domenica 22 dicembre 2019

"Le trame di Raffaello" in mostra a Mondovì


CSV
Presso il Museo della Ceramica di Mondovì (Palazzo Fauzone di Germagnano, Piazza Maggiore 1), è in corso la mostra “Le trame di Raffaello. Il restauro dell’arazzo Madonna del Divino Amore del Museo Pontificio di Loreto”. Il progetto espositivo nasce dalla collaborazione tra la Fondazione CRC, il Centro Conservazione e Restauro "La Venaria Reale", il Museo Pontificio Santa Casa di Loreto, il Museo della Ceramica e il Comune di Mondovì
Protagonista dell’esposizione è l’arazzo “Madonna del Divino Amore”, realizzato ad inizio Cinquecento dalla raffinata manifattura di Bruxelles su cartone derivante da un’opera di Raffaello Sanzio. Prima di essere esposta a Mondovì, l’opera è stata oggetto di un accurato restauro condotto dal Centro Conservazione e Restauro “La Venaria Reale”. 
L’iniziativa, che anticipa le celebrazioni per i 500 anni dalla morte dell’artista, propone un percorso affascinante dentro la materia e la tecnica che caratterizza un arazzo antico, portate in evidenza dal recente intervento di restauro. La mostra costituisce inoltre un’importante occasione per approfondire la produzione raffaellesca attraverso la declinazione dei suoi disegni su cartoni preparatori nelle diverse arti. L’arazzo traduce, con filati preziosi, una delle immagini più note della produzione pittorica del maestro, che ebbe grande fortuna critica, soprattutto nel XIX secolo, quando venne denominata “Madonna del Divino Amore”. Vi sono raffigurati la Madonna con Bambino, Sant’Anna (o Santa Elisabetta) e San Giovannino. L’opera era parte di una serie tessuta su modello raffaellesco raffigurante episodi della vita della Vergine, commissionata dal potente vescovo di Liegi Érard de la Marck. Nel XVII secolo divenne proprietà di papa Alessandro VIII Ottoboni e nel 1723 il nipote, il cardinale Pietro Ottoboni, ne fece dono al Santuario di Loreto.
Il percorso espositivo, allestito al piano terreno del Museo della Ceramica, porta subito ad un’immersione e ad una visione ravvicinata del manufatto. La mostra sarà visitabile fino a domenica 15 marzo, il giovedì e venerdì dalle 15 alle 18, sabato e domenica dalle 10 alle 18. 
Durante il periodo di apertura sarà promosso un ricco programma di laboratori didattici per le scuole, a cura del Museo della Ceramica. Per maggiori informazioni è possibile telefonare allo 0174/40389 e al 0174/559365.





Mostra | Espongo il mio presepio




La mostra sarà aperta tutti i giorni fino al 6 gennaio con ingresso libero. L’orario feriale è dalle 15 alle 19 e festivo dalle 10 alle 12 e al pomeriggio dalle 15 alle 19. Aperture straordinarie con visita guidata per comitive. La mostra è realizzata dai numerosi soci guidati dal maestro presepista e presidente del Circolo Acli “Amici del presepio di Cuneo”, Salvatore Vento.


La mostra si caratterizza per opere selezionate ed originali di notevole pregio. Quest’anno si esporranno una quarantina di pastori, con altezza di venti centimetri della scuola palermitana, artisti di fama internazionale, ambientati in una grande scenografia palestinese realizzata da Salvatore Vento. 


Sono esposti presepi meccanici e una grande ambientazione rurale della Valle Varaita. Sono presenti opere napoletane e leccesi di collezioni private. Presepi aperti e Diorami. Una sezione è riservata ad artisti locali e il concorso delle scolaresche in collaborazione con l’Assessorato Socio Educativo. Numerosi artisti e volontari saranno presenti per relazionarsi e guidare i visitatori al fine di apprezzare le opere e le tecniche utilizzare nella realizzazione fin nei minimi particolari.

Domenica 22 dicembre, alle ore 11 a Palazzo Samone, inaugura la ventunesima edizione della mostra “Espongo il mio presepio”.

Per informazioni: tel. 338-3525553, 333-3028355.







Ritorno alle origini… là dove tutto è cominciato



Gianni Gaschino, nato a Cuneo, ha frequentato il liceo classico ed il Politecnico a Torino per laurearsi in ingegneria meccanica nel 1969. Accanto ad una carriera lavorativa dirigenziale svolta in importanti aziende internazionali, ha sempre coltivato in parallelo le sue passioni alternative, conciliandole col lavoro quotidiano: la pittura ed il volo.

