martedì 30 giugno 2020

Museo Mallé, 25 anni



La ripartenza del Museo Mallé all’insegna dei 25 anni di attività e nel centenario del suo fondatore con videoanimazioni, mostre, edizioni d’arte, donazioni, focus e dialoghi on line nell’anno 2020


La ripartenza del Museo Luigi Mallé, dopo i mesi di lockdown, avviene all’insegna di una doppia ricorrenza: il venticinquennale dell’apertura del Museo (23 giugno 1995) e il centenario della nascita del suo fondatore Luigi Mallé (13 maggio 1920 – 8 gennaio 1979).

Il Museo Civico Luigi Mallé di Dronero taglia il traguardo dei 25 anni di attività: cinque lustri durante i quali l’istituzione culturale è cresciuta insieme al suo pubblico, radicandosi sempre più sul territorio e misurandosi con l’ideazione di contenuti e valori calibrati sulle esigenze di un piccolo, ma importante, museo decentrato.

Data al 23 giugno 1995 l’apertura ufficiale al pubblico: un percorso che, negli anni, ha conosciuto un insieme di problemi e idee, di fatiche e gioie, di certezze abbandonate e acquisite, di scoperte e dubbi. Un lavorio incessante che ha coinvolto molte persone e diversi enti chiamati a sostenere il museo.

A partire dal dicembre 2016, il Museo Mallé sta rilanciando con un sito web – www.museomalle.org – una pagina social molto attiva in questi mesi di chiusura forzata e in collegamento con il territorio - @museomalle - nell’ambito di una nuova gestione affidata dall’ente proprietario, il Comune di Dronero, all’associazione Espaci Occitan che ha affidato la curatela a Ivana Mulatero, con l’importante supporto della Regione Piemonte.


Sabato 11 luglio 2020 alle ore 15, il Museo Luigi Mallé di Dronero riapre al pubblico la collezione permanente che riguarda una varietà di beni, dai dipinti alle sculture, dagli arredi alle porcellane, e poi i vetri, le stampe, le fotografie, i documenti, i dischi, i ventagli e altro ancora, databili in un arco cronologico compreso dalla fine del XVI secolo alla seconda metà del XX secolo. Opere, alcune, di notevole interesse, come il raro quadro da cavalletto di Giambattista Crosato, autore degli affreschi barocchi alla Palazzina di Stupinigi, oppure un vaso Gallé di notevole fattura, ma ci sono pure i dipinti dei maestri piemontesi dell’Ottocento, un bel nucleo di scene di genere di autori fiamminghi e olandesi del Seicento, i pastelli su carta del galante gusto rococò ambientati tra salottini, consolle, bureau-libreria, chaise-longue e mobilialtare. Nell’insieme, una collezione unica perché rappresenta la vastità di cultura e il fervore d’intelligenza di Luigi Mallé, un grande storico delle arti che ha attraversato le strade dei secoli filtrando ogni memoria alla luce di infiniti confronti tra storia, arte e filologia. 


Nel centenario della sua nascita, avvenuta il 13 maggio 1920 a Torino, è possibile riflettere sul senso del dono che egli ha fatto alla comunità dronerese, legandola nel testamento del 15 aprile 1976 come unica erede della casa di famiglia e delle collezioni in essa contenute. Luigi Mallè era un’insaziabile collezionista e lo dimostra la sua raccolta che allinea una miriade di opere in rappresentanza degli stili di varie epoche e culture, secondo una personale concezione di sostanziale superamento della distinzione tra arti maggiori e arti applicate. La collezione è il frutto di un sapere erudito di uno storico dell’arte iscritto all’albo d’onore della società storica e archeologica di Limousin, di un esperto di smalti bizantini, di arazzerie fiamminghe e oreficerie del ’400, di un autore di saggi sulle arti in Piemonte dalla preistoria all’età romantica, nonché di un collaboratore di numerose enciclopedie, di un conferenziere e docente universitario, e non per ultimo, di conservatore e poi direttore del Museo d’Arte Antica di Palazzo Madama e della Galleria Civica d’Arte Moderna di Torino. Come scrisse il suo collega e poi amico Luciano Tamburini, non c’era in Mallé un senso del limite alle esplorazioni sempre più allargate in ogni campo delle arti visive antiche e contemporanee.

Donazione. Nel giugno 2020, il Museo Luigi Mallé ha ricevuto un prezioso lascito a nome della dott. Carla Destefanis Cassino, compagna di studi universitari di Luigi Mallé negli anni 1938-1943 e amica preziosa per i successivi quarant’anni di vita. Gli eredi hanno voluto donare moltissimi saggi, volumi, cataloghi, articoli e alcuni documenti che rappresentano il degno complemento del patrimonio bibliografico custodito dal Museo Mallé. Un patrimonio su cui si sta alacremente lavorando per far emergere l’identità del museo e la figura del suo fondatore, facendo leva su emozioni ed esperienze di visita uniche.

Videoanimazioni. Orhan Pamuk, nel bel racconto “Il museo dell’innocenza” (2009) scrive che “...la collezione determina l’essenza, l’anima, di ciò che si percepisce visitandola”. Un’essenza da far conoscere e comunicare al pubblico. È sembrato, pertanto, naturale offrire un percorso di avvicinamento alle opere attraverso uno strumento tecnologicamente innovativo capace di arricchire l’esperienza di visita. A partire dal bando “Musei da vivere”, promosso dalla Fondazione CRC di Cuneo, con il progetto vincitore “Guarda! 

