lunedì 28 settembre 2020

Appuntamento a Rittana

presentazione dei cataloghi 

Venti per venti e Mountagnes 2

domenica 4 ottobre 2020, ore 17.30

Centro incontri 

Rittana (Cuneo)




Totem

Totem

Enzo Bersezio, Carlo D'Oria, Elio Garis, Danila Ghigliano, Ferdi Giardini, Jins (Paolo Gillone), Valerio Righini, Walter Visentin

Con un ricordo di Claudio Salvagno 

La mostra è curata da Giacomo Doglio e Massimiliano Cavallo. In catalogo è presente un contributo di Franco Chittolina. 


3 ottobre - 1° novembre 2020

Inaugurazione sabato 3 ottobre 2020

La mostra resterà aperta con il seguente orario: venerdì, sabato e domenica 16.00 - 19.30


Palazzo Samone

via Amedeo Rossi 4, Cuneo,  


[dal comunicato stampa]

I nuovi “sentimenti” che accompagnano la contemporaneità, dolore, orrore, perversione, ansia… ma anche fiducia,  speranza,  fratellanza,  attraverso  l’opera  di  otto  artisti  e  le  loro  rappresentazioni  totemiche:  Enzo Bersezio,  Carlo  D’Oria,  Elio  Garis,  Danila Ghigliano, Ferdi  Giardini,  Jins  (Paolo Gillone),  Valerio Righini  e Walter Visentin. Accanto  a  queste, alcune  sculture per ricordare  Caudio  Salvagno  gentile  poeta  e  artista  scomparso prematuramente quest’anno. I “bastoni”  modellati  e  levigati  dalla  sua  immaginazione  in  forme  arcaiche restano testimonianza di un profondo e misterioso malessere che ha accompagnato la sua storia e vela tante esistenze umane. 







 

 

Jorge Juàrez in concerto alla Fondazione Delfino di Cuneo

Ricordi d'Italia. Viaggio romantico

Musiche di Ricordi/Burgmein, Debussy, Schumann, Respighi, Chopin

Jorge Juàrez, pianoforte

giovedì 1° ottobre 2020 ore 20

Fondazione Casa Delfino

c.so Nizza 2, Cuneo




Corso gratuito di musicoterapia alla Fondazione Delfino di Cuneo


Corso di musicoterapia
tenuto da Silvia Vercellino

Quattro incontri: venerdì 6, 13, 20, 27 novembre dalle ore 18 alle ore 20

L'attività è rivolta a persone dai 16 anni in su e verrà svolta con un minimo di 8 adesioni.

La partecipazione è gratuita.

Per l'iscrizione occorre inviare una  email a info@fondazionedelfino.it con nome, cognome, data di
nascita, email e telefono, entro il 10 ottobre.

Il corso osserverà le indicazioni igieniche e sociali anticovid in vigore

Fondazione Casa Delfino (onlus)
Corso Nizza, 2, Cuneo







 

Concerto del Duo Sivori a Demonte

Duo Sivori in concerto

Marianna Brondello, violino - Alessandra Rosso, pianoforte

Concerto in occasione dell'806° Anniversario del Comune di Demonte. La partecipazione è gratuita. 

sabato 3 ottobre 2020 ore  20.45

Chiesa Parrocchiale di San Donato 

Demonte (Cuneo)




AirLand 3.0 - INSIDE LAND / opening

 

CS
La terza edizione del concorso internazionale d’arte contemporanea Air Land 3.0 INSIDE LAND indetta dall'associazione Quasi Quadro, vede protagonisti della Mostra collettiva presso il Museo delle arti Contemporanee_ Ex officina Ferroviaria di Barge, provincia di Cuneo, le opere degli artisti finalisti Giacomo Infantino, @angelaviola, Lika Floens, @AnaLeal, Federica Zianni, Veronica Azzinari, Paolo Basso, Collettivo 00 (Silvia Scandola, Roberto Nero Andrea Filippucci, Federico Marchetti, Giulia Pensa), Adi Oz-Ari, Maria Grazia Carriero, Gianluca Cosmacini, Chiara Ferrin, selezionati tra oltre 100 partecipanti provenienti da tutto il mondo.
Le immagini delle opere finaliste diverranno parte della prima collezione d'arte contemporanea del Museo.
​Il tema scelto è "Inside Land". Se nelle precedenti edizioni l'attenzione risiedeva in alta quota, nel vuoto sotto e sopra di noi, sugli spostamenti e sui mille passaggi che si affrontano nella vita come nell'arte, questa volta l'accento cade sull'aspetto più profondo, più intimo che permea l'essenza di ogni essere. In questo periodo più che mai ci si rende conto che è spesso è necessario spostare su quello che sta al di là della superficie. La materia rigenera se stessa in un incessabile arazzo di fibre e come un mosaico, compone la sua esistenza attraverso infiniti tasselli di cellule. Nell'oscurità che avvolge i nostri tessuti più interni si cela il nucleo che da origine alle più profonde intuizioni, figlie di un lento intreccio e consumate dalla frenesia del tempo.
​Il vincitore assoluto realizzerà una mostra personale presso lo spazio Quasi Quadro e, grazie al contributo dell'associazione @ANGI Torino, riceverà un premio in denaro di 500€.
​Giuria
@alessandroberti - Archeologo
@mingchen - Esperto interculturale e presidente dell’associazione ANGI Torino
@pieracomba - Sindaco del Comune di Barge
@federicamariagiallombardo - Critica d'arte, ricercatrice e giornalista (Artribune)
Mai Lang - Artista visivo
@mattialapperier - Storico dell'arte, critico e curatore
@luicalomedina - Artista visiva
@QuasiQuadro - Associazione culturale
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A seguire h. 18.30 l'incontro "I diritti del bosco": Giorgio Vacchiano (Università Statale di Milano) in dialogo con Lucio Vaira( Walden srl)
h. 20:00 Apericena con prodotti locali
(l'apericena sarà offerta ai partecipanti prenotati per gli eventi della giornata)
h. 21:00 Intervento musicale FolkArgentango a cura del Duo Acosta Troncozo Un viaggio tra i ritmi e le melodie della tradizione argentina, del tango alla cosiddetta musica folklorica delle regioni interne dell'Argentina, fino alla musica andina. Con Lautaro Acosta (violino) e Martin Troncozo (chitarra)

