mercoledì 22 agosto 2018

Il canto della materia - Sculture da camera di Emanuele Greco



Il canto della materia Al Circolo “’L Caprissi” A cura di Ivana Mulatero

Mostra personale inserita nel cartellone della manifestazione artistica  in Piazza Boves “Arte in Piazza” 2018

Circolo “L Caprissi”, Cuneo – Inaugurazione sabato 8 settembre 2018 ore 11.30

La mostra, a ingresso libero, è visitabile dal sabato 8 settembre a domenica 9 settembre 2018 con l’accompagnamento a cura dei volontari FAI.
Orari   di   apertura:   sab.   8/9   e   dom.   9/9   ore   10-19,   presso   Circolo   ‘L  Caprissi,   Piazza Boves 3, Cuneo.


Emanuele Greco      è     lo   scultore   ospite   della   manifestazione   “Arte   in   Piazza   2018” proposto dalla Fondazione Peano, ente culturale privato attivo da oltre vent’anni nella promozione   della   scultura   e   dell’arte,   nelle   sue   molteplici   manifestazioni   e   linguaggi espressivi, negli spazi naturali e urbani cuneesi. 

Nelle   sale   auliche   e   raffinate   del   Circolo   “L   Caprissi”   si   snoda   un   percorso   che documenta   l’attività  dello  scultore  Emanuele  Greco  (Cuneo,  1981)  che  ha  riunito  per l’occasione   una   ventina   di   opere,   perfettamente   dimensionate   agli   ambienti,   alcune inedite e realizzate appositamente per la mostra. Dalla      Piccola figura distesa      (2010) in bronzo e dal     Cavatore  (2010) in terracotta patinata, ai ritrovati     Schiavi  (2015) e  La fine del tempo della spensieratezza      (2015) in cemento patinato, si snoda una narrazione tra materie,   superfici   e   forme   corporee.   Le   modellazioni   in   fieri,   realizzate   da   Emanuele Greco   nei   fienili   immersi   nella   campagna   della   bassa   Valle   Maira   divenuti   fonderia, luoghi  di fusione  della cera  persa,  si  tramutano  nei  bronzi      Piccolo centauro      (2016)  e​ Cavallo in posa      (2018),   in   parallelo   è   concresciuta   al   suo   acme      Appello all’umanità (2018), una allegoria in terracotta sul tema della migrazione dei popoli.

A Emanuele Greco non interessa ritrarre la figura umana nella sua naturale fisicità ma trarre ispirazione direttamente dai materiali (argilla, bronzo, pietra, cemento...), per dare vita a opere plastiche emozionali da camera, sostenute su      piedistalli  poetici. La finalità della sua pratica scultorea è modellare busti, torsi, frammenti figurali e filiformi esseri archetipici, per inseguire la capacità immaginativa e modularla in una sapienza manuale, in cui le mani sanno ricreare il senso perduto del vivere e del morire entro una sostanza immaginale.

Come afferma la curatrice della mostra, Ivana Mulatero, Direttrice Scientifica del Museo Civico Luigi Mallé, “...si ritrova nel solidificarsi della creta plasmata, modellata e poi fatta essiccare, la traccia dei polpastrelli impressi nell’umida argilla. Emanuele Greco non   si   cura,   in   alcune   opere,   di   eliminare   in   fase   di   realizzazione   finale   i   particolari costruttivi   e   li   fa   coincidere   con   gli   elementi   formali   delle   figure.   I   dormienti   a mezz’aria, oppure i cavalli in corsa che si allungano per fendere lo spazio con le loro estensioni anatomiche, divengono steli, piccoli totem, telamoni da mensola,      kouros   da tasca. Non cercano una identità riconoscibile, valgono come espressione di un sentire tattile della materia attraverso lo spazio, il tempo e la forza della creazione”.

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