Si muove!” ideato dalla curatrice Ivana Mulatero. Un gruppo di visitatori del Museo Mallé sta coprogettando, in modalità off e on line, delle video animazioni digitali per dodici opere della collezione permanente del museo, con la collaborazione di Alice Gallouin, professionista delle tecnologie di animazione, in partnership con Alliance Francaise di Cuneo, la Fondazione Peano e il Centro Studi Piemontesi di Torino. Al momento sono otto le opere video animate completate, tre delle quali già a disposizione del pubblico che può esplorare le sale del Museo Mallé con un tablet a disposizione (sottoposto a procedure di sanificazione come richiesto in tempo di pandemia), su cui sono state caricate le animazioni. 

Le potenzialità degli strumenti tecnologici consentono di vedere isolate le singole parti di un opera, raffrontarle con altre, coglierne le differenze stilistiche, entrare negli spessori delle pennellate per ritrovare elementi compositivi mai visti prima. Così è stato per il disegno di Enrico Reycend, “La lanterna del porto di Genova” (1886 ca.) che ha rivelato un doppio soggetto. Per l’opera “Esplosione” (1970) di Umberto Mastroianni, l’esplorazione individua una figura tra forme geometriche; la “Toilette rustica” (1640 c.) di Bartholomeus Molenaer racconta una vicenda dell’Olanda del Seicento; per la “Natività” (1580 c.) della bottega di Bernardino Campi il recupero di modelli da cui deriva l’opera; nella barocca “Allegoria dell’Angelo custode” (1665 c.) di Charles Dauphin è svelato il mistero celato in un inconsueto soggetto; la mitologia di “Venere e Marte” (1735 c.) di Giovanni Battista Crosato dispiega con i dettagli in movimento la potenza evocativa; la dinamica delle molte figure scorre nel bel dipinto “Modena” (1858 c.) di Petrus Tetar van Elven; la delicatezza dei sentimenti del “Prato al sole con bambina” (1885 c.) di Marco Calderini rivela i segreti delle singole pennellate; C’è, inoltre, in ogni videoanimazione un rimando al territorio, con immagini e documenti, e ai beni della comunità di particolare coerenza con l’opera in museo. Il contributo del gruppo di progettazione è molto ampio, dal prestare la voce per la narrazione fuori campo alla realizzazione di immagini di alta qualità, dalla composizione di colonne sonore alla ricerca e ampliamento delle fonti conoscitive. Non di meno, ogni video animazione è replicata in altre lingue, dal francese all’occitano.

Esposizione: sabato 25 luglio 2020 dalle ore 16.00 il Museo Mallé è lieto di presentare Tatahh taha., la marcia degli alfabeti”, personale di Corrado Odifreddi (Cuneo 1954) a cura di Ivana Mulatero. Per l’occasione l’artista ha ideato, all’interno della sede espositiva dedicata alle mostre temporanee del Museo Mallé, un allestimento composto da opere realizzate con linguaggi differenti e tecniche sperimentali, che da sempre connotano la sua cifra stilistica. La mostra sarà visitabile ogni weekend, negli orari consueti di apertura del Museo Mallé, fino all’8 novembre 2020. Seguiranno comunicati dettagliati. 

Edizioni d’arte “Figure d’acciughe 2020”. La quarta edizione della cartella grafica d’autore, nata nell’ambito della “Fiera degli acciugai” del Comune di Dronero nel 2017, vede la realizzazione per l’edizione 2020 di due nuove opere calcografiche a firma di Gianfranco Schialvino e Gianni Verna, tra i più autorevoli xilografi italiani.

Focus su Museo/Cinema. Il Museo Mallé omaggia il grande artista Antonio Ligabue, in occasione della proiezione al Cinema Iris di Dronero (da fine agosto 2020) del film “Volevo nascondermi” di Giorgio Diritti che ne ripercorre la vita, esponendo due opere originali del celebre pittore facenti parte della Collezione Miche Berra, ora custodita presso i depositi del Museo Mallé e oggetto di valorizzazione con programmi specifici.

dialoghialmuseomalle on line. L’ideazione di uno spazio espositivo on line sulla pagina facebook del Museo Mallé – https://wwww.facebook.com/museomalle/ – avviata il 13 marzo scorso, prosegue per tutta l’estate con una serie di presentazioni delle opere esposte e conservate al Museo Mallé secondo una traiettoria di suggestioni visive e poetiche letterarie. La pagina social si tramuta in un diario dei fine settimana espositivi al Museo Mallé.

Le iniziative nel loro complesso, sono realizzate per volontà di Espaci Occitan e del Comune di Dronero, e sono sostenute dal contributo della Regione Piemonte.

Museo Luigi Mallé
Via Valmala 9, Dronero (Cuneo) - www.museomalle.org
Orari di apertura sabato e domenica e festivi dalle 15.00 alle 19.00

Aperture su prenotazione per gruppi e scuole
Costo biglietti: Visita collezione permanente + mostra temporanea + videoanimazioni: Intero € 3,00; Ridotto € 2,00 (7/14 anni, oltre i 65 anni, T.C.I., studenti universitari, gruppi maggiori di 10 su prenotazione).

Gratuito: minori di 7 anni, residenti in Dronero, possessori Abbonamento Torino Musei,
disabili+accompagnatori, giornalisti.

Contatti Tel/fax 0171 904075 | 0171 291014 – 3478878051; segreteria@espaci-occitan.org -
museo.malle@comune.dronero.cn.it; Fb @museomalle

lunedì 29 giugno 2020

Om - Anatomia del pensiero barocco

Om

Anatomia del pensiero barocco

Sculture en plein air di Sergio Omedé

A cura di Ivana Mulatero

3 luglio - 27 settembre 2020
Inaugurazione venerdì 3 luglio ore 18.00
Orari di apertura: dal giovedì alla domenica ore 16.00-19.00
Ingresso libero e gratuito - Chiuso in caso di pioggia

Fondazione Peano 

Corso Francia 47, Cuneo

facebook: Fondazione Peano





La stagione espositiva 2020 della Fondazione Peano si apre venerdì 3 luglio con l’inaugurazione di una mostra en plein air all’interno del proprio giardino botanico museale.