Vi aspettiamo numerosi all' inaugurazione della mostra Inside Land, presso l' EX Officine Ferroviarie di Barge (Via Assarti, 12032 Barge CN) a partire da sabato 3 Ottobre 2020.
Il bando di concorso e la sua esposizione è stata realizzata grazie al contributo di ANGI Torino, @PieraComba Sindaco di Barge.
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INFO E PRENOTAZIONI
La partecipazione agli eventi è gratuita. Per esigenze legate alle misure anti Covid-19, è necessaria la prenotazione obbligatoria, chiamando il numero 347-6391091 o scrivendo a volver.barge@gmail.com

lunedì 21 settembre 2020

This must be the place

THIS MUST BE THE PLACE

Azioni performative del sentire 

Jimmy Rivoltella, Silvia Pastore, Valentina Cei, Davide Fasolo 

a cura di Claudio Lorenzoni, il Purgatorio 


26.9.2020 ore 19.26


Santo Stefano Belbo (Cuneo)

museoacieloapertodicamo.it






[dal comunicato stampa]

“Le pietre possono essere utilizzate come marcatori di tempo o distanza, oppure esistere come parti di una scultura enorme, eppure anonima. Lungo una camminata in montagna, si potrebbe realizzare una scultura oltre le nuvole, forse in una regione remota, conferendo libertà immaginativa sul come, o dove, si possa fare arte nel mondo” 

Richard Long

Il progetto, iniziato nel febbraio 2019, voleva proporre, attraverso attività podistiche in pianura, maratone ed ultramaratone, una riflessione sul corpo umano sia dal punto di vista come strumento con cui si prende coscienza del nostro essere al mondo e si costruisce la propria identità sia come potente interfaccia di comunicazione che ci consente di intessere relazioni con gli altri e di presentarci al mondo. 

Nel marzo 2020, a pochi mesi dall’inaugurazione, la pandemia, di cui oggi siamo tutti vittime, ha portato ad un radicale ribaltamento dei concetti di fondo del progetto. 

Se nella prima fase, oggetto principale della ricerca era l’azione, l’arte del correre (runscapes se si vuole coniare un neologismo) attraverso la quale gli artisti coinvolti avrebbero dovuto “raccontare” con la loro arte (Fasolo-video / Pastore-foto / Cei-scrittura) la performance di Rivoltella con il Covid-19 i ruoli si sono strettamente interconnessi e ciascuno di loro ha virato su una personale interpretazione dell’azione più o meno condizionata dalle restrizioni alla circolazione. 

Movente di tutto il rapporto di dipendenza e di reciprocità tra uomo e natura, pensiero e materia, astratto e concreto, vita e morte.

Se in origine il focus era quello di raccontare il potere comunicativo e simbolico del corpo, vissuto sopratutto attraverso l’attraversamento fisico del paesaggio, si è arrivati a descrivere i percorsi di ciascun protagonista all’interno del loro personal landascape. Viaggi interiori arrivati persino alla soglia dell’invisibile. 

Queste azioni performative (la “reclusione” per Davide Fasolo, il walking solitario per Silvia Pastore, la corsa per Jimmy Rivoltella) saranno testimoniate e descritte attraverso un’installazione multidisciplinare fatta di specchi, di dialoghi, di opere testuali, disegni in movimento, la creazione di mappe, fotografie, la raccolta di oggetti-cose-tracce trovate lungo i relativi “percorsi”. 

Sopra di tutto le parole di Valentina Cei, proiettate in cielo, mezzo ideale per esplorare i rapporti tra tempo, distanza, geografia e misurazione degli spazi interiori oltre ad essere oggetto integrante dell’installazione stessa. 



venerdì 18 settembre 2020

Un'altra intensa edizione di Living room con Art.ur

 

Quest'anno è attualissimo il titolo del progetto "Living room" dell'associazione Art.ur : "A space to live in a time of change" che è iniziato questa sera e che durerà fino a domenica. 

Infatti in questi mesi il ripensare il tempo che trascorre è stato al centro del vivere di ognuno di noi, stimolo culturale che si inserisce molto bene nel progetto curatoriale che Andrea Lerda aveva pensato in una visione più ambientale. Tanto più che lo spazio domestico, in cui per un certo tempo tutti noi siamo stati vincolati, ci ha privato del contatto con la natura. Ecco allora il frutto di un lungo percorso, iniziato l'anno scorso,  con gli artisti Paola Anziché, Hannes Egger, Andrea Nacciarriti e Laura Renna, che si rende ora visibile nelle diverse espressioni che sono state realizzate e modificate dagli eventi. 


I quattro appartamenti ospitanti sono tutti nel centro storico di Cuneo e offrono un bel percorso artistico che inizia in via Roma 53 presso l'abitazione di Basilotta/Lingua con l'intervento performativo in streaming di Hannes Egger, più riflessivo e narrativo. Si prosegue poi verso Contrada Mondovì a casa La Dolcetta in cui Paola Anziché elabora la sua attenzione al mondo delle api con l'opera "Sciami". 


