Sono gli scatti di Isabella Sassi Farias e Alessandro Guida, del collettivo Urban Reports, ad aver reso la Val Tanaro protagonista della meticolosa indagine fotografica Attraverso le Alpi – Un racconto fotografico delle trasformazioni del paesaggio alpino promossa dall’Associazione Architetti Arco Alpino.
La campagna fotografica ha dato vita a un flusso complessivo di 274 scatti divisi in 10 territori provinciali – dal confine occidentale francese a quello orientale sloveno -, lungo 12 valli, soprattutto secondarie, con un obiettivo: rintracciare i segni, le tracce e i caratteri che servono a raccontare la storia del vasto paesaggio culturale alpino fatto di architetture, linguaggi e usi.
E rintracciarne - attraverso le forme dell’abitare, le risorse, le produzioni e i meccanismi di ieri e oggi - segnali e moniti di abbandono e degrado e, all’opposto, esempi di riappropriazione contemporanea.
Parliamo di un paesaggio che mostra sulla propria pelle le stratificazioni di storie, culture, modi di abitare e operare nei tempi. Centri abitati, infrastrutture, opere, coltivazioni, allevamenti, costruzioni, scavi… sono segni – sovente cicatrici – profondi di un passato e un passaggio dell’uomo che, nei tempi recenti, ha compiuto col turismo un rapido ribaltamento del rapporto uomo-natura. Da patrimonio comune, la montagna è diventata prodotto e i territori un valore economico.
Questo itinerario a tappe lungo un territorio vasto e complesso si è aperto a incontri con le comunità locali, rivelando, nelle diversità, la comunanza di intenti e sfide, aprendo un confronto su temi analoghi sviluppati secondo le tradizioni locali che costituiscono un patrimonio (di architettura, conoscenza, linguaggio, cultura, tradizione…) oggi ancora fondamentale.
Accanto alla montagna urbanizzata, modellata, livellata, disboscata e infrastrutturata per renderla accessibile, globalizzata e appetibile ai villeggianti, ci sono valli abitate da comunità stanziali che sfidano ogni giorno l’ambiente ostile con tenacia; a fianco degli esempi di sopravvivenza e resistenza - e all’opposto dei fenomeni di abbandono - si trovano forme di ritorno e riscoperta del vivere le terre alte, pur con le difficoltà del caso. Dove terra, pietra, acqua, bosco, habitat, pendii e clima sono, sì, risorse e occasioni di rilancio produttivo, ma tornano a essere soprattutto beni ambientali collettivi.
Dando segnali incoraggianti di un ripensamento del territorio alpino come paesaggio culturale e patrimonio comune insostituibile.
Apertura al pubblico
Chiostro del Complesso monumentale di San Francesco | Cuneo
19 settembre – 15 ottobre 2020
martedì–domenica 15.30 – 18.30
L’Associazione Architetti Arco Alpino è composta dagli Ordini degli Architetti PPC di Aosta, Belluno, Bolzano, Cuneo, Novara e Verbano Cusio Ossola, Sondrio, Torino, Trento, Udine e Vercelli.
I 274 scatti di Urban Reports provengono dalle strade e dai sentieri delle Val Tanaro (CN), Val Chisone (CMTO), conca di Saint-Nicolas (AO), Val Sermenza e Val d’Otro (VC), Val Divedro (NOVCO), Valmalenco (SO), Val di Rabbi (TN), Val Martello (BZ), e dai territori tra Cadore e Comelico (BL) e Val Canale (UD).
Raccontarci e confrontarci sull’arco alpino vuol dire quindi lavorare sul nostro futuro, per definire meglio la nostra identità ma allo stesso tempo per riuscire anche ad elaborare strumenti utili ad affrontare nel miglior modo possibile i cambiamenti che oggi le nostre comunità stanno vivendo. Non dimentichiamo infatti che le montagne sono frontiere permeabili, storicamente un punto di cerniera tra cultura, popoli e lingue diverse, un luogo di passaggio e di incontro, ma sono anche territori dalle straordinarie potenzialità di sviluppo futuro. Sindaco Borgna.
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.