giovedì 13 novembre 2025

Ferdinando Scianna a Saluzzo


Presso la Castiglia di Saluzzo la Fondazione Artea ci invita in un viaggio nella storia degli scatti di Ferdinando Scianna che inizia nella sua amata Sicilia, ampliando lo sguardo sul sud del mondo, con una intima sensibilità e bellezza che pervade la quotidianità. 


Da questi attimi ci si incammina nel suo percorso nell'universa della moda con la sezione dedicata a Marpessa, scatti di una semplice e immediata raffinatezza giocata sui chiaroscuri. 


Ombre che sono la cifra più significativa del suo creare  intense emozioni  Ma si approfondisci con questa apertura anche tutto il suo lavoro nell'ambito della moda, come la seconda sezione in cui i modelli, più che farli posare, cerca di farli vivere, essere reali, coinvolgendo emotivamente lo  sugardo dello spettatore. Si proseguire con leggiadri scatti dei suoi viaggi per giungere nella sezione dell'America in cui compaiono anche immagini a colori. Il percorso poi si chiude, quasi in un gioco circolare, con la sezionen della memoria del Sud.


La mostra, ideata dalla Fondazione Artea, con la curatela da Denis Curti sarà fruibile fino  al 1 Marzo 2026, presso La Castiglia a Saluzzo col seguente orario:

ORARI
Venerdì dalle ore 15.00 alle 19.00
Sabato, domenica e festivi dalle ore 10.00 alle 19.00
Chiusura biglietteria ore 18.00

Biglietteria presso La Castiglia (piazza Castello 1) o su ticket.it


BIGLIETTI 
intero: € 12,00 (esclusi i diritti di prevendita)
ridotto: € 9,00 (esclusi i diritti di prevendita)
riservato a: bambini/ragazzi 7- 19 anni, studenti universitari fino a 25 anni, adulti over 65, insegnanti con certificazione, soci ACLI, soci FAI, possessori di biglietto di ingresso alla mostra Helmut Newton. Intrecci (Il Filatoio, Caraglio), possessori del voucher segnalibro ricevuto alla Festa del Libro Medievale di Saluzzo (ed. 2025).
ridotto gruppi (min 10, max 20 persone): € 6,00
ridotto scuole (15-25 persone): € 3,00

ingresso gratuito: bambini fino ai 6 anni, soci ICOM, persone con disabilità + 1 accompagnatore; possessori di “Abbonamento Musei Piemonte e Valle d’Aosta” o di “Abbonamento Musei Formula Extra”; guide turistiche abilitate del territorio piemontese; giornalisti (con tesserino); residenti in Saluzzo soltanto la domenica mattina.

Ogni domenica e festivi visite guidate alle ore 15 e 16.30.
Biglietto visita guidata: € 13 [ingresso ridotto gruppi + guida]  |  € 7 per i possessori dell’Abbonamento Musei Piemonte e Valle d’Aosta o dell’Abbonamento Musei Formula Extra

Biglietteria presso La Castiglia (Piazza Castello 1, Saluzzo – chiusura ore 18.00) o su ticket.it


martedì 11 novembre 2025

Join - Francesco Segreti

 



Alchimia, contaminazione di materiali e colori restituiscono una personale analisi del rapporto uomo-natura. L'artista Francesco Segreti si ispira al lavoro di Cocteau, Mondrian, Sol Lewitt, Rothko.

Movimento Artistico Antidoto ringrazia per l'occasione di esporre a Monforte d'Alba

giovedì 6 novembre 2025

Public Programme per Helmut Newton e Ferdinando Scianna

A sinistra: Helmut Newton. Self-Portrait at home, Monte Carlo 1993 © Helmut Newton Foundation. A destra: Ferdinando Scianna, 1998 © Ferdinando Scianna

Sabato 15 novembre, alle 18, al Filatoio primo appuntamento che contestualizza il lavoro dei due celebri fotografi al centro delle esposizioni in corso nell’antico setificio e alla Castiglia di Saluzzo

Con l’apertura dei due grandi progetti espositivi Helmut Newton. Intrecci al Filatoio di Caraglio e Ferdinando Scianna. La moda, la vita alla Castiglia di Saluzzo, prende il via il programma di incontri pubblici Oltre la moda, curato da Monica Poggi e Fondazione Artea, per accompagnare i visitatori alla scoperta di due dei più grandi protagonisti della fotografia del Novecento, approfondendo il modo in cui moda e fotografia dialogano tra loro e si sono evolute nella storia.

Il primo appuntamento del Public Programme, dal titolo Helmut Newton e Ferdinando Scianna: sovvertire le regole, sarà sabato 15 novembre, alle 18, al Filatoio di Caraglio con Monica Poggi, storica della fotografia. L’incontro contestualizzerà il lavoro di Newton e Scianna all’interno di un panorama culturale più ampio. Ripercorrendo le tappe più rilevanti dello sviluppo del linguaggio della fotografia di moda, il discorso evidenzierà le rispettive peculiarità e la capacità espressa da entrambi di ridefinire i canoni della rappresentazione di questo genere.

I momenti di approfondimento previsti dal Public Programme proseguiranno fino a febbraio 2026 e proporranno incontri e dialoghi con esperti di fotografia, moda e cultura visiva, anche fuori dalla provincia. Un’occasione per leggere e contestualizzare il lavoro dei due grandi autori, e per riflettere sulle intersezioni fra fotografia, produzione, collezionismo e società contemporanea.