In via Sette Assedi le ampie camere di casa Bombelli ospita l'intervento  «Substantia» di Laura Renna una riflessione sul muoversi negli ambienti campestri. Il percorso si conclude nelle stanze di casa Dogliani/Beltramone con l'allestimento di Alessandro Nacciarriti dal titolo  "00 00 00 00" un conto alla rovescia verso la fine di tutto.

Come ogni anno Artur ci propone un bel percorso fra stimoli culturali e elaborazioni estetiche, che confermano il bel progetto che da anni porta in modo diretto e gioioso la contemporaneità dell'arte nelle abitazioni cuneesi. 

reportage



Hannes Egger



Hannes Egger


Paola Anziché


Paola Anziché



Laura Renna


Laura Renna



Alessandro Nacciarriti


Alessandro Nacciarriti

Ōtonn: Tawny




    

Start Saluzzo 2020

Tanta arte e artigianato con Start 2020 con la Mostra Nazionale dell'Artigianato e tante mostre ed eventi, tra cui :

- La via degli Artigiani: Botteghe temporanee lungo Salita al Castello, in cui conoscere ed ammirare il lavoro e la creatività degli Artigiani di Start. Dal 18 al 27 settembre Casa Cavassa diventa infatti la Casa dell'Artigianato: artigiani e ditte espongono i propri oggetti negli spazi a loro dedicati, in abbinamento agli arredi antichi. Oltre 30 creazioni di artigiani selezionati raccontano il "saper fare" della tradizione artigiana. Tra le antiche mura e gli oggetti dell’artigianato d’un tempo, ecco fiorire il lavoro di oggi, quello che si confronta con sfide importanti ma che proprio nelle radici trova la propria rivoluzione.

- Il Tempo - Laboratorio per ragazzi nei Giardini di Solaria Opere: 

- Apertura Straordinaria di Santa Maria della Stella, in collaborazione con il FAI

- Mostra dell'artigianato all'Ex Caserma Musso, Piazza Montebello 1 con la mostra su Piero Gilardi.

mercoledì 16 settembre 2020

Abet Laminati a Bra, apre uno spazio espositivo per il design

 



Abet Laminati ha aperto dal 10 Settembre uno show room che svolge anche funzione di sala espositiva per raccontare la sua storica produzione, progettata dai design curator Giulio Iacchetti e Matteo Ragni: quasi 500 materiali in mostra firmati negli anni dal meglio del design internazionale. Una “casa” per progettisti e aziende dove innamorarsi dei materiali e del design

Un viaggio nell’eccellenza del made in Italy che è anche un viaggio nella storia del design internazionale. L’occasione per scoprire il mondo delle superfici che da decenni segna con un’innovazione dopo l’altra l’universo del progetto nella piccola e grande scala, dall’arredamento all’architettura passando per l’arte e il design del pezzo unico.

Si chiama Abet World ed è il primo show-room nella storia di Abet Laminati, l’azienda di Bra che con i suoi rivestimenti e le collaborazioni con i migliori progettisti ha fatto la storia del design internazionale. Abet World, progettata dai design curator di Abet Giulio Iacchetti e Matteo Ragni, apre le porte il 10 settembre negli storici stabilimenti aziendali di Bra (Cuneo) con l’obiettivo di diventare la casa dei progettisti, il libro aperto da consultare per offrire a designer, architetti e aziende un mondo di possibilità, il meglio dell’universo delle superfici e dei rivestimenti.

Il nome dello showroom, Abet World, è un chiaro rimando all’universo di Abet che permette al progettista di realizzare per intero le proprie creazioni con i materiali dell’azienda di Bra. Nella sala espositiva sono infatti raccolti 120 modelli di pannelli di dimensioni standard, mentre oltre 300 sono quelli che si possono ammirare come campioni. Un saggio della storia del design mondiale che porta le firme dei migliori progettisti di sempre.

Dicono i designer curator Iacchetti e Ragni: “È stato un onore e una sfida progettare Abet World. La sala campionaria è un luogo speciale per ogni azienda, tanto più lo è per Abet in virtù delle tante nobili storie progettuali di cui l’azienda è portatrice, della rilevante ed estesa tipologia di materiali, delle varianti di finiture, di colori, di dimensioni, di spessori. Un universo di materiali che ci ha suggerito il nome Abet World”.

Abet World è un viaggio nel mondo delle superfici. Un portale di ingresso che si protende verso il centro della sala, indirizzando i passi e lo sguardo del visitatore verso l’esposizione dei campioni del laminato: una tavolozza di colori, decori, materiali, finiture. Qui la storia di Abet si manifesta nella sua spettacolare interezza. Alla destra del visitatore si trova lo speciale espositore delle lastre di grandi dimensioni. Un sistema meccanico progettato ad hoc fa scorrere i grandi fogli su speciali ruote per offrire al visitatore la visione completa della lastra decorata.

“La sala campionaria rappresenta per ogni azienda il luogo speciale dove trova il suo felice compimento tutto quanto viene elaborato con fatica e dedizione all’interno della fabbrica. Nell’incontro con gli addetti ai lavori, i tecnici, gli architetti e i progettisti, il materiale esposto racconta la gioia di un percorso e di sperimentazioni andate a buon fine” aggiungono Iacchetti e Ragni.