I suoi esordi nel campo della pittura risalgono alla metà degli anni 70 con le prime mostre personali in Francia e negli Usa. La sua vena si esprime nell’arco di oltre 60 mostre personali in Italia ed all’estero dove il pittore ha fatto conoscere la sua arte ad un pubblico che lo ha premiato con grande consenso e considerazione. Sue opere sono infatti presenti in case private e gallerie dagli Usa all’Australia, passando per il Canada e l’Europa.

Autodidatta nelle tecniche e nello stile, non legato quindi ad alcuna scuola o tendenza accademica, la sua arte si è sviluppata in modo autonomo e personale. La tecnica è da sempre impostata su un costante gioco cromatico di smalti che vanno a formare un fitto reticolo di tasselli colorati, come in un mosaico, dai colori decisi che danno vita e respiro ai paesaggi rappresentati in un gioco rasserenante e gioioso.

Dalla passione del volo derivano molte delle sue vedute aeree panoramiche e prospettiche che gli hanno valso il titolo ben meritato di “pittore volante”. Avvalendosi della terza dimensione, quella verticale appunto, le sue ariose visioni dall’alto si aprono su panorami prospettici inaspettati, coinvolgenti, distesi all’infinito, avvolti dalla leggerezza della luce nel profondo cielo terso, proprio come “volando”.

Un personaggio quindi ecclettico ed atipico nel panorama artistico piemontese, avendo creato uno stile tutto suo, sciolto ed elegante, mantenuto ed arricchito negli anni come la sua cifra personale ed inconfondibile. La sua arte scompone e ricompone la realtà del soggetto, tralasciando i dettagli, riconducendo le forme ed i colori alla loro essenzialità. Il tutto immergendo le visioni in un insieme gioioso di colori, solari o notturni che siano, tali da trasmettere allo spettatore il vero spirito del luogo rappresentato in una forma volutamente figurativa che sa mescolare ed unire però la poesia della realtà con la trascendenza del sogno. 

Gianni Gaschino lavora nello studio della sua antica casa di famiglia nel centro storico di Guarene. Le sue opere sono sempre visitabili nella galleria permanente aperta al pubblico nella suggestiva esposizione allestita nelle cantine storiche della sua casa, oltre che sul sito.

“Ritorno alle origini”: mostra antologica dal 12 dicembre per tutto il mese a Cuneo nelle sale del centro espositivo di Palazzo Samone, con il patrocinio della Città di Cuneo, rappresenta e celebra un appropriato ritorno alle origini sia della sua vita che della sua arte, giustificando così nel sottotitolo “là dove tutto è cominciato” il suo grande amore per questa città che ha sempre amato, dove trascorse la prima gioventù, dove ritorna spesso e dove ha forti legami con gli amici di sempre. 

ORARI MOSTRA DAL 12 AL 30 DICEMBRE 2019
Palazzo Samone - Cuneo
giovedì e venerdì 16.30–19.00
sabato e domenica 10.30–13.00 | 15.30-19.00







Effetto Natura


CS

Mostra collettiva EFFETTO NATURA: Dal 20 dicembre al 6 gennaio a Palazzo Santa Croce


L'Associazione Cuneofotografia, con il patrocinio della Città di Cuneo, della Provincia di Cuneo, della Regione Piemonte, in collaborazione con il Parco fluviale Gesso e Stura e con il patrocinio dell’Associazione Fotografi Naturalisti Italiani (AFNI), presenta la Mostra Collettiva Fotografica "EFFETTO NATURA" .

Per natura si intende l'universo considerato nella totalità dei fenomeni e delle forze che in esso si manifestano, da quelli del mondo fisico a quelli della vita in generale. Il termine deriva dal latino Natura e letteralmente significa "ciò che sta per nascere". La "natura" può riferirsi alla sfera generale delle piante e degli animali, ai processi associati ad oggetti inanimati, al modo in cui determinati tipi di forme esistono ed ai cambiamenti spontanei come i fenomeni meteorologici o geologici della Terra, la materia e l'energia di cui tutte queste realtà sono composte. Viene inteso come ambiente naturale il deserto, la fauna selvatica, le rocce, i boschi, le spiagge, i mari e gli oceani, e in generale quelle cose che non sono state sostanzialmente modificate dall'intervento umano, o che persistono nonostante l'intervento dello stesso.

In questa mostra, i Soci di Cuneofotografia, rappresentano le più svariate e personali visioni di tutto questo.


