di viaggio realizzati da Lorenzo Dotti a partire dal 1981, accompagnati da un corpus di illustrazioni in originale accanto agli strumenti del mestiere, dalla tavoletta per i disegni in immersione subacquea alle pastiglie di pigmento White Night (acquarelli reperibili solo via web o acquistati direttamente in Russia) che descrivono in modo esauriente le caratteristiche di un’attitudine quasi quarantennale al viaggio e al disegno.
“Viaggiare col quaderno – scrive la curatrice Ivana Mulatero e ideatrice della rassegna CuneoVualà – è la dimensione abituale di Lorenzo Dotti. Il suo modo di attraversare il mondo, di accarezzarlo con lo sguardo e afferrarlo con la mente per conoscerlo, interpretarlo, descriverlo e restituirlo con acume e intelligenza, mobilitando le facoltà raziocinanti dell’illustratore scientifico, e con lo stupore e la meraviglia delle doti intuitive di un disegnatore/viaggiatore en plein air, con migliaia di disegni al tratto riflessi in pozze d’acquerello bagnato sulle pagine”.

Dai ripetuti soggiorni nelle isole dell’arcipelago toscano al progetto in corso di realizzazione dedicato alle Eolie, di cui la mostra alla Fondazione Peano presenta nel manifesto una pagina dedicata a Filicudi. Il filo della narrazione, inedito, è pensato per un viaggio che nasce da una documentazione proveniente dallo studio delle vedute eoliane realizzate da un grande esploratore ottocentesco del Mediterraneo, il principe antropologo Luigi Salvatore d’Asburgo.
Si profila in tal modo una diversa interpretazione della forma d’arte dei carnets de voyage, intesi come una guida per percorrere, a ritroso nel tempo, la biografia di qualcuno, sia esso un personaggio storico o un famigliare, come nel caso del celebre nonno di Lorenzo Dotti, l’architetto razionalista Giuseppe Pagano Pogatschnig, autore della Bocconi a Milano e dei primi scali per i viaggi in idrovolante negli venti del Novecento.

La mostra In viaggio col quaderno di Lorenzo Dotti è presentata all’interno della settima edizione di CuneoVualà, tra le più importanti manifestazioni italiane dedicate alla cultura del carnet di viaggio disegnato, dalla tradizione antica e con un fascino inalterato nel tempo.
CuneoVualà è promossa e organizzata dalla Fondazione Peano con l’ideazione e la curatela di Ivana Mulatero. La rassegna, in collaborazione con l’Associazione Autori Diari di Viaggio di Ferrara, il Primo Liceo Artistico di Torino, l’Alliance Français di Cuneo, il Liceo Artistico Buniva di Pinerolo, presenta la continuità di un percorso di studio per una storia aggiornata del taccuino di viaggio disegnato in Italia attraverso l’approfondimento di alcune esemplari figure di viaggiatori/disegnatori, come è stato per l’edizione 2017 con la personale dedicata a Stefano Faravelli e per l’edizione 2018 con la mostra di Giancarlo Iliprandi.

CuneoVualà presenta, inoltre, una selezione dei taccuini realizzati nel corso dell’anno 2019 in occasione di alcune collaborazioni della Fondazione Peano con il Consiglio Regionale del Piemonte (Carnet a Palazzo Lascaris, febbraio-maggio), con l’Associazione Italiana per l’Arte Naturalistica (Parco della Mandria, giugno), con i Musei Reali di Torino (Primo Disegno Reale, settembre). La mostra sarà corredata dai suggerimenti poetici sul tema del viaggio e dai diversi esemplari di taccuino disegnato, dal non finito all’impaginato in studio, con diverse metodologie legate alle esperienze di full immersioni e a quelle veloci da urban sketchers. Tra i disegnatori di carnet si segnalano, tra gli altri: Anna Regge, Cristina Girard, Cendrine Bonami Redler, Sighanda, Marco Bonifacino, Elena Arrò, Laura Spianelli, Fabrizio Brusa, Donatella Peli, Roberto e Silvia Cariani, Anna Maria Gianguzzo, Andrea Varca, Catia Sardella, Walter Tesio, Antonella Stillone, Maria Francesca Starrabba, Elena e Claudio Monaco, Federico Morgando, Roberto Malfatti.