“La sala campionaria è il nido metaforico da cui i materiali spiccano il volo per raggiungere ogni angolo del mondo. Nella sala campionaria nascono amori a prima vista tra progettisti e materiali, ed è bello pensare che in Abet World tante storie progettuali potranno avere il loro inizio confrontando i diversi campioni, allineandoli sul tavolo per compiere una disamina più accurata. Abbiamo voluto progettare un’oasi di silenzio per dare spazio all’immaginazione così da intravedere ciò che al momento è solo un’idea. La sala campionaria e, in modo speciale, Abet World sono lo spazio fisico e metaforico dove le idee prendono consapevolezza e si vestono delle tante livree che Abet ha pensato con l’idea di non smettere mai di sognare.”

martedì 15 settembre 2020

“Attraverso le Alpi”

 


Sono gli scatti di Isabella Sassi Farias e Alessandro Guida, del collettivo Urban Reports, ad aver reso la Val Tanaro protagonista della meticolosa indagine fotografica Attraverso le Alpi – Un racconto fotografico delle trasformazioni del paesaggio alpino promossa dall’Associazione Architetti Arco Alpino.


La campagna fotografica ha dato vita a un flusso complessivo di 274 scatti divisi in 10 territori provinciali – dal confine occidentale francese a quello orientale sloveno -, lungo 12 valli, soprattutto secondarie, con un obiettivo: rintracciare i segni, le tracce e i caratteri che servono a raccontare la storia del vasto paesaggio culturale alpino fatto di architetture, linguaggi e usi.


E rintracciarne - attraverso le forme dell’abitare, le risorse, le produzioni e i meccanismi di ieri e oggi - segnali e moniti di abbandono e degrado e, all’opposto, esempi di riappropriazione contemporanea.


Parliamo di un paesaggio che mostra sulla propria pelle le stratificazioni di storie, culture, modi di abitare e operare nei tempi. Centri abitati, infrastrutture, opere, coltivazioni, allevamenti, costruzioni, scavi… sono segni – sovente cicatrici – profondi di un passato e un passaggio dell’uomo che, nei tempi recenti, ha compiuto col turismo un rapido ribaltamento del rapporto uomo-natura. Da patrimonio comune, la montagna è diventata prodotto e i territori un valore economico.


Questo itinerario a tappe lungo un territorio vasto e complesso si è aperto a incontri con le comunità locali, rivelando, nelle diversità, la comunanza di intenti e sfide, aprendo un confronto su temi analoghi sviluppati secondo le tradizioni locali che costituiscono un patrimonio (di architettura, conoscenza, linguaggio, cultura, tradizione…) oggi ancora fondamentale.


Accanto alla montagna urbanizzata, modellata, livellata, disboscata e infrastrutturata per renderla accessibile, globalizzata e appetibile ai villeggianti, ci sono valli abitate da comunità stanziali che sfidano ogni giorno l’ambiente ostile con tenacia; a fianco degli esempi di sopravvivenza e resistenza - e all’opposto dei fenomeni di abbandono - si trovano forme di ritorno e riscoperta del vivere le terre alte, pur con le difficoltà del caso. Dove terra, pietra, acqua, bosco, habitat, pendii e clima sono, sì, risorse e occasioni di rilancio produttivo, ma tornano a essere soprattutto beni ambientali collettivi.


Dando segnali incoraggianti di un ripensamento del territorio alpino come paesaggio culturale e patrimonio comune insostituibile.

Apertura al pubblico
Chiostro del Complesso monumentale di San Francesco | Cuneo
19 settembre  – 15 ottobre 2020
martedì–domenica 15.30 – 18.30

L’Associazione Architetti Arco Alpino è composta dagli Ordini degli Architetti PPC di Aosta, Belluno, Bolzano, Cuneo, Novara e Verbano Cusio Ossola, Sondrio, Torino, Trento, Udine e Vercelli.

I 274 scatti di Urban Reports provengono dalle strade e dai sentieri delle Val Tanaro (CN), Val Chisone (CMTO), conca di Saint-Nicolas (AO), Val Sermenza e Val d’Otro (VC), Val Divedro (NOVCO), Valmalenco (SO), Val di Rabbi (TN), Val Martello (BZ), e dai territori tra Cadore e Comelico (BL) e Val Canale (UD).


Raccontarci e confrontarci sull’arco alpino vuol dire quindi lavorare sul nostro futuro, per definire meglio la nostra identità ma allo stesso tempo per riuscire anche ad elaborare strumenti utili ad affrontare nel miglior modo possibile i cambiamenti che oggi le nostre comunità stanno vivendo. Non dimentichiamo infatti che le montagne sono frontiere permeabili, storicamente un punto di cerniera tra cultura, popoli e lingue diverse, un luogo di passaggio e di incontro, ma sono anche territori dalle straordinarie potenzialità di sviluppo futuro. Sindaco Borgna.

materiali : aggiornamento





Attività "Saletta arte contemporanea" poi Studioerre (con SCALA B) 1971-1981

attività-saletta-studioerre-scala-b-1971-1981.pdf

(Grazie a Ida Isoardi)

è possibile consultare il resto della sezione cliccando sul seguente link: 




lunedì 14 settembre 2020

Luca Giordana – +conuclei






In questo progetto, Luca Giordana crea appositamente per lo spazio un’opera/installazione dando vita ad una fusione di luci e ombre in un’unica entità. Non si tratta della Rappresentazione di una pura illustrazione della realtà, ma di far riflettere sulla possibilità di creare immagini che sono la concentrazione stessa della realtà.