Comunque, vista così, la natura fa proprio un bell’effetto.


dal 20 dicembre 2019 al 6 gennaio 2020 
Cuneo - Palazzo Santa Croce - Via Santa Croce, 6 (davanti al Complesso San Francesco).
INGRESSO LIBERO - Venerdì, Sabato, Domenica dalle 16,00 alle 19,00 





martedì 17 dicembre 2019

Reading & Sound


Reading & Sound

L'uomo non è attore o spettatore ma semplicemente natura

Gianni Bissaca interpreta le parole di Giuseppe Penone

con le sonorizzazioni elettroniche di METS-Conservatorio di Cuneo


sabato 21 dicembre 2019 - ore 17.00
Ingresso libero su prenotazione (vedi in calce alla locandina)

Complesso Monumentale di San Francesco

via Santa Maria 10, Cuneo










mercoledì 11 dicembre 2019

Dots in a box


Il 12 Dicembre inaugura alle ore 18, presso l'Ottica48, una mostra d'arte con le opere dell'artista Corrado Odifreddi, che propone oltre 50 opere a matita realizzate dal 2004 al 2019, tra cui una i(n)stallazione, e un video.


La mostra è un'interessante occasione per approfondire il certosino lavoro creativo di questo artista che da anni sviluppa minuziosi lavori ispirati alla conoscenza del mondo circostante. 
















venerdì 6 dicembre 2019

Antonio Marras al Museo della ceramica di Mondovì


Antonio Marras

Memorie dal sottosuolo...

mostra a cura di Francesca Alfano Miglietti


15 dicembre 2019 - 15 marzo 2020
Inaugurazione e apertura straordinaria: sabato 14 dicembre 2019, ore 18


Museo della Ceramica di Mondovì

piazza Maggiore 1 - Mondovì (Cuneo)





[dal comunicato stampa]

Sabato 14 dicembre 2019, alle ore 18.00 inaugura al Museo della Ceramica di Mondovì, in provincia di Cuneo, la mostra Antonio Marras: memorie dal sottosuolo…, a cura di Francesca Alfano Miglietti.

Il titolo della mostra richiama immediatamente alla mente l’omonimo romanzo di Fëdor Dostoevskij. Nell’intreccio del racconto, un uomo si aggira in una piccola stanza spiegando i motivi che lo hanno spinto alla decisione di scrivere le proprie memorie, e anche quelli che dovrebbero trattenerlo dal farlo. È prepotente quando rivendica il bisogno di essere libero e fuori da ogni convenzione, e poi fa tenerezza, quasi, quando mostra tutti i difetti, che abbondano e si manifestano sia nell’accettazione delle cose, sia nei tentativi di cambiarne il corso.

In mostra la nuova serie di opere site specific – sculture, installazioni e ambientazioni, disseminate lungo tutto il primo piano del Museo – di Antonio Marras che restituiscono il clima del romanzo di Dostoevskij. Realizzate tutte a Mondovì, le opere sono nate direttamente dalle stanze del Museo della Ceramica di Mondovì, dai sottoscala e dai depositi polverosi che conservano forme e stampi, dai frammenti di progetti, dai fogli degli archivi, dai laboratori e dagli incontri fatti nella zona.

Antonio Marras si serve della ceramica e guarda ai classici della raccolta del museo: a muoverlo è il desiderio di rappresentare qualcosa di meraviglioso. Per Marras la ceramica diventa una forma di paziente indagine sul mondo, capace di stabilire nessi, dare risposte, individuare relazioni. Un modo per dare e darsi forma, per contenere la sua confusione, per aprire orizzonti che scavino dentro la vita, senza mai la pretesa di chiudere il discorso.

Scrive Francesca Alfano Miglietti, che cura la mostra: La caratteristica prima di Antonio Marras è lo stupore: di fronte alla collezione di ceramiche di Mondovì, di fronte ai vecchi stampi, ai vecchi depositi, nell'incontro con gli artigiani del posto, nello studio delle forme e degli elementi caratteristici del luogo, nel dialogo ininterrotto con la direttrice del museo, ha iniziato a esplorare molti dei luoghi in cui la storia della ceramica di Mondovì si è costruita ed ha avuto una sua caratteristica, e ha raccolto e scelto gli elementi su cui ha modulato il suo progetto espositivo. Installazioni, opere, sculture, assemblaggi, objet trouvè, reperti, disegni, ancora una volta le opere di Antonio Marras sono essenziali ed eccessive, potenti e poetiche, ingombranti ed eteree, sembra che vogliano capovolge e rivoltare l’ordine delle cose e immettere gli spettatori in uno spazio in cui forma, colore, mito, materiali, silenzio, vento, assenza, preparano un “viaggio” che vuole coinvolgerci fisicamente.

In mostra sculture, installazioni e ambientazioni, tutte realizzate all’interno di UP, unità produttiva del Museo della Ceramica di Mondovì. Sarà realizzato un catalogo in cui le foto di Daniela Zedda riprodurranno l’ambientazione e la mostra installata.