Venerdì 18 ottobre 2019, ore 9-12, mattinata di formazione con la guida di Lorenzo Dotti alle classi di studenti in visita al giardino museale della Fondazione Peano, uno spazio verde erede di un antico vivaio dotato di oltre sessanta specie botaniche classificate sulle quali appuntare gli sguardi in punta di matita per inedite tavole naturalistiche.

CuneoVualà 2019
Presenta una mostra monografica | una collettiva di contrappunto | un incontro di formazione

IN VIAGGIO COL QUADERNO
I carnets de voyage di LORENZO DOTTI
A cura di Ivana Mulatero

Fondazione Peano
Venerdì 18 ottobre 2019 ore 9 -13 Incontro di formazione con le scuole condotto da Lorenzo Dotti e alle ore 17.30 inaugurazione della sua mostra monografica “In viaggio col quaderno” in contrappunto alla collettiva di professionisti e studenti dei carnets de voyage

La mostra rimarrà aperta fino a domenica 17 novembre 2019 con il seguente orario:
da giovedì a domenica ore 15.30-18.30. Ingresso gratuito.





 





Picasso e la sua eredità nell'arte italiana



CS
L’evento espositivo dell’autunno cheraschese a Palazzo Salmatoris è un omaggio a un artista di fama mondiale: Pablo Picasso.

“Picasso e la sua eredità nell’arte italiana” è il titolo della mostra che propone un intrigante percorso dedicato all’arte di Pablo Picasso (Malaga 1881 – Mougins 1973) e tutti quegli autori che con le loro pitture e sculture, a partire dalla fine degli Anni Dieci del Novecento, periodo in cui per la prima volta Picasso ha soggiornato in Italia, hanno declinato un linguaggio in qualche modo riconducibile all’opera picassiana.

«Cherasco conferma la sua vocazione per le mostre di altissimo livello - commentano il sindaco Carlo Davico e il vice Claudio Bogetti. - Palazzo Salmatoris già in passato ha accolto grandi artisti, le cui opere ben si inseriscono nel contesto suggestivo delle sue antiche e preziose sale storiche. Ospitare i capolavori come quelli di Picasso è per Cherasco un orgoglio ma anche una responsabilità, quella di dare al Maestro la meritata collocazione. È un impegno importante per l'Amministrazione e per tutta la città che si appresta ad accogliere questa straordinaria mostra con il rispetto che si deve ai grandi Maestri. Offrire eventi di questa portata comporta un onere per l'Amministrazione che da sola non riuscirebbe a sostenere: ringraziamo i vari sponsor, istituzionali e privati, che ci permettono di proporre rassegne di questo livello, dimostrando di credere nella nostra città e nella sua vocazione artistica e turistica».

Di Picasso sono proposti circa una sessantina di lavori, dipinti, sculture in ceramica, disegni e opere grafiche prodotti in diversi momenti espressivi: «Ogni composizione – dicono i curatori Cinzia Tesio e Rino Tacchella - contiene idee, pensieri e, soprattutto, innovazioni linguistiche ottenute utilizzando mezzi e materiali inediti, spregiudicati, a volte sconvolgenti considerato il periodo. È nel gesto che Picasso imprime i suoi reconditi pensieri, le sue invenzioni, le sue passioni per chi si sofferma a guardare attentamente le sue opere».

Segue un percorso dedicato al viaggio del Maestro in Italia del 1917 motivato, non dal Gran Tour, fuori tempo ormai per il creatore del Cubismo, ma dall’incontro con Diaghilev, Massine e Cocteau, al fine di chiarirsi le idee sul balletto Parade.
La danza e il teatro, tanto cari a Picasso, saranno presenti in mostra con una serie di disegni realizzati poco dopo il tour romano. È proprio nella capitale, infatti, che il Maestro, oltre ad apprezzare la vista delle pitture antiche, delle sculture classiche e le opere dei geni passati, incontra Balla, Boccioni, Soffici, Carrà, Depero e da cui inizia rapporti epistolari con Carrà e De Chirico. Il luogo prescelto è il Caffè Greco: nascono confronti, insegnamenti e paragoni. Gli artisti italiani provano, dinanzi ai capolavori cubisti, una forte esaltazione data dal nuovo linguaggio, moderno e affine al futurismo italiano.