 L’ideale per coniugare arte, natura e nuove regole sul distanziamento fisico. 

Cinque grandi sculture in vetroresina di Sergio Omedé, voluminose ma leggere, sono distribuite nel giardino museale della Fondazione Peano. Il giardino è un atollo verde circondato dalla città; al suo interno, placide e resilienti, le oltre sessanta specie botaniche ricordano l’antico vivaio della famiglia Peano. I visitatori, negli orari di apertura, sono liberi di entrare come in un qualsiasi parco cittadino, inoltrarsi tra le numerose sculture che fin dal 1995 hanno caratterizzato l’attività della Fondazione Peano mirata a promuovere i linguaggi artistici della contemporaneità, e in particolare modo la scultura. 

L’antico stabilimento botanico, divenuto un hortus artis (un giardino d’arte) rappresenta, a tutti gli effetti, una rinascita: un luogo in cui le sculture di Sergio Omedé – coeve alla nascita e allo sviluppo della Fondazione Peano – sono da vivere a cielo aperto, anche in momenti così particolari e delicati. L’esposizione nel giardino anticipa la seconda sezione della mostra che la Fondazione dedica all’artista astigiano e che sarà allestita a inizio settembre nella sala ipogea con una selezione di sculture in legno, disegni e bassorilievi.

L’esposizione en plein air fa parte del progetto “Un Giardino da Vivere” sostenuto dalla Fondazione CRC nell’ambito del bando Musei da Vivere e la cui finalità è la promozione del giardino botanico-museale non solo come spazio espositivo ma, soprattutto, come spazio per la comunità residente. 

La mostra en plein air è occasione per un’apertura straordinaria del giardino per tutto il periodo estivo – solitamente chiuso da metà luglio a settembre, periodo in cui la Fondazione sospendeva la propria attività espositiva. 

La mostra sarà presto accompagnata anche da un percorso di scoperta del giardino a misura di bambino e da attività per le famiglie sviluppate proprio attorno alle cinque grandi sculture di Sergio Omedè.

La mostra è aperta dal giovedì alla domenica in orario 16-19 con ingresso libero e gratuito. Si richiede al pubblico l’osservanza del distanziamento fisico come previsto delle norme anti -Covid. 

Il giardino resterà chiuso in caso di pioggia. Oltre all’ingresso di C.so Francia 47, per favorire la fruizione da parte dei residenti del quartiere, si potrà accedere al giardino anche attraverso il cancello pedonale di Via Momigliano posto all’interno del parcheggio pubblico attiguo a quello privato della Fondazione.

Prossimi eventi culturali a Demonte



mercoledì 8 luglio 2020 - ore 17
Maurizio Ovidi: "Vuoti a perdere"
la mostra rimarrà aperta fino al 19 luglio 2020 (per gli orari consultare la locandina su questa pagina)

giovedì 23 luglio 2020 - ore 17
Cristina Saimandi: "Fiori di mandorlo"
la mostra rimarrà aperta fino al 9 agosto 2020 (per gli orari consultare la locandina su questa pagina)

sabato 25 luglio 2020 - ore 21
Una serata con Johann Sebastian Bach
composizioni per chitarra classica interpretate dal musicista Siro Giri

giovedì 13 agosto 2020 - ore 17
"Creatività in valle n. 2" - esposizione degli elaborati degli "Amatori d'Arte" residenti in Valle
la mostra rimarrà aperta fino al 23 agosto 2020 (per gli orari consultare la locandina su questa pagina)

Tutti gli eventi si terranno in Palazzo Borelli (2° piano), via Martiri e Caduti per la Libertà, n. 1





















sabato 27 giugno 2020

Presentazione in streaming del volume “Il Monumento alla Resistenza di Cuneo 1969-2019 – Cronache ricezioni immagini”


La presentazione del volume Il Monumento alla Resistenza di Cuneo 1969-2019 - Cronache ricezioni immagini, edito da Primalpe con il supporto dell’Istituto Storico della Resistenza e dalla  Società Contemporanea in provincia di Cuneo “Dante Livio Bianco” con la  presenza dell’autore  prof. Enrico Perotto e del direttore dell’Istituto Storico prof. Gigi Garelli avverrà in streaming tramite il canale youtube del comune di cuneo: a partire dalle ore 16:20 di lunedì 29 giugno 2020 (visibile anche in differita): https://www.youtube.com/user/comunedicuneo 










[Oltre]passare la frontiera.




CS

La Valle Stura è un territorio montano per eccellenza, radicato nella propria storia, tradizione, cultura e lingua, custode di un patrimonio che è ricchezza per il futuro. È soprattutto una terra di confine, da sempre luogo di transito e scambio che ha visto coinvolte persone, saperi, prodotti e tradizioni, e per questo conserva un affascinante patrimonio culturale.

La mostra estiva di quest’anno - che inaugurerà il 18 luglio 2020 alle 17 e sarà visitabile sino al 31 dicembre 2020 negli orari di apertura dell'Ecomuseo della Pastorizia di Pietraporzio - andrà ad indagare proprio questa identità di territorio transfrontaliero.

Parlare di confini in Valle Stura significa narrare il territorio, la montagna, le strade, i prati: significa raccontare la storia dei percorsi migratori di uomini e donne alla ricerca di una vita migliore, di pastorizia, di transumanza e di contrabbando. La frontiera italo-francese della Valle Stura è sempre stata storicamente una linea fluida, molto transitata. Per le genti della valle l'emigrazione era vista come qualcosa di normale, chi non era emigrato non era un uomo: l’esperienza migratoria era come una prova per entrare nella vita adulta. Sin dal passato quindi è viva la cultura della mobilità e questo istintivo ed irrefrenabile desiderio di Francia, di partire e di migrare, e il desiderio di ascesa sociale.

