martedì 2 aprile 2024

Petricor - L'odore della pioggia

Mostra personale di Cristina Saimandi

a cura di Ida Isoardi

6 aprile - 12 maggio
inaugurazione sabato 6 aprile ore 17.30
dal giovedì alla domenica ore 16-19

Fondazione Peano 

c.so Francia 47 Cuneo





[dal comunicato stampa]

Fondazione Peano è lieta di annunciare l'apertura della stagione espositiva 2024 sabato 6 aprile alle ore 17.30 con l'inaugurazione della personale di Cristina Saimandi PETRICOR – L'odore della pioggia, a cura di Ida Isoardi.

La mostra propone cinque installazioni sul tema della fragilità, di una fragilità però positiva, ricca di speranza, uno stato d'animo che nasce dalla consapevolezza della vita e della morte e diviene dunque con un invito a godere appieno di ogni momento. Il linguaggio di Cristina Saimandi, così decisamente lontano da ogni riferimento allusivo a qualsiasi fatto di cronaca, risplende nella purezza delle forme che rimandano ad una storia remota e alla passione dell'artista per i classici.

Come spiega la curatrice «Petricor, l'odore della pioggia è una nostalgica memoria di ciò che, dopo un temporale, era il silenzioso e acre profumo della terra bagnata, dà il via a profondi pensieri, a emozioni che spaziano in varie realtà e oltre. La pioggia, l’acqua dei fiumi, la terra, compongono un insieme di sinestesie elementari scatenando relazioni insolite tra forme, dinamiche o immobili, le stesse che Cristina Saimandi ha imbrigliato nella sua attuale ricerca.

Il motivo ricorrente della fragilità, alquanto in antitesi alla creatività e al sentire dell’artista pone un deciso incipit alla sequenza di immagini, sculture e installazioni, per molti versi continuazione di un costante pensiero dove passato e presente ven gono messi a fuoco drammaticamente e con an-

goscioso, a volte, senso di ineluttabilità».

Le opere, raccontano l'amore dell'artista per la materia e le sue stratificazioni e modificazioni nel tempo e anche la passione per la musica, che anch'essa è vibrazione e materia, oscillazione tra due poli di esistenza: «Adoro la fisicità della materia – afferma l'artista – e mi lascio attraversare dalle vibrazioni sonore». La musica, che è presente in mostra come sottofondo sonoro di tre delle installazioni proposte, sarà anche co-protagonista dell'evento inaugurale con due esibizioni di Ilaria Bellone, Saverio Giri e i Nitritono.



Ilaria Bellone e Saverio Giri, entrambi laureati in flauto traverso presso il conservatorio Ghedini di Cuneo, eseguiranno in duo “Dialogo angelico” del compositore Novecentesco Goffredo Petrassi; un “foglio d’album” dove il compositore fa coesistere antico (Lasso, Vinci, Gastoldi,..) e moderno (dodecafonia) incernierati a una lirica libera e personale. Dovendosi confrontare con la rottura totale della tonalità attraverso la dodecafonia, Petrassi, decide di sfruttare questa tecnica, ma in uno stile meno costretto nei limiti del metodo compositivo inventato da Arnold Schönberg.

“Dialogo angelico” diventerà poi durante l’esposizione il sottofondo sonoro delle installazioni “Fragile” e “custodi d’acqua” contribuendo a sottolineare la fragilità che unisce uomo e natura la quale qui diviene perno di riequilibrio e di armonia.

L'opera "Fragile" si presenta al pubblico come due casse da imballaggio con la scritta FRAGILE, poste in piedi, riempite di acqua e terra, dalle quali fuoriescono due teste in ceramica, metafora della comune condizione umana.

"Custodi d'acqua" è un'installazione composta da cinque vasche circolari riempite da un liquido colore rosso dal quale emergono delle teste dotate di piccole ciotole-respiratori che le collocano in una condizione di sforzo o pericolo.

I Nitritono, duo post metal composto da Siro Giri (chitarra e voce) e Luca Lavernicocca (batteria e percussioni), eseguiranno invece il brano inedito Cecità. La canzone è la titletrack dell’omonimo disco (il terzo per la band) che uscirà il 5 aprile 2024 ed è liberamente ispirato al romanzo di Josè Saramago. Tutti i brani del disco sono nati nel periodo immediatamente successivo alla pandemia mondiale del 2020 e cercano di descrivere la parte più disumana e meschina che questa tragedia ha portato con sé. La canzone che verrà proposta è un brano interamente strumentale, dai toni estremamente oscuri e criptici in cui la melodia dissonante muove passi zoppi verso un crescendo circolare sempre più intriso di disperazione. Una volta raggiunto il culmine di questo vorticoso processo, si tornerà al punto di partenza come analogamente avviene nel romanzo dello scrittore portoghese.

Il brano è parte integrante dell’installazione sonora “Quasi un respiro”

"Quasi un respiro" è un'installazione composta da nove vasi canopi che, non soltanto per etrusca

ascendenza, sono ricettacolo di anime, estrema dimora che racchiude l’innocenza dei giovani e l’iniquità di chi li distrugge: «alla guerra, destituita ormai di ogni fondamento epico o eroico (se mai l'ebbe!), mossa soltanto dall'umana follia, dalla cecità del potere, si può opporre unicamente il silenzio e una vergogna senza fine» Ida Isoardi.

Nella saletta al primo piano, si trovano invece due installazioni, anch'esse sul tema della fragilità, in questo caso però legata data dal caos delle leggi del caso Una è composta da nove dadi di porcellana aventi ciascuno cinque facce caratterizzate da cromatismi scuri e una sola vivacemente colorata, che rappresenta la speranza che non bisogna mai smettere di rincorrere. L'altra composta da sottilissimi fogli, anch'essi di porcellana e decorati con quelli che sembrano porso come arcani alfabeti e «silenzioso controcanto alla violenza, alla follia e agli infiniti inganni dell’umano vivere» - Ida Isoardi.

Cristina Saimandi si dedica sin da giovanissima allo studio e alla ricerca artistica, frequentando il liceo Artistico di Cuneo e completando la sua formazione presso l’Accademia Albertina di Torino. Alterna la professione di insegnante presso il liceo artistico Ego Bianchi di Cuneo all’attività artistica, prediligendo il disegno, la ceramica e la scultura.

Attraversando diversi generi artistici, le sue opere si muovono tra segno, materia e colore. L’indagine artistica, praticata attraverso sperimentazioni non scontate di tecniche, supporti e materiali, crea un rapporto serrato tra realtà esterne ed interne al proprio io e intreccia quotidiano e visionario insieme.

È tra i tre vincitori del premio Midec 2023. È vincitrice del primo premio NeviglieGoodWine 2023. È stata selezionata alla 62° edizione della mostra della ceramica di Castellamonte, 2023. È vincitrice del premio internazionale, città di Torino, 2010, sezione scultura. È menzione speciale del premio Città di Alba, 2008. Ha al suo attivo mostre personali e collettive in Italia e all’estero.

La mostra, ad ingresso libero e gratuito, è visitabile dal giovedì alla domenica dalle ore 16 alle 19 fino al 12 maggio.














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