La parola “insegnamento” introduce il visitatore nella seconda parte della rassegna caratterizzata da oltre 50 opere suddivisa in due settori: la scomposizione della forma e l’utilizzo di nuovi materiali.
Con la sezione dedicata alla “scomposizione della forma” la mostra analizza autori come Sironi, Campigli, Tozzi, Guttuso, Morando, Giulio D’Anna, Birolli, Soffici ecc.
Volendo verificare l'ampliarsi delle possibilità linguistiche nate dall’utilizzo dei materiali e all’applicazione del collage troviamo: gli strappi di Rotella, Soldati, le ricerche materiche di Burri e informali di Enrico Baj, sino alle prove sperimentali e di grande impatto visivo delle superfici di molti maestri dell’arte moderna e contemporanea.

Chiude la rassegna una sezione dedicata alla ceramica, all’esperienza picassiana di Vallauris (ivi nel 1947 il Maestro produce, in pochi anni, centinaia di opere in ceramica) e alla sua conseguente influenza sui maestri che hanno lavorato e prodotto ad Albissola.

La mostra si compone di un centinaio di opere provenienti da collezioni pubbliche e collezioni private italiane ed è corredata da un catalogo che contiene i testi dei curatori e la riproduzione a colori di tutte le opere esposte.
 

ORARI:
da mercoledì a sabato
dalle ore 9,30 alle 12,30 e dalle 14,30 alle 18,30
festivi
dalle ore 9,30 alle 13,00 e dalle 14,30 alle 19
 

BIGLIETTERIA:
Interi € 8,00
Ridotti € 5,00 (da 12 a 18 anni, over 65, studenti universitari, gruppi min.15 persone (prenotazione obbligatoria)
Entrata gratuita per i cheraschesi
Scuole gratuito (costo guida € 50,00 fino a 25 alunni)


martedì 15 ottobre 2019

IL TRIONFO RITROVATO al Castello di Racconigi


CS

CASTELLO DI RACCONIGI. SABATO 19 OTTOBRE L’INAUGURAZIONE DE “IL TRIONFO RITROVATO”: L’ALLESTIMENTO DEL MONUMENTALE FREGIO NEOCLASSICO RESTAURATO

L’opera, di 40 metri, è rinata grazie al contributo della Fondazione CRT, storicamente il principale sostenitore privato del Castello

Torino, 15 ottobre 2019 - Sabato 19 ottobrealle ore 11.00, nel Salone d’Ercole del Castello di Racconigi, il Presidente della Fondazione CRT Giovanni Quaglia interverrà alla presentazione dell’allestimento del monumentale fregio in gesso restaurato "Il trionfo del console Paolo Emilio sul re Perseo", composto da 34 lastre per una lunghezza complessiva di circa 40 metri.

Il fregio, un capolavoro della scultura italiana di epoca neoclassica, fu ideato da Pelagio Palagi sui modelli di Antonio Canova, e realizzato intorno al 1840 dallo scultore genovese Giuseppe Gaggini, impegnato nei lavori di ridecorazione delle Residenze Sabaude.

Sia il restauro sia l’allestimento del fregio sono stati resi possibili grazie alla Fondazione CRT, storicamente il principale sostenitore privato del Castello di Racconigi, con la collaborazione dell’Associazione Amici del Real Castello di Racconigi e della Fondazione CRC.


sabato 12 ottobre 2019

Claudio Signanini


Claudio Signanini

Fuori marrone a Tetto Garrone


sabato 19 - domenica 20 ottobre 2019
ore 14.30/18.30

Cascina Tetto Garrone 

Via Campagna 45, fraz. Roata Rossi (Cuneo)

Tel. 3316208674 - info@tettogarrone.it









venerdì 11 ottobre 2019

CuneoVualà



Fondazione Peano è lieta di annunciare la 7° edizione di CuneoVualà, la rassegna dedicata al carnet de voyage ideata e curata da Ivana Mulatero.