Oggi sul confine non ci sono più gendarmi e carabinieri come un tempo, e risulta ancor più evidente che le zone di frontiera sono luoghi in cui si confondono realtà diverse e le contraddizioni sembrano annullarsi. Lo sguardo dell’osservatore oggi non ha ostacoli se non quelli naturali, in un abbraccio visivo che restituisce il giusto ordine alle cose e riconosce alla natura il ruolo che le spetta, facendo apparire l’azione esercitata dall’uomo e dalla sua volontà di controllo e delimitazione, come qualcosa di effimero.

L'Ecomuseo della Pastorizia è felice di ospitare questa mostra che racconta, attraverso le immagini, la storia della Valle Stura, la storia di un territorio transfrontaliero tra Italia e Francia: da sempre le nostre due culture respirano assieme le une con le altre, e siamo convinti che la cultura sia sempre il miglior mezzo di scambio e condivisione.


Gli scatti saranno del fotografo cuneese LUCA PRESTIA (Torino, 1971). Laureato in Storia moderna all’Università di Torino, dove ha ottenuto un dottorato di ricerca nella medesima disciplina. Giornalista pubblicista dal 2000 al 2015, svolge attualmente attività di consulenza editoriale e di progettazione culturale in ambito fotografico, oltre ad essere membro dell'Associazione Nazionale Fotografi Professionisti e responsabile della comunicazione per Emmaus Italia ONLUS. Collabora con quotidiani e riviste in Italia e all'estero, tra cui «Corriere della Sera», «pagina99», «L'Espresso», «Let's Explore Magazine», «Lumo Mag» e «Artwork». Autore di fotoreportage realizzati in Burkina Faso, Kosovo, Macedonia, Grecia e Bosnia, da qualche tempo la sua ricerca fotografica si focalizza principalmente sul paesaggio e sulla sua relazione con la mobilità delle persone e con i processi migratori. Le sue immagini sono state esposte in numerose mostre personali e collettive e fanno parte di alcuni volumi editi in Italia. Da un anno è contributor dell'agenzia fotografica Getty Images.


L'evento si svolgerà nel rispetto delle norme anti-contagio del DPCM dell'11 giugno 2020. Nel rispetto di tali normative è obbligatorio essere in possesso della mascherina e di altri eventuali dispositivi di protezione personale che si ritengono utili.

Ecomuseo della Pastorizia 
Frazione Pontebernardo
12010 Pietraporzio

giovedì 25 giugno 2020

La grinta automobilistica degli anni trenta attraverso le foto di Adriano Scoffone

Grazie al prezioso lavoro del Museo Civico è in corso la digitalizzazione dell'archivio di Adriano Scoffone, storico fotografo cuneese, che fra le tante raccolte ha realizzato una serie di servizi sulla famosa gara automobilistica Cuneo-colle della Maddalena, che radunava i più famosi piloti degli anni trenta, quali Campari, Nuvolari, Maserati e Varzi e tanti altri celebri protagonisti di un'era mitica dell'automobili da corsa.

Questo materiale ha interessato Giosuè Boetto Cohen, noto curatore e giornalista, che ha ideato una stupenda mostra su quegli storici eventi. 



Attraverso una ottantina di fotografie, selezionate fra centinaia, si rivivono nella mostra i momenti di quelle grandi imprese sportive con più famosi piloti di quegli anni, che cavalcavano alcune celebri auto, come la stupenda Lancia Lambda di Armando Rabagliati, la grintosa Alfa Romeo 1500 MMS, guidata da Emilio Gola, e una elegante e sportiva Bugatti 35 portata da Avattaneo.

Il curatore ha scelto una visione intensa e sportiva, che guarda alla passione sportiva e agli sviluppi tecnici di quell'era sperimentale, facendo un particolare focus sull'edizione della gara del 1930, forse il momento più epico di quella competizione, e immergendoci nell'atmosfera del tempo con una selezione della realtà sociale cuneese. Infatti il titolo "Quei temerari delle strade bianche" non parla solo del coraggio automobilistico ma anche di quegli incredibili anni di grandi cambiamenti. 




Il progetto espositivo, realizzato anche grazie al prezioso sostegno della Eberhard & Co., è stato pensato come un ambiente immersivo con l'allestimento ideato da Angelo Sala, noto scenografo internazionale, alla composizione musicale ideata da Marco Robino appositamente questo evento.

Il progetto è realizzato dal Comune di Cuneo in collaborazione con il Mauto, Museo Nazionale dell’automobile di Torino, dove la mostra sarà proposto poi nel 2021.





Cesare Botto



Cesare Botto

SITO/SITI

La pittura come dimora


27 giugno - 26 luglio 2020
Inaugurazione sabato 27 Giugno 2020 - ore 17,00
prenotazione obbligatoria al numero 0172 430185

Palazzo Mathis 

Piazza Caduti per la Libertà, 20 - Bra (Cuneo)







Donne velate al Museo Diocesano di Cuneo




Donne velate dalle culture e tradizioni religiose del mondo arrivano al Museo Diocesano di San Sebastiano.

Le storiche stanze del museo ospitano queste presenze quiete e assorte, che costellano il  percorso, trovando sosta e dialogo nelle diverse tematiche storiche e religiose del progetto espositivo.



Sono una serie di  interessanti ritratti fotografici a colori, realizzati dall'artista Carla Iacono, modulati in uno spazio notturno, da cui le figure emergono con sguardi diretti e interroganti.