l’Assessorato alla Cultura del Comune di Manta, presenta alla Chiesa di Santa Maria del Monastero, già luogo conosciuto per la periodicità di avvenimenti legati all’ Arte Contemporanea spaziando dalla pittura, alla scultura, alla musica. La mostra, meditata appositamente per lo spazio dall’artista Luca Giordana, si potrà visitare, mantenendo legittimamente la normativa per fronteggiare l’emergenza del Covid-19, dal 19/9 al 4/10. Il giorno 19 settembre, alle ore 18,00, si terrà l’inaugurazione con ritrovo nel giardino antistante la Chiesa. Le opere esposte all’interno del vecchio maniero saranno visibili da un numero ridotto di persone che si alterneranno a turni di 10 unità alla volta. Questo vuole anche essere un segno simbolico della volontà di ripartire che il Comune di Manta si auspica per la prosecuzione di manifestazioni legate all’arte. In questo progetto, l’intento dell’artista è quello di creare appositamente per lo spazio un’ opera/ installazione dando vita ad una fusione di luci e ombre in un’unica entità. Ciò che l’artista vuole rappresentare in questo contesto, non vuole essere la rappresentazione di una pura illustrazione della realtà, ma vorrebbe far riflettere sulla possibilità di creare immagini che sono la concentrazione stessa della realtà; certamente individuabile in una sintesi di sensazioni. Il tutto può essere leggibile come una profonda interpretazione della ricerca dell’opera di Francis Bacon, alla quale l’artista si ispira. Un fenomeno quindi di osmosi dei due modi di vedere, simili ma contrai quasi come fosse un fenomeno biologico del sincizio, cioè la fusione di due o più cellule tra loro, con la formazione di una sola cellula multinucleata. L come Linea, come Luca, che prende i segni della mano e li separa da sé, e li confonde per cavarne nebulose di galassie intercambiabili, e bocche rosse come fragole di sangue, e occhi che cantano una musica a un palmo dai tuoi occhi. G come Grovigli, come Giordana, che spalanca ali tuffatrici, e le accartoccia, le nasconde nell’acqua, perché il suo sguardo ti basti per domani, prima che tutto si distrugga e bruci, per trasparenza, per cominciare un’altra volta. Angelo Calvisi 


English text 

L as line, like Luca, who takes the signs of a hand and separate from an other, and confuse them to carve out nebulous interchangeable galaxies, and red mouths like blood strawberries, and eyes that sing a song a palm of your eyes. G as (Grovigli) Tangles, like Giordana, who opens diving wings and crumple them, hide in the water, for your glaze to be enough till tomorrow, before everything breaks and burns, for transparency, to start once again. Angelo Calvisi Texte en français L comme ligne de Lucas qui prend les signes d’une main et se sépare d’une autre les confonds pour tracer des galaxies nébuleuse interchangeables et des bouches rouges comme des fraîches de sang et des yeux qui chantent une chanson à la paume de vos yeux. G comme Grovigli (Enchevêtrement ), G comme Giordana qui ouvre des ailes sous- Marines, les froisse, les cache dans l’eau pour que leur émail soit suffisant jusqu’à demain avant que tout ne se brise et ne brûle, par transparence , pour recommencer. Angelo Calvisi

Metamorfosi dell'abbandono


Metamorfosi dell’abbandono

di Ivan Manzone / Livio Ninni

19 settembre - 17 ottobre 2020
Inaugurazione sabato 19 settembre ore 18.30

Il Fondaco Arte Contemporanea

via Cuneo 18 - Bra (Cuneo)







metamòrfoṡi s. f. [dal gr. μεταμόρϕωσις, der. di μεταμορϕόω «trasformare», comp. di μετα- «meta-» e μορϕή «forma»]

Ci sono due grandi temi che sottendono questo articolato progetto espositivo di Ivan Manzone e Livio Ninni che ho avuto il piacere di curare e che l’associazione Il Fondaco (Bra), fedele al suo obiettivo di diffondere l’arte contemporanea e con l’intento di perseguire la conoscenza, conservazione e documentazione del territorio nei suoi vari aspetti di tradizione, arte, architettura e paesaggio, presenta dal 19 settembre al 17 ottobre 2020.

Due temi che si intersecano e si sostengono secondo trame strettamente interdipendenti. La prima riflessione importante riguarda i luoghi abbandonati, quelli che giacciono al margine, gli scarti del progresso, luoghi destinati al declino e all’oblio.

La seconda concerne invece il processo di metamorfosi che, grazie al gesto artistico, rivivifica questi stessi luoghi infondendogli nuova linfa. E che trasforma architetture selvatiche e brutali, paesaggi oscuri e anfratti notturni, in ricettacoli di vita, ambienti quasi tattili e carnali.

I due artisti si immergono negli spazi, li cristallizzano da angolazioni diverse e li restituiscono ognuno con la propria poetica. Pur senza trascurare le singole specificità e le differenti cifre stilistiche – anzi, avendo in animo di esaltarle – si è voluto far convivere nello stesso ambito questi lavori secondo un criterio che mettesse in dialogo, in relazione di mutua reciprocità, visioni differenti. Provando a individuare una grammatica comune che componesse una sintassi dell’abbandono, originale o quanto meno tesa a superare i tradizionali rimandi di desuetudine, trascuratezza, miseria o rovina. Oltre la forma (μετα-μορϕή), una nuova forma. Si è cercato un nuovo linguaggio.

Il percorso della mostra, concepito come un’esperienza immersiva per lo spettatore, si apre al piano terra con le opere di Livio Ninni. Nello spazio a lui dedicato vi troviamo un’ istallazione site specific, che campeggia al centro della stanza, e una serie di lavori di diversi formati e dimensioni appesi alle pareti. A partire dal progetto delle polaroid, utilizzate dall’artista come “appunti” o “esercizi” in vista della realizzazione finale delle opere, fino a una serie di fotografie trasferite su supporti di ferro, legno e cemento e arricchite di interventi come segni, linee e forme grafiche tipici della sua pratica artistica. Il leitmotiv è qui il tema della resilienza della natura, baluardo che si oppone all’intervento dell’uomo sull’ambiente naturale con lo scopo di adattarlo ai propri interessi.