Vi aspettiamo venerdì 18 ottobre alle ore 17.30 presso la nostra sede di corso Francia 47 a Cuneo per l'inaugurazione della mostra personale di Lorenzo Dotti "In viaggio col quaderno" e della collettiva dei professionisti e degli studenti del carnet live e di repertorio.

La mostra è ad ingresso gratuito e sarà visitabile dal giovedì alla domenica ore 15.30-18.30 fino al 17 novembre.

Giuseppe Penone a San Francesco




Oggi presso il complesso monumentale di San Francesco a Cuneo, la Fondazione Crc ha promosso una grande mostra sull’opera di Giuseppe Penone, artista di fama internazionale.

L’antica chiesa tardo romanica, restaurata grazie al contributo della Fondazione Crc, ospita fino al 2 Febbraio 2020, il monumentale lavoro “Matrice” nella navata centrale, un affascinante elaborazione artistica di un abete che l’artista ha trasformato in un’opera d’intensa visione, rielaborandone la funzione e le forme.

Affiancano l’imponente lavoro una serie di altre importanti lavori, quali una sezione di Sutura, i Gesti Vegetali, la scultura Dafne e alcuni disegni a matita.

Il lungo e coerente percorso artistico dell’artista di Garessio viene proposto in questa piacevole occasione quasi come un omaggio al più importante artista della provincia, che ha conquistato i più importanti musei del mondo, con le sue emozionanti opere.

L’iniziativa è parte di un progetto condiviso tra la Fondazione Crc e il Castello di Rivoli che trova negli spazi del Complesso Monumentale di San Francesco a Cuneo il suo luogo di proposta.



L’esposizione presenta il cuore della ricerca dell’artista Giuseppe Penone, una coerente riflessione sulla dualità tra vuoto e pieno come parti costitutive e materiali del suo lavoro artistico, attraverso una precisa selezione di opere che mettono in relazione le due sedi, in un sofisticato gioco di giustapposizioni e rimandi.

“È un grande onore per Cuneo ospitare un artista di fama internazionale come Giuseppe Penone, originario di Garessio e ormai noto in tutto il mondo. Il Complesso monumentale di San Francesco diverrà per i prossimi mesi l’habitat ideale di opere normalmente esposte in luoghi come la Reggia di Versailles e il Louvre di Abu Dhabi” commenta il presidente della Fondazione CRC Giandomenico Genta.

“La mostra è il frutto del grande lavoro messo in atto dalla Fondazione CRC in questi anni, grazie anche alla collaborazione con istituzioni culturali di primo livello come il Castello di Rivoli: la disponibilità di Penone dimostra l’importanza e la bontà di questo progetto espositivo, unico nel suo genere. Anche quest’anno la Fondazione CRC riesce ad offrire alla comunità cuneese e ai tanti appassionati d’arte che verranno appositamente a Cuneo l’occasione di ammirare con i loro occhi una mostra di altissimo livello”.

“L’arte di Penone esplora i fondamenti della scultura come modo di conoscere e comprendere empiricamente il mondo” spiega il curatore della mostra e direttore del Castello di Rivoli Carolyn Christov-Bakargiev. “La sua arte si basa sul principio di incarnare una consapevolezza fisica, tattile-visiva, di tutti gli organismi e delle loro trasformazioni. Penone percepisce il mondo e la vita in modo scultoreo, toccandone e accarezzandone le parti costitutive. Persino l’atto di respirare è una forma di scultura automatica, prodotta senza accorgersene.



La scultura riguarda l’intaglio, lo scavo e la produzione di vuoti oppure, al contrario, concerne la fusione, la duplicazione e la moltiplicazione, attraverso una serie di passaggi, dal positivo al negativo, della forma oggetto di duplicazione o copia. Sia l’addizione sia la sottrazione avvengono attraverso gesti di incontro e, quindi, attraverso relazioni di intenzione tra l’umano e la materia, tra l’umano e il non umano”.