I diversi scatti spesso sono ispirati a celebri opere dell'arte pittorica o a personaggi dal forte impegno culturale. 

Ogni fotografia è accompagnata da alcune brevi riflessioni che approfondiscono il valore storico e sculture di ogni scatto, alcune hanno anche un dinamico QR code che connette il vostro cellulare a una serie di brevi e utili video descrittivi il progetto espositivo. 




Il percorso ideato è un invito a riflettere su questo approccio antico alla figura e dimensione dell'identità femminile con le articolate e complesse tematiche degli usi, tradizioni e consuetudini sociali e religiose di questa pratica  della "velatura" nel vestire.

Questo evento espositivo è parte della rete dell’Associazione Musei Ecclesiastici Italiani che ha realizzato questa iniziativa con la galleria VisionQuesT 4rosso di Genova. Per questa tappa il progetto è stato curata da Enrico Perotto con la direttrice del museo Laura Marino e Clelia Belgrado, responsabile della galleria, la mostra durerà fino a metà Agosto. 




mercoledì 24 giugno 2020

Saluzzo Estate 2020


SALUZZO ESTATE 2020





[dal comunicato stampa]

15esima edizione per la rassegna estiva saluzzese che ha saputo unire  musica, gusto, feste di piazza. Sarà un poco diversa in questo 2020, ma sarà sempre SALUZZO ESTATE

Un’estate di musica, arte, musei, sapori del territorio: questi alcuni degli ingredienti che Saluzzo offre a cittadini e visitatori. Un ricco calendario per ripartire dopo la brutta esperienza della pandemia è l’ulteriore dimostrazione che molto si può fare lavorando INSIEME - Comune, Enti Strumentali, Associazioni, Gestori di servizi comunali. Che dire ancora? Vi aspettiamo in città. Visit Saluzzo!

Mauro Calderoni – Sindaco Città di Saluzzo


Saluzzo Estate. Il modo migliore per ripartire con gli eventi che, ormai da 15 edizioni, caratterizzano i mesi estivi saluzzesi e che aiuteranno la nostra comunità a lasciarsi alle spalle mesi difficili a causa della pandemia. Molte sono le novità che abbiamo preparato e la cui realizzazione sarà possibile grazie alla collaborazione con le associazioni presenti sul territorio. Così, pur dovendo rinunciare a manifestazioni già programmate, vi aspettiamo a Saluzzo con un ricco calendario di eventi ai quali non dovrete far altro che partecipare!

Carlotta Giordano – Presidente Fondazione Amleto Bertoni


Cinema all’aperto, un curioso MercAntico sotto l’Ala, ad orario aperitivo/serale, un grande cortile che si fa spazio spettacolo studiato per rispondere alle direttive Covid – 19 per fare alcuni grandi eventi, e perché no, per ospitare Associazioni e Compagnie del territorio che vorranno recuperare momenti di spettacolo e socialità persi. Ancora, aperitivi con prodotti di territorio, Assaggi d’arte e passeggiate per Saluzzo sotto le stelle, laboratori per bambini.
La Fondazione Amleto Bertoni interpreta la sua azione come servizio culturale che non può mancare in un momento come questo. E lo fa in collaborazione con Associazioni ed Enti di territorio che interpretano la socialità e la cultura come momenti fondamentali dello “stare insieme”. 
Ovvio, sarà tutto contingentato, sarà tutto programmato un poco più in corsa per evidenti motivi, saranno eventi per numeri più piccoli rispetto al passato, seguiremo le regole al meglio. Ma lo faremo INSIEME, divertendoci e ascoltando storie e musica che ci faranno bene. Poi, come sempre, tutti a passeggio per le vie di Saluzzo, per godere i dehors e l’aria calda delle lunghe serate d’estate.


Andiamo con ordine. Eccovi le prime date da mettere in calendario.

Appena passato sabato 20 giugno, quando a Saluzzo è andata in scena sulla pagina Social del Comune la Festa della Musica così come nelle più grandi città Europee. Una versione virtuale, nella quale sono stati lanciati stralci di serate musicali di gruppi saluzzesi e animazioni musicali nel centro storico firmate da Enti strumentali e Associazioni saluzzesi. 

Inizio del mese di luglio dedicato al via ufficiale dello spettacolo girovago che tocca le frazioni.
Confermato per i mercoledì sera dell’estate il Cinema all’aperto Itinerante (e non!) della Fondazione Bertoni. Prima di tutto, sei le tappe cinematografiche + una teatrale. Una speciale serata d’avvio, nel grande cortile della Ex Caserma Musso per prendere confidenza con le nuove misure Covid - 19. Meno sedie, più distanziate, moduli di autocertificazione, e termometro all’ingresso.  Si parte mercoledì 1 luglio. Una luce alle spalle, la magia davanti agli occhi. 

E sarà Cinema. Quindi borgo Maria Ausiliatrice, e poi il 15 luglio tutti a Cervignasco per il cinema in versione pic-nic. Si prosegue con Castellar e ritornando in Ex Caserma Musso si trova persino il teatro per i più piccoli.
Ogni proiezione avrà inizio alle 21.15 circa e in caso di pioggia verrà annullata. TUTTE saranno a prenotazione OBBLIGATORIA, non si potrà accedere se non ci si sarà registrati. Tutte le info sul sito della Fab dove si potrà accedere alle prenotazioni (chi non potrà farlo sarà invitato a telefonare agli uffici della Fondazione).
I MercAntichi? Non ce ne siamo dimenticati, anzi. Ritorniamo ad animare Saluzzo e lo facciamo con una novità. Anche qui, importante seguire le regole ed essere seri: quindi primo MercAntico in versione al chiuso, sotto l’ALA DI FERRO, un sabato pomeriggio d’estate. Un insolito aperitivo/dopocena. Appuntamento il 4 luglio.