Non sfuggirà il nesso con il “Manifesto del Terzo Paesaggio”, il testo di Gilles Clément, uno tra i più noti paesaggisti europei, che nell’espressione “Terzo Paesaggio” ha fatto confluire tutti i luoghi abbandonati dall’uomo: i parchi e le riserve naturali, le grandi aree disabitate del pianeta, ma anche spazi più piccoli e diffusi, quasi invisibili come le aree industriali dismesse dove crescono rovi e sterpaglie o le erbacce al centro di un’aiuola spartitraffico. Spazi diversi per forma, dimensione e statuto, accomunati solo dall’assenza di qualsiasi attività umana, ma che considerati nel loro insieme sono fondamentali per la conservazione della diversità biologica.

La mostra continua al piano superiore dove protagoniste assolute sono diciassette opere fotografiche dell’artista Ivan Manzone. Il tema dell’abbandono e dell’incuria ambientale è qui indagato da prospettiva altra, facendo leva sul rapporto di interrelazione tra oggetti inanimati e animati, in una costante dialettica che anima la convivenza tra residui solidi dell’esistenza e esistenza stessa. Il corpo femminile circondato dalle rovine di quelle che un tempo erano fastose dimore, viene, come in una rappresentazione teatrale, illuminato da una luce che accende la scena e svela l’invisibile.

Ecco allora apparire squarci di un mondo altro. Frammenti di Villa Minetta (Novi Ligure, Genova), eletta da Edilio Raggio (1840-1906) a sua dimora urbana e polo d’attrazione della vita cittadina della Novi ottocentesca. Oppure Leri, oggi Leri Cavour, una frazione di Trino in provincia di Vercelli, un tempo possedimento di novecento ettari della famiglia Benso di cui fu conte Camillo Benso. O ancora Villa Moglia (Chieri, Torino) costruzione architettonica di inestimabile valore situata sulle colline torinesi, nata in origine come opificio tessile di proprietà della famiglia Turinetti e trasformata nel 1725 dall’architetto Luigi Barberis, molto noto fra i nobili e il clero torinese, in dimora nobiliare per la stessa famiglia Turinetti. Questi luoghi, censiti dal FAI (Fondo Ambiente Italiano) tra quelli da non dimenticare, diventano, nel momento stesso in cui si fanno immagine, spazi aperti a nuovi racconti, pietre angolari di nuovi itinerari dello spirito.

Una mostra che racconta i luoghi dell’abbandono e attraverso la loro metamorfosi racconta un territorio sconfinato in cui gli estremi si attraggono e convivono e invitano a una relazione unitaria. Quello che sempre mi interessa è il processo, prima ancora che l’esito, di unificazione dei contrari, il tentativo di ricucire la dicotomia tra gli opposti: bellezza e bruttezza, la vita e la morte, il farsi e il disfarsi qui così bene rappresentati.


Francesca Interlenghi






 

Fabrizio Oberti in mostra a Cuneo

Fabrizio Oberti

La nataura e il piccolo Uomo

18 settembre - 3 ottobre 2020

Galleria Arte+

via Chiusa Pesio 8, Cuneo




[dal comunicato stampa]

Dal 18 settembre al 3 ottobre, presso la Galleria “ARTE +” di via Chiusa Pesio n°8, l’artista Fabrizio Oberti espone una collana di opere di paesaggio in parte inedite al grande pubblico legate al tema “La Natura e il piccolo Uomo”; una seconda tappa in cui poter prendere visione e meditare sul rapporto fra il mondo naturale e quello antropico a confronto. Un confronto impari, in cui l’uomo si perde letteralmente all’interno di sterminate campagne di grano, si rapporta alla maestosità di imponenti montagne, scogliere marine, grandi alberi secolari e da questo rapporto, si delinea la sua infinitesima piccolezza nei confronti della forza della natura che si può esprimere nei quadri di Oberti attraverso un cielo temporalesco, una campagna dai toni cromatici accesi e dagli spazi dilatati, un monte frastagliato che domina la scena……Una ventina di opere selezionate realizzate con la particolare tecnica ad olio materico spatolato su tavola, tela e ceramica, che dona ai dipinti: luce, intensità e spessore cromatico; il tutto ottenuto interamente grazie all’utilizzo della spatola metallica usata in maniera istintiva e gestuale. In mostra anche la prima opera in cui l’artista sperimentò nel 2015 proprio questa tecnica pittorica. Le tematiche proposte come già accennato, spaziano su tutte le ambientazioni che la natura ci può offrire, dai campi estivi assolati alle fredde nevicate ad alta quota passando per i caldi mari del Sud. Orario di visita: dal venerdì alla domenica 15:30 – 19:00. Ingresso libero contingentato. Per informazioni e visite fuori orario tel. 3384771798.








domenica 13 settembre 2020

Racconti di architettura e paesaggio montano

Racconti di architettura e paesaggio montano

venerdì 18 settembre, ore 17.30

Centro Incontri del Comune di Rittana 

Per prenotazioni: rittana@vallestura.cn.it oppure gfdoglio@gmail.com 

(capienza del salone con distanziamento 35 persone)











Omaggio a Claudio Berlia


 La Galleria Senesi Arte di Savigliano propone fino al 10 ottobre un'interessante mostra-omaggio a Claudio Berlia  dal titolo “ Bambole- Football Americain “ organizzata dall’Associazione Culturale Ego Bianchi di Cuneo e dall’Associazione Culturale l’Onda di Savigliano. Una piccola pregiata esposizione di alcuni percorsi che il noto artista aveva avviato negli anni settanta e ottanta in una ricerca fra forma e colore. 