Penone è emerso alla fine degli anni Sessanta nell’ambito dell’Arte Povera, tra i movimenti artistici più importanti e innovativi del XX secolo a livello internazionale che trova la sua origine in Piemonte, dal quale proviene un importante nucleo del gruppo di artisti. L’Arte Povera è generalmente definita come un’arte di materiali e tecniche eterogenei e “poveri”. Più importante di questo aspetto è il fatto che tali artisti sono interessati a creare situazioni reali di energia, in cui natura e cultura non sono opposti. Oggi l’Arte Povera, e in particolare l’opera di Penone, gode di un rinnovato interesse, anche legato all’apprezzamento di quella libertà artistica e dell’interesse per la natura in essa presenti.

La mostra è accompagnata da un catalogo con un saggio inedito e un’intervista all’artista di Carolyn Christov-Bakargiev e scritti inediti di Penone. Il volume include una serie di disegni inediti che ripercorre come in un viaggio lo svolgimento cronologico e geografico delle opere scrivendo per la prima volta attraverso parole e immagini il racconto che le lega ai due luoghi che le ospitano.


 



LE OPERE IN MOSTRA

La navata centrale della Chiesa di San Francesco a Cuneo è attraversata dalla scultura orizzontale Matrice, vera spina dorsale del progetto espositivo. Matrice è un abete che Giuseppe Penone ha sezionato longitudinalmente in due parti, scavato gli strati di legno seguendo gli anelli concentrici e dischiuso l’essenza della pianta.

L’artista ha quindi ottenuto il negativo dell’albero in un momento preciso della sua esistenza. Tale negativo presuppone un suo positivo, che è presente proprio mediante la sua assenza, eccetto che in un punto, dove appare la forma annerita dal bronzo, un positivo dell’interno dell’albero. Le sezioni longitudinali ricomposte formano un’unica identità e ciascuna delle parti che forma l’unità dell’opera porta con sé le tracce del processo. La percezione del vuoto in Matrice è legata all’assenza di una presenza, richiamata dal “midollo” nero in bronzo dell’abete. Quest’ultimo ha delle sinuosità antropomorfe e la sua lunghezza, di circa 170 centimetri, è paragonabile all’altezza di un essere umano adulto.

Penone stabilisce una relazione tra umano e vegetale, evidente anche all’interno della scultura, in cui è possibile notare le impronte delle dita che hanno modellato l’opera. Questo lavoro si basa sul principio e sul processo d’inversione temporale, mostrando delle fasi presenti nella memoria dell’albero non visibili altrimenti.

Suture è una scultura monumentale che dialoga con l’architettura dell’abside della Chiesa di San Francesco. Quest’opera è modulata sulla forma della struttura del cranio umano, diviso in quattro sezioni da lame di acciaio che collegano i punti terminali delle suture. Penone realizza la scultura attraverso un segno veloce, quasi abbozzato con una matita. Un tratteggio che imita le suture craniche, ovvero quelle articolazioni fisse tra le ossa del cranio. L’opera è sostenuta da una biforcazione a Y, formata da un cilindro di acciaio ricoperto da plexiglass. La struttura a Y imita il processo di biforcazione che è presente nelle sinapsi o nelle nervature delle foglie, uno dei fenomeni più frequenti in natura.

Tra i due materiali, l’artista versa un cumulo di terra, alludendo alla sedimentazione e stratificazione della nostra memoria. Per Penone, il cervello non è un’entità “piena”. È piuttosto concepito come uno spazio mentale nel quale la differenziazione tra materia solida e molle non è definita. Il cranio è un involucro le cui congiunzioni, che l’artista definisce “foglie del cervello”, alterano il proprio volume in conformità a potenziali deformazioni cerebrali. Il cranio è materia solida eppure plasmabile. La sutura è un punto di congiunzione, un sito in cui due parti si uniscono. Tuttavia non è lineare, ma si tratta di un complesso incastro, un incontro in cui però le due sezioni mantengono la propria identità.

La scultura Dafne dialoga senza soluzione di continuità con l’opera Matrice. Penone la realizza mediante lo stesso processo, sebbene invertito. Se in Matrice è presente l’impronta umana all’interno della sezione arborea di bronzo e l’impronta del tronco dell’albero all’esterno, in Dafne l’impronta umana è visibile nella corteccia esterna mentre in quella interna la scultura riproduce le venature del legno di alloro che è servito da modello. Nel realizzare quest’opera sembra che Penone abbia toccato, quasi accarezzato, la superficie dell’albero, avvolgendola.