Omaggio a LUIS SEPULVEDA – A pochi mesi dalla morte del grande scrittore cileno, due serate per grandi e piccoli. Ratatoj, in collaborazione con Occit’amo Festival, porta a Saluzzo Ginevra Di Marco con Lucho e noi. Quindi toccherà ad Assemblea Teatro far sognare i più piccoli con La Gabbianella e il gatto.

E i giovani saluzzesi? Sabato 18 luglio a partire dalle ore 18.30 l’associazione ARITMIA propone un MUSIC CONTEST rivolto ai gruppi musicali locali under 35. Ma non finisce qui. Dateci tempo, un’altra serata “speciale” non dovrebbe mancare ma non è semplice da organizzare. Al momento la nostra idea non può andare in scena. Aspettiamo insieme i prossimi DPCM. Ci stiamo muovendo anche in questo senso!
Non mancheranno le sorprese targate Occit’amo e Suoni dal Monviso, o ancora Ratatoj. I due Festival di territorio saranno ancora una volta presenti! Il primo evento, in collaborazione con FESTIVAL BORGATE DAL VIVO, porta a Saluzzo ANDREA SCANZI in E pensare che c’era Giorgio Gaber. Ratatoj porterà una serata di divertente poesia con GUIDO CATALANO.

La musica antica. Nemmeno lei si ferma. Grazie al lavoro della Fondazione Alto Perfezionamento Musicale e del Comune di Saluzzo si è pensato ad una versione inedita e curiosa del MARCHESATO OPERA FESTIVAL, tutta da vedere e ascoltare sui social!

News per il centro storico cittadino! Ci pensano Itur e URCA con assaggi di cultura e arte, aperitivi, pellicole d’autore, passeggiate sotto la luna e laboratori per bambini.

Il calendario completo degli appuntamenti della rassegna Saluzzo Estate è scaricabile dal sito www.fondazionebertoni.it


Info: Fondazione Amleto Bertoni – Città di Saluzzo – Tel. 0175 43527 – 346 9499587 www.fondazionebertoni.it; info@fondazionebertoni.it



lunedì 22 giugno 2020

Rittana 2020 stagione artistica



Quest’anno la stagione artistica di Rittana, a causa delle difficoltà e incertezze organizzative conseguenti alla pandemia Coronavirus, si avvierà venerdì 26 giugno in occasione della prima conferenza del ciclo Racconti  di architettura e paesaggio montano , programmato per i mesi di giugno, luglio, settembre e ottobre (*) 

Da questa data, senza inaugurazioni ufficiali e con modalità che tengono conto delle cautele sanitarie in vigore, saranno aperte tre importanti mostre di una programmazione ancora più ambiziosa e significativa  rispetto alle due edizioni precedenti.

Le mostre, allestite nei locali dell’ex Canonica di Rittana, saranno visitabili nelle giornate di sabato e domenica, oltre che in momenti diversi su prenotazione. Tutte le informazioni di dettaglio saranno disponibili sul sito del Comune (www.comune.rittana.cn.it), oppure presso il bar-alimentari “Andata e Ritorno” (chiuso il lunedì, telefono 347 825 1432).  
  
XX · XX VENTI PER VENTI Collezione arte contemporanea Rittana

La collezione pubblica “20 x 20”, diventata a pieno titolo la pinacoteca di arte contemporanea locale, prosegue il suo percorso di crescita e si arricchisce di nuove acquisizioni.  In questa raccolta sono presenti opere (tutte rigorosamente dello stesso formato, 20 x 20 cm, appunto) provenienti ormai da ogni parte d’Italia, grazie al passaparola di tanti artisti accomunati dallo stesso spirito di generosa partecipazione al progetto di rinascita-sviluppo del paese. Quest’anno alle 110 già presenti se ne aggiunge una nuova ottantina e si sfiora così il numero di 200: tutte insieme costituiscono un singolare allestimento che diventa esso stesso un’unica, grande opera, simbolo di quanto di più nobile possa esprimere l’arte e di quanto essa possa essere sensibile e propositiva in tema di solidarietà e coinvolgimento sociale.

MOUNTAGNES 2

Il paesaggio alpino dei pittori cuneesi del ‘900

Mountagnes 2 è la prosecuzione di una mostra che aveva riscosso tanto successo nell’estate del 2019: una rassegna che presenta pittori della provincia di Cuneo, attivi nella seconda metà del secolo scorso, e che si sono dedicati prevalentemente, come era allora consuetudine,  ad  una pittura  en  plein air,  attraverso  le nostre valli. ​

Si   tratta   di   pittori   generalmente   di   formazione   non   accademica   che   hanno   tuttavia   caratterizzato   una stagione che merita di essere ricordata e raccontata.

Ai   28   artisti   e   alle   54   opere   dell’anno   scorso,   quest’anno   si   avvicendano   19   nuovi   artisti   e   80   opere. 

L’insieme è  frutto di  una ricerca inedita  e rappresenta  una operazione prima mai  tentata e che  è  stata possibile solo grazie alla disponibilità di Carlo Morra, certamente il più diretto e attento conoscitore di quel periodo di storia locale.



Ugo Nespolo

Alla ricerca di un approdo

La terza mostra presenta a Rittana un Maestro di rilievo internazionale: Ugo Nespolo, figura poliedrica che  ha spaziato tra pittura, scultura, teatro, cinema, design, tv, pubblicità e videosigle, esponente indiscusso della Pop Art italiana, di solida formazione umanistica, costantemente impegnato anche sul piano teorico  per le  sue riflessioni sull’arte e i suoi valori. 