Le due serie sono molto diverse per tematica ma molto vicine per lo sviluppo coloristico e la ricerca espressiva che negli anni Claudio Berlia portava avanti, in cui le campiture cromatiche passano da una texture fitta e tenebrosa a una elaborazione dai forti toni più vibranti, dove i corpi si astraggono quasi in forma di nuvole. 



sabato 12 settembre 2020

Seconda sessione delle opere di Sergio Omedé alla Fondazione Peano

Seconda sessione delle opere di Sergio Omedé alla Fondazione Peano, con una ampia interessante antologica. 




"I personaggi di Sergio Omedé hanno in comune la leggerezza estatica del loro iscriversi nello spazio. Un modo per sottolineare la gravità della storia di cui sono portatori, la dimensione atemporale del loro essere de-formi colti in un istante privilegiato dell’affiorare nella memoria" - Ivana Mulatero, curatrice del progetto espositivo









martedì 8 settembre 2020

Omaggio a Claudio Berlia - “ Bambole / Footbal Americain “

 

La Galleria Senesi Arte è orgogliosa di ospitare la mostra - omaggio a Claudio Berlia “ Bambole- Football Americain “organizzata dall’Associazione Culturale Ego Bianchi di Cuneo e dall’Associazione Culturale l’Onda di Savigliano.


Una piccola retrospettiva che dice molto della bravura di questo artista saviglianese un po’ snobbato in patria che ha preferito i lidi di Cuneo , allora città un po’ più attenta a valorizzare i talenti.


Ogni qual volta tornava a Savigliano si notava immediatamente la sua presenza , un dandy d’altri tempi, le sue scarpe riflettevano le arcate dei portici di piazza Santa Rosa.


Personaggio che incuteva timore e rispetto, ma rileggendo le mostre fatte dal 1971 al 2013 si può affermare che questo artista ha un posto d’onore nel panorama artistico nazionale.


Berlia nacque a Savigliano nel 1948, frequentò il Liceo Artistico Statale di Cuneo diplomandosi nel 1969 e, successivamente, i corsi di pittura e incisione presso l’Accademia Albertina delle Belle Arti di Torino diplomandosi nel 1974. Frequentò inoltre, presso la Facoltà di Architettura del Politecnico di Torino, “ La Scuola ai fini speciali di Scienze e Arti Grafiche nel campo della Stampa “.


Fù titolare di una cattedra di Discipline Pittoriche al Liceo Artistico Statale “ Ego Bianchi “ di Cuneo. E’ stato dall’anno accademico 1991/1992 al 1998/1999 docente nel corso complementare di “ Tecniche Pittoriche “ all’Accademia di belle Arti di Cuneo.


Anche Savigliano ospitò nel 2006 alcune sue opere al Museo Civico Antonino Olmo nella mostra “ Autori del 900 “
Questa è una piccola parte del suo curriculum che potrete leggere sul catalogo della mostra “ Bambole/Footbal Americain “ .

Piero Senesi


Omaggio a Claudio Berlia - “ Bambole / Footbal Americain “
Galleria Senesi Arte via Sant’Andrea n. 44 Savigliano
Inaugurazione Sabato 12 Settembre alle ore 17,30
La mostra si potrà visitare fino al 10 Ottobre con i seguenti orari
Dal Martedì al Sabato 10 12- 16 19
Catalogo in Galleria
Organizzazione: Associazione Culturale l’Onda Savigliano – Associazione Culturale Ego Bianchi Cuneo

venerdì 4 settembre 2020

William Kentridge ad Alba

 

La Fondazione CRC e il Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea sono lieti di invitarvi domenica 20 settembre, alle ore 16, all'inaugurazione della mostra "William Kentridge, Respirare" ad Alba presso la Chiesa di San Domenico (via Teobaldo Calissano).
 
La mostra, a cura di Carolyn Christov-Bakargiev - Direttrice del Castello di Rivoli Museo d'Arte Contemporanea, è stata sviluppata in stretta collaborazione con il grande artista sudafricano William Kentridge (Johannesburg, 1955) e offre al pubblico l’opportunità di ammirare le opere Shadow Procession (La processione delle ombre, 1999) e Breathe (Respirare, 2008).
 
La mostra a ingresso gratuito sarà visitabile fino all'8 dicembre, dal lunedì al venerdì dalle 15 alle 18, sabato e domenica dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 18.
 
A causa dei posti limitati, in ottemperanza alle normative legate all'emergenza sanitaria, vi invitiamo a confermare la vostra presenza all'inaugurazione di domenica 20 settembre e a riservare il vostro posto iscrivendovi all'evento.

Gran Gala della danza


La scatola gialla e la Compagnia EgriBiancoDanza di nuovo insieme per una riflessione sulla necessità dell’incontro e dell’espressione in questi mesi difficili che ci chiedono di tenere i nostri corpi lontani.

*Lunedì 7 settembre*, presso l’*Arena Live Festival* a Cuneo ci aspetta una serata densa di esperienze:

- h.18.30 installazione conclusiva del progetto *Skywalker*

- h.19.30  *Workshop di espressione corporea* “Dietro le quinte” con la danzatrice Elena Rolla

- h. 21.30 *Gran Galà della Danza* a cura della Fondazione Egri per la Danza

La partecipazione all’installazione e al workshop è gratuita previa prenotazione al nostro numero 366.4308040

I biglietti per il Gran Gala della Danza si acquistano al costo di 10 euro on line sul sito di Promocuneo: http://promocuneo.it/2020/gran-gala-danza-7-settembre/ o telefonicamente al numero 366.4308040








Il libro dello splendore


Filippo di Sambuy

Il libro dello splendore. Monotipi e acquerelli

Sono esposti acquarelli e monotipi dell’artista, che si ispira al libro di mistica ebraica, noto anche come Zohar.