Il titolo dell’opera richiama il mito di Apollo e Dafne. Apollo, invaghitosi della ninfa a causa di una freccia scoccata da Cupido, inizia a rincorrere Dafne, la quale, per sfuggire al suo incontrollato e mascolino desiderio, chiede al padre dio-fiume Peneo di salvarla dissolvendone le forme.

È così che avviene la metamorfosi della ninfa in albero d’alloro, pianta che di lì in avanti Apollo avrebbe considerato sacra e con essa ornato il proprio capo, la cetra e la faretra. Questa scultura prende il titolo di Dafne perché Penone la modella su un albero di alloro. La storia di Apollo e Dafne è inoltre funzionale alla comprensione di un fattore prettamente naturale: l’alloro è una pianta che, per difendersi dagli attacchi d’insetti e animali, reagisce sprigionando un’intensa fragranza, che li allontana.

Nel caso di Penone, le tecniche, generalmente dietro le quinte nell’arte della scultura, vengono in primo piano, in una celebrazione di ogni passaggio della materia, di ogni trasformazione nella scultura, dalla modellatura alla fusione, dal legno, alla creta, alla cera, al gesso, ai forni in mattoni, al bronzo liquido. Il bronzo si intreccia nella vita e nella crescita degli alberi di alloro, cosicché, come nel mito di Apollo e Dafne, l’umano e il non umano si uniscono nelle loro diverse temporalità ed evoluzioni, nella danza dell’universo, grazie all’incontro innescato dalla scultura.

Nella serie Gesti vegetali, Penone propone una riflessione sulla relazione che intercorre tra essere umano e vegetale e sulla rispettiva capacità di modificare l’uno l’identità dell’altro attraverso forme d’interazione reali o potenziali. Penone ricopre dei manichini con della creta, sulla quale produce dei solchi con le proprie dita. In essi cola la cera e dalla cera il bronzo. Ottiene pertanto un involucro parziale della forma di questi corpi, al cui interno o esterno può lasciare crescere i vegetali. Avviluppandosi alla scultura antropomorfa, essi ne modificano i connotati e ne indirizzano la forma di crescita finale. In occasione della mostra “Incidenze del Vuoto” alla Chiesa di San Francesco di Cuneo, i Gesti vegetali dialogano con le nicchie della navata laterale dalle quali filtra la luce, continuando a crescere e ad annodarsi spontaneamente ma senza vegetale vivo.




A richiamare la scultura monumentale innestata all’ingresso del Castello di Rivoli, è infine esposto nella Chiesa di Francesco di Cuneo il modellino di Identità, insieme a studi e disegni preparatori. Esso si riferisce alla grande scultura di un albero duplicato e rovesciato, allestito nel piazzale di fronte al Castello di Rivoli. Su un piano di percezione istintiva, si potrebbe pensare che le due sculture, Matrice e Suture, siano rispettivamente il corpo e il capo di un gigante dormiente, il cui pensiero si concretizza nel modellino. Quella di Giuseppe Penone è una riflessione sul processo della scultura al lavoro. L’opera si nutre del processo, dell’azione della scultura. Quindi è un parlare della scultura. La scultura ha una caratteristica precisa. Il tema del doppio, del raddoppiare è tipico della scultura.

La scultura Identità è un albero di bronzo, su cui l’artista Giuseppe Penone ha innestato una copia albina in alluminio che, capovolta, sembra smaterializzare la fisicità lignea della pianta. Non essendo i due alberi speculari, l’artista ha prodotto una simmetria di alcune loro parti servendosi di specchi, incastonati nelle ramificazioni.

Producendo una rifrazione dei rami da ambo le parti, gli specchi ricongiungono ciascun albero con la propria identità speculare riflessa. Gli specchi si inseriscono non in uno spazio fisico di vuoto da riempire, bensì in quel luogo etereo della specularità, l’unico in cui può esserci la simmetria. Accogliendo il visitatore all’ingresso principale del Castello di Rivoli, questa opera scultorea si inscrive nella ricerca di Penone, con il suo intreccio di presenze materiali e diafane. Un’esplorazione della nozione di incontro che mette a fuoco il senso della dualità. Qui, la riflessione è materia incarnata, spazio liminale della scultura, spazio del minimo contatto dei corpi.