A Rittana il Maestro non ha voluto presentare opere che appartengono alla sua produzione più riconoscibile, caratterizzata da incastri coloratissimi di forme che a volte diventano veri e propri fantasiosi ed onirici puzzle, ma un progetto esclusivo che ha sviluppato qualche anno fa, in un momento di sofferto rifiuto della sostanziale indifferenza del mondo e del mondo dell’Arte, in particolare, di fronte alle continue morti  nel Mediterraneo di migliaia di migranti. 

Su questo tema ha ricordato e riletto, attraverso 20 dipinti qui presentati, il capolavoro di Théodore Géricault, Le radeau de la Méduse ( La zattera della Medusa) , del 1819, affermando: “ Violenze ed  annegamenti quotidiani e contemporanei costringono a ricordare un’altra epoca in cui la furia del mare –  ancora lui – inghiottiva naufraghi assassinati dall’egoismo e dalla violenza umana, anche allora vittime di  sistemi politici in agonia e alla deriva” .

La mostra, oltre ad essere particolarmente coerente con gli intenti su cui l’attività espositiva di Rittana cerca  di focalizzarsi soprattutto con l’evento centrale - riflettere sulle istanze e i problemi di più pressante attualità  e importanza per la nostra società -  offre anche inediti spunti di riflessione sul momento storico che stiamo vivendo in cui le nostre comunità, a causa della pandemia Coranavirus, si trovano smarrite in un mare di incertezza e paura, confidando in un futuro salvifico non scontato.

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(*) Racconti di architettura e paesaggio montano , è un ciclo di conferenze organizzato dal 
Comune di Rittana in collaborazione con il Politecnico di Torino - Dipartimento di Architettura e Design, l’Istituto di Architettura montana, la Fondazione Nuto Revelli e il settimanale cuneese La Guida: quattro appuntamenti, distribuiti nei mesi di giugno, luglio, settembre e ottobre, in cui interverranno figure professionali di assoluto rilievo per presentare loro esperienze e realizzazioni condotte in territorio montano.

Partendo dalla convinzione che le buone pratiche in architettura, sia che si tratti di interventi di recupero del patrimonio edilizio esistente che di nuove costruzioni, rappresentino non solo un inderogabile impegno  sotto il profilo culturale ma elementi di valorizzazione del territorio capaci di generare processi virtuosi di sviluppo, gli incontri si pongono espliciti obiettivi di sensibilizzazione, approfondimento di conoscenze e scambio di esperienze. 

Il territorio montano, con particolare riferimento a quello cuneese, per crescere in termini di sviluppo sociale ed economico, a prescindere dal settore considerato, ha bisogno di qualità: dell’ambiente naturale, del paesaggio e del costruito. In questo senso diventano fondamentali non solo il ruolo dei tecnici e delle imprese ma anche la consapevolezza del committente e quella di chi semplicemente vive in montagna o la frequenta. Avere dunque l’opportunità di confrontarsi con approcci metodologici e realizzazioni qualificati è sicuramente occasione di crescita e arricchimento. 

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Tutte le conferenze avranno luogo nel Centro Incontri del Comune di Rittana (Piazza Galimberti – Rittana) alle ore 17.30 . La partecipazione dal vivo, per ovvi motivi di sicurezza sanitaria, è riservata a un numero limitato di persone, previa prenotazione al seguente indirizzo: rittana@vallestura.cn.it
Tutte le conferenze saranno comunque registrate e disponibili on line. 

In occasione del primo appuntamento, la conferenza sarà preceduta da una visita guidata alla borgata Paraloup il cui recupero architettonico, realizzato dalla Fondazione Nuto Revelli, è stato oggetto di numerosi  riconoscimenti ed esposto alla Biennale di Architettura di Venezia del 2018. Ritrovo alle ore 14.30 in Rittana, nei pressi del Santuario di San Mauro.

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Il primo incontro – venerdì 26.6.2020 - è con l’architetto ENRICO SCARAMELLINI (Chiavenna 1969)  studio ES arch - Madesimo (SO) e Giussano (MB)

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Enrico Scaramellini proviene da uno specifico ambito territoriale, culturale e architettonico: il territorio alpino; al suo interno ha affinato la propria sensibilità per gli aspetti paesaggistici, con una naturale attenzione per ambiti di confronto fragili e delicati. Il progetto, per lui, è sempre concepito come momento  di ricerca di un nuovo equilibrio fra le istanze della contemporaneità, del paesaggio e della storia dei luoghi. 

L’affiancamento dell’attività professionale a quella didattica (Politecnico di Milano) è sempre stato inteso in  maniera sinergica, indirizzata alla ricerca nel campo della progettazione. 

Si occupa di progetti inerenti la residenza e gli spazi della ricettività. I suoi progetti sono stati pubblicati  in webmagazine specializzati e da varie riviste internazionali. Nel 2012, è stato fra i finalisti della Medaglia  d’Oro per l’Architettura Italiana, premio bandito dalla Triennale di Milano. Ha partecipato a numerosi concorsi, mostre e convegni. Nel 2014 il suo lavoro è stato selezionato per la 14° mostra internazionale di  architettura della Biennale di Venezia, nella sezione “Un Paesaggio Contemporaneo” del Padiglione Italia. 

Nel 2016, due sue architetture sono state all’interno dei 22 progetti selezionati per la “Rassegna Architetti  Arco Alpino”. Nel 2018, è stato compreso nella selezione per “Architetto dell’anno 2018” organizzata dal  CNAPPC, nella categoria Restauro.