18 settembre - 5 novembre 2020

Inaugurazione giovedì 17 settembre ore 18


Museo della Ceramica

Piazza Maggiore, 1, 12084 Mondovì (Cuneo)

Il Museo è visitabile indossando la mascherina, è consigliata la prenotazione al numero 0174 330 358 – int.1 o via mail all’indirizzo turistico@comune.mondovi.cn.it 









[dal comunicato stampa]

L’inaugurazione avverrà il 17 settembre in contemporanea con la presentazione del percorso d’ingresso rinnovato e della nuova targa in ceramica, dedicata, come il Museo, a Ettore e Marco Levi. Durante l’inaugurazione della mostra sarà possibile visitare la sinagoga monregalese.

“Il libro dello splendore (Zohar), monotipi e acquerelli”, è il titolo della mostra promossa dalla Fondazione Museo della Ceramica di Mondovi, che inaugurerà il 17 settembre prossimo (ore 18) nelle sale del Museo della Ceramica. Vi sono esposte 18 opere fra acquerelli e monotipi, oltre a un dipinto, eseguiti dall’artista Filippo di Sambuy e scelti dalla Fondazione per una mostra in ricordo di Marco Levi, ideatore e promotore del Museo, cui ha donato la sua importante collezione di ceramiche. In occasione dell’apertura della mostra, che è stata curata da Ermanno Tedeschi, insieme al catalogo edito da Silvio Zamorani, verrà anche inaugurato il percorso di ingresso rinnovato e la nuova targa in ceramica del Museo, ideata da Ilaria Bossa con lo studio Manfredi di Mondovì, a cui è anche dovuta la concezione del portone. Targa e Museo saranno dedicati a Ettore e Marco Levi. La rassegna fa parte degli eventi del decennale del Museo e in occasione dell’inaugurazione sarà possibile visitare la piccola e preziosa sinagoga di Mondovì, tramite visite guidate per piccoli gruppi su prenotazione.

“Sono certo che la Mostra su “Il Libro dello Splendore” (Sefer ha -Zoar) avrebbe fatto particolare piacere a mio Zio Marco Levi, ideatore e fondatore della Fondazione del Museo della Ceramica, purtroppo mancato prima di vederlo nascere – scrive Guido Neppi Modona, Presidente onorario Fondazione Museo della Ceramica di Mondovì –. Questa mostra dedicata a Marco Levi e istituita nel Museo a Lui intitolato suona quindi come un doveroso riconoscimento della Sua funzione, meno conosciuta ma coltivata per tutta la Sua vita, di divulgatore della cultura e della religione ebraica”.

Le opere esposte rappresentano, in modo immaginario, alcuni concetti e frasi dello Zohar (Libro dello Splendore), opera, scritta parte in ebraico, parte in aramaico, che assume la forma di un commento mistico e allegorico al Pentateuco. “Filippo Sambuy, artista eclettico e di spessore culturale – afferma Ermanno Tedeschi - da alcuni anni ha deciso di studiare la dottrina ebraica, cercando di interpretarla attraverso le sue opere nel rispetto totale della tradizione, che impone forti limiti all'uso dell'immagine".

L’artista torinese, affascinato dalla ricchezza della Qabbalah e dello Zohar, ha compiuto approfonditi studi, avvalendosi anche della consulenza di alcuni Rabbini, che hanno avuto modo di vedere e analizzare i suoi lavori. “Il percorso non è stato semplice - prosegue Tedeschi - data la delicatezza della materia e la sua non facile comprensibilità. Il rapporto tra culture diverse è da anni al centro della ricerca artistica di Filippo di Sambuy che offre una chiave pacificatrice che solo la pittura può comunicarci”.

“Gli acquerelli, le carte preparatorie e i quadri di Sambuy – conclude Tedeschi - emanano una autentica luce di splendore attraverso i colori e le forme, che riprendono concettualmente in modo delicato e ineccepibile lo spirito dello Zohar. Questa mostra è sicuramente il modo migliore per rendere omaggio a Marco Levi. Ultimo ebreo della plurisecolare comunità ebraica di Mondovì, riuscì non solo a trasformare l’importante esperienza industriale e artistica della ceramica monregalese nell'attuale prestigioso museo, ma soprattutto lasciò a Mondovì il ricordo di un imprenditore illuminato da straordinaria generosità e saggezza”.

L’opera di Filippo di Sambuy, “Il libro dello Splendore” ­- scrive Andreina Galleani d’Agliano, Presidente, Fondazione Museo della Ceramica di Mondovi - comprende 18 opere, 9 acquerelli e 9 monotipi e costituisce, con la sua delicata, luminosa e contemporaneamente deferente interpretazione dello Zohar, uno splendido omaggio a Marco Levi, completando un itinerario già affrontato nel 2013 dalla Direttrice Christiana Fissore, che aveva voluto onorare la matrice ebraica del museo con una mostra dedicata ai candelabri a nove bracci che si accendono in occasione della festività ebraica di Hanukkah”.

La mostra, aperta negli abituali orari del Museo (venerdì e sabato: 15-18; domenica: 10-18), sarà visitabile fino al 5 novembre 2020.

La mostra è realizzata con il patrocinio del Comune di Mondovì e della Regione Piemonte, promossa dalla Fondazione Museo della Ceramica di Mondovì ed ha il sostegno della “Fondazione Compagnia di San Paolo” e della “Fondazione CRC”.