Sin dall’inizio, l’immagine dell’albero sostiene la costruzione dell’edificio artistico di Penone, dirigendo i contenuti della sua indagine sia verso il mondo vegetale, con l’intento di visualizzare e modificare i processi di crescita naturale degli elementi, sia verso il corpo da sempre oggetto della sua ricerca.

L’aspetto binario dell’opera riprende la caratteristica duale dell’insieme del progetto espositivo tra Cuneo e Rivoli.

La mostra è accompagnata da un catalogo con un saggio inedito e un’intervista all’artista di Carolyn Christov-Bakargiev e scritti inediti dell’artista. Il volume include una serie di disegni inediti che ripercorre come in un viaggio lo svolgimento cronologico e geografico delle opere scrivendo per la prima volta attraverso parole e immagini il racconto che le lega ai due luoghi che le ospitano.

 


L’ARTISTA: GIUSEPPE PENONE

Giuseppe Penone nasce a Garessio (Cuneo) nel 1947. Nel 1968 inizia l’attività espositiva ed entra a far parte del gruppo di artisti dell’Arte Povera. Nelle sue sculture e installazioni, datate a partire dal 1968, il processo di attuazione è parte integrante dell’opera e sono le azioni compiute dall’artista, in rapporto dialettico con quelle naturali, che danno forma a una materia, di volta in volta diversa, svelandone l’aspetto fantastico. L’albero, che Penone considera “l’idea prima e più semplice di vitalità, di cultura, di scultura”, è un elemento centrale nel suo lavoro.

Nel 1970 ha partecipato alla decima Biennale di Tokyo. Ha partecipato a documenta a Kassel nel 1972 (d5), 1977 (d6), 1982 (d7), 1987 (d8), 2012 [d(13)]. Nel 2007 ha rappresentato l’Italia alla 52. Biennale di Venezia.

Ha partecipato alla sedicesima Biennale di Sydney nel 2008. Nel 2013 ha esposto nei giardini della Reggia di Versailles, nel 2014 nei Giardini di Boboli a Firenze e al Madison Square Park a New York. Negli ultimi anni gli sono state dedicate mostre personali al Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea (1991), alla Whitechapel Gallery di Londra e al Kunstmuseum di Winterthur (2013), al Musée de Grenoble (2014), al Nasher Sculpture Center di Dallas e al Musée Cantonal des Beaux Arts di Losanna (2015), al Mart di Rovereto e al Rijksmuseum di Amsterdam (2016), al Palazzo della Civiltà Italiana di Roma (2017), e allo Yorkshire Sculpture Park di Wakefield (2019).



Strappi infiniti a Palazzo Samone



Biografia
L’arte del “Dècollage” nasce nel secondo dopo guerra come protesta nei confronti della situazione sociale del periodo.


Spiega l’artista, “quella  del Manifesto Lacerato è una tecnica che consiste nel procedimento opposto al Collage; invece di aggiungere degli elementi all’opera ne vengono strappate delle parti rendendola unica”.


Nato a Torino nel 1960, cuneese di adozione, Longo crea da oltre venticinque anni il  ‘dècollage’ su legno e su tela con svariati soggetti, tra i più famosi : personaggi noti, fumetti, oggetti del consumismo e orologi.

Le sue opere sono state esposte in mostre di successo sia in Italia (Cuneo, Torino, Milano, Viareggio, Perugia, Parma, Verona, Lecce), che all’estero (Mosca, Istanbul, Kiev, Praga, Sochi, Berlino, Cannes, Varsavia, e Monaco).

L’artista usa icone e volti della cultura pop, reinterpretandoli attraverso messaggi nascosti nelle sue creazioni. Nulla nelle opere di Longo è lasciato al caso.

L’artista prepara personalmente gli strati che verranno poi strappati, sapendo sempre cosa celare e cosa mostrare, in un gioco di sguardi e di rimandi che trasporta il visitatore nell’intimo del personaggio.


La personale STRAPPI INFINITI si completa con la collaborazione di MURAIA - ambiente creativo, proponendo repliche dell’artista realizzate su carta da parati, tessuti, e lampade anche in edizione limitata. 