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Il programma degli incontri successivi è il seguente:

Venerdì 24.07.2020                ALBERTO WINTERLE | architetto | Presidente Associazione Architetti Arco Alpino 
                                                   WEBER e WINTERLE associati, Trento

Venerdì 18.09.2020 ROBERTO PAOLI | architetto
                                                    Nexus Associati, Rove reto (TN) 

Venerdì 16.10.2020                ANTONIO DE ROSSI | architetto 
                                                    Docente al Politecnico di Torino

DARIO CASTELLINO | architetto
                                                    Studio Castellino, Cuneo

giovedì 18 giugno 2020

Claudio Salvagno (1955-2020)


"La scultura è un prolungamento del pensiero, oscuro, quanto basta da disconoscerla a tratti, ma da riconoscermi come contadino o artigiano. Il resto non mi riguarda granché, bellezza e Fortuna sono del tutto casuali."
"Io ritengo che tutte le opere compiute dall'uomo posseggano un qualcosa di spirituale. Tuttavia per me la scultura non è soltanto un bisogno spirituale, ma fisiologico: scolpire per me e come mangiare. Ciò che non apprezzo del mondo dell'arte è che a volte si basa troppo su supponenze: io propendo per una concezione dell'arte più umile, più artigiana".

(Claudio Salvagno)


Lontano dai clamori del sistema ufficiale dell'arte, opera silenziosamente la sua figura di artigiano contadino, come lui stesso vuole essere considerato, impegnato nel contrastare la divisione tra il cuore e la mente dell'uomo globale contemporaneo e il tronco non più tanto robusto delle proprie origini naturali. Salvagno è autore di versi in lingua occitana, immanenti e metafisici insieme, in cui i suoni, i colori, i gesti e le emozioni del quotidiano trasfigurano in desideri d'infinito. Scolpisce con maestria il legno, ora lasciandone a vista il tessuto vegetale ora rivestendone le forme definite con colori di forte impatto timbrico, e si esprime con lo spirito di un antico artefice alpino, che vuole farsi carico della vita arborea, riflesso simbolico di quella umana. Nelle sue opere affiorano miti e idoli riconoscibili come figure archetipo, ma che sono rivisitati con l'occhio di chi vi scorge una mutazione fisica in atto. Un corpo materno, ma dubbio, di una pianta è colto nel momento di generare una colonna di crescenze vegetali, tumide e inverosimili; e l'immagine surreale di un personaggio femminile misterioso subisce un'improvvisa e cruenta metamorfosi organica, trattata con l'enfasi coloristica che si ritrova in una scultura lignea popolare di età barocca e con il senso acuto per il dramma della violenza esercitata nei confronti della bellezza, della poesia e della natura.

Enrico Perotto
Dal catalogo "Nove scultori piemontesi a Cuneo" (8-31 maggio 2003)










Potonóira - Baciatrice, 2002, legno di tiglio







Lo brutlar dal tiu motur daluenh 
coparè plus en dui la comba 
la tia charja de bòsc o fen 
marcarè plus ton passatge.

Aora lo silenci chucha decò 
lo calar de l'aiga de la font. 
Lauses estrameiraas, 
pòsts d'un portal desfach, 
segelins, brots de palha e fen, 
amolines, claps.
Tot fenìs aquì, empatanhat ent 
la malinconia que cor dedins i orties. 
Greu da ailamont chei
a cobrir i nòstres retards 
un vielh sòmi de caluse.






Installazione La Via del Sale, Cappella di San Bernardo Castagnito, 2004





Me levo de matin
lo còs linfrat, l'alen gachit
come se 'na pena botjaa da dalònh
attravèrs la tromba de le nuech
foguesse rintraa dins lo còs
pas greus, chauciers empautats,
una armada de jorns negats fai guerra. Aparats da la mòrt
                                  
degun es estat a garda de l'amor

e sas ren coma se pòl continuar a gachar en patz i mòrts

se pas encara sabem a aquò que sierv, cò qu'es
tot aquest nòstre trebular ent l'ombra
totes questes batalhes de drais dins lo cap
aquest gandir-se o cheire per un agach
tot aquò e encar mai
sensa poler salhir da aquestes prisons de charn
qu'en avem pro dal dolor que nos enfrangana
quora nos laissem
quora nos quitem i mans
e sens esper tombem dedins lo borre
come còs mòrt tomba.




Mi alzo al mattino
il corpo bastonato, il respiro stanco
come se una pena che mossa da lontano
attraverso la tromba della notte
sia entrata dentro il corpo
passi pesanti, scarponi infangati,
un esercito di giorni negati mi fa guerra. Riparati dalla morte
nessuno è rimasto a guardia dell'amore

e non si sa come continuare a guardare in pace i morti
se ancora non sappiamo a cosa serve, cos'è
tutto questo nostro tribolare nell'ombra
tutte queste guerre di draghi dentro il capo
questo salvarci o cadere per uno sguardo
tutto questo e altro ancora
senza mai poter uscire da queste prigioni di carne
che ne abbiamo abbastanza del dolore che ci strazia 
quando ci lasciamo
quando le mani si lasciano
quando senza speranza cadiamo dentro l'ombra
come corpo morto cade

da: Claudio Salvagno, L'autra armada, Nino Aragno Editore, 2013







mercoledì 17 giugno 2020

Il progetto "Turacei" della Fondazione Casa Delfino di Cuneo


[dal comunicato stampa]

La Fondazione Casa Delfino (onlus) è lieta di comunicarvi la prossima inaugurazione (12 luglio 2020) del progetto Turacei. Tale progetto si svilupperà nei mesi di luglio-agosto-settembre nella Villa Torre Acceglio (via Torre Acceglio n.59, fraz. Madonna delle Grazie) di proprietà della Fondazione. Detta villa dispone di un parco di circa 1.500 mq per cui l'attività del progetto si potrà svolgere comodamente in spazi aperti e con tutte le garanzie previste dalle attuali norme anti-covid.