Dentro il disegno




CS
“A quanto pare nella società di massa l’unico individuo rimasto è l’artista” affermò Hannah Arendt In un contesto falsato come quello contemporaneo, in cui ogni giorno il mondo è animato da tensioni e caos in una sorta di disorientamento collettivo che coinvolge gli individui, gli artisti sembrano gli unici a voler suggerire alternative autentiche, sensibili, con narrazioni basate su sistemi valoriali alternativi. Quasi una presa di posizione artistica per esprimere una resistenza alle false illusioni che animano la società di massa. L’artista ha dunque il potere e la responsabilità di inviare i propri messaggi sulle prospettive umane, creando nuove connessioni tra diversi campi ed esperienze e fornendo nuove interpretazioni alla complessità della realtà umana.

Da questa riflessione prende il via la mostra Dentro il disegno che alla Castiglia di Saluzzo dal 11 ottobre al 1 dicembre espone circa 250 disegni di 33 artisti che operano in campo internazionale sotto la curatela dal critico e storico dell’arte Lóránd Hegyi.

L’insieme dei lavori suggerisce la forte convinzione nel carattere etico e nella missione che sottintendono l’arte: trasmettere metafore visive sull’esistenza umana, attraverso un forte linguaggio espressivo che rafforza, enfatizza e sottolinea il carattere emotivo e umano dell’arte. Infatti, come dice il curatore Lorand Hegyi, “l’impegno dell’artista contemporaneo per trovare una narrazione autentica, sincera, empatica e sensibile, si manifesta con particolare evidenza nel disegno, dove una fantasia radicale e un’immaginazione liberatoria, sovversiva, evocano nuovi nessi e prospettive tra diverse dimensioni del vissuto umano.”

La mostra non vuole avere l’intenzione di creare una omogeneità formale ed arbitraria, ma manifesta la ricca e complessa diversità del linguaggio del disegno contemporaneo. Nella nostra epoca disturbante gli artisti cercano la credibilità di una nuova narrativa sulla base dell’esperienza antropologica, con una libertà interiore e con una sovranità della sua visione profonda priva di compromessi.

A portare questo messaggio, il curatore ha voluto chiamare testimoni che operano in diverse realtà tra l’Europa (Italia, Francia, Austria, Ungheria, Germania, Romania, Albania, Slovakia) e Israele, Russia, USA, Cile, Camerun e Cina. L’Italia è rappresentata da sud a nord con una particolare attenzione alla Nuova Scuola Romana, una realtà protagonista dell’arte italiana degli ultimi decenni che dalla fine degli anni ’70 hanno segnato una generale tendenza alla rivisitazione dell’eredità del manierismo.
Inoltre è presente in mostra un omaggio ad un grande protagonista dell’arte contemporanea che ha influenzato intere generazioni di artisti a partire dagli anni ’60. Si tratta di Hermann Nitsch, maestro indiscusso dell’Azionismo Viennese che ha ridefinito la potenza narrativa del disegno. A lui è dedicata una intera sala dello spazio espositivo della Castiglia in cui saranno esposte 2 grandi opere significative per quanto riguarda l’espressione del disegno.

Dentro il disegno si tiene alla Castiglia di Saluzzo, antico cuore del potere del Marchesato dalla storia quasi millenaria, che dopo essere stato abbandonato e trasformato in carcere, è divenuto oggi sede di attività culturali del territorio.

Per la mostra sarà edito dalla casa editrice Electa un libro/catalogo (distribuito in tutta Italia) con un lungo saggio del curatore Lóránd Hegyi.

Informazioni
DENTRO IL DISEGNO
A cura di Lóránd Hegyi
Da venerdì 11 ottobre a domenica 1 dicembre 2019
La Castiglia - Piazza Castello, Saluzzo (CN)

Orari
dal 12 ottobre al 31 ottobre: lunedì-giovedì-venerdì-sabato 10-13/14-18; domenica 10-13/14-19
dal 1 novembre al 1 dicembre: domenica e festivi 10-13/14-18
Sabato 2 novembre 10-13/14-18

Biglietti:
Euro 5

Per informazioni www.fondazionebertoni.it