La partecipazione agli appuntamenti è libera e gratuita, fino a esaurimento posti, con prenotazione obbligatoria su Eventbrite (link).

Qui di seguito, i successivi due incontri pubblici che si svolgeranno al Filatoio di Caraglio e all’antico Palazzo Comunale di Saluzzo nel corso del 2025.

 

Sabato 29 novembre – ore 18

Il Filatoio, Caraglio

Nuovi sguardi. La rappresentazione dei corpi femminili oggi

L’incontro racconterà il modo in cui oggi, in rottura rispetto al passato, l’editoria di moda cerchi di guardare a corpi considerati non conformi. Particolare attenzione sarà rivolta alle riviste e ai fotografi che stanno contribuendo a ridefinire i canoni della rappresentazione, in un’ottica di sempre maggiore inclusività e riconoscimento delle diversità.

Relatrici: Chiara Bardelli Nonino, photo editor Harper’s Bazaar, e Monica Poggi, storica della fotografia.

 

Venerdì 12 dicembre – ore 18

Antico Palazzo Comunale, Saluzzo

Incontri che cambiano la vita. Amicizie nel mondo della fotografia

Attraverso il coinvolgimento di importanti storici della fotografia, l’incontro racconterà quanto il confine fra reportage e moda sia stato labile negli anni. Con esempi celebri come quelli di Robert Capa e Ferdinando Scianna, gli ospiti evidenzieranno quanto grandi autori del passato e del presente siano stati in grado di non farsi definire da un unico genere fotografico

Relatori: Ferdinando Scianna, fotografo, Gabriel Bauret, curatore, Monica Poggi, storica della fotografia, e Davide De Luca, direttore Fondazione Artea.

 

La mostra Helmut Newton. Intrecci al Filatoio di Caraglio (via Matteotti 40) è promossa e organizzata da Fondazione Artea e curata da Matthias Harder. È realizzata in collaborazione con la Helmut Newton Foundation e il Comune di Caraglio, grazie al contributo della Fondazione CRT, della Fondazione Compagnia di San Paolo e della Fondazione CRC, con il supporto del Museo Lavazza e di Confindustria Cuneo, e con il patrocinio della Provincia di Cuneo. È visitabile fino al 1° marzo 2026, il giovedì e il venerdì dalle 15 alle 19 e il sabato, domenica e festivi dalle 10 alle 19.

Il progetto Ferdinando Scianna. La moda, la vita alla Castiglia di Saluzzo (piazza Castello, 1), curato da Denis Curti, è promosso e organizzato dal Comune di Saluzzo e della Fondazione Artea ed è reso possibile, oltre alle collaborazioni con la Fondazione Torino Musei, la GAM di Torino e la Fondazione Arte CRT, anche grazie al supporto del Museo Lavazza, di Confindustria Cuneo, della Fondazione Amleto Bertoni con Terres Monviso, e con il contributo dell’ATL del Cuneese e il patrocinio della Provincia di Cuneo. Accoglierà i visitatori fino al 1° marzo 2026, il venerdì dalle 15 alle 19 e sabato, domenica e festivi dalle 10 alle 19.

Le due mostre in dialogo tra loro approfondiscono aspetti inediti o poco esplorati nelle carriere dei due autori, offrendo al pubblico due visioni complementari della moda, vista da Helmut Newton come provocazione dell’immaginario e da Ferdinando Scianna come racconto della vita.

Per biglietti e informazioni visitare il sito www.fondazioneartea.org.

La Galleria Borghese. Da Raffaello a Bernini. Storia di una collezione

Guido Reni, Danza Campestre, 1601-1602 circa, olio su tela © Galleria Borghese / foto Mauro Coen


La mostra
A partire dalla figura di Scipione Caffarelli Borghese (1577–1633), tra le personalità più significative del panorama culturale della Roma del Seicento, la mostra racconta la nascita di una nuova idea di collezionismo: sistematico, visionario, capace di anticipare il gusto e le tendenze artistiche del tempo.

Attraverso una selezione di capolavori provenienti dalla Galleria Borghese – raramente esposti al pubblico – il percorso restituisce la straordinaria parabola di un collezionista che fece della sua raccolta un teatro del bello e della conoscenza.

«Nell’apparente disordine della collezione di Scipione Borghese – spiega il curatore Ettore Giovanati – si può riconoscere la chiave interpretativa di un insieme artistico eterogeneo, privo di un criterio unificante, ma capace di incarnare una delle più compiute espressioni del collezionismo moderno, dominato dalla bellezza che nasce dal libero dialogo tra le arti».

Gli spazi del Complesso Monumentale di San Francesco ospitano dipinti rappresentativi delle diverse scuole pittoriche italiane tra Cinquecento e Seicento, offrendo al visitatore una panoramica sulle trasformazioni che segnano il passaggio dal Rinascimento al Barocco.
Tra le opere esposte figurano il Ritratto di frate domenicano di Tiziano Vecellio, Autunno Primavera di Jacopo Bassano, il Ritratto di uomo attribuito a Raffaello, la Sacra Famiglia con san Giovanni Battista e angeli di Battista Dossi, la Fuga in Egitto del Cavalier d’Arpino, e il Sonno di Gesù di Lavinia Fontana, prima donna a ricevere commissioni pubbliche di rilievo nella Roma di inizio Seicento.

La mostra si conclude con la sezione dedicata ai grandi maestri del Barocco: la Danza campestre di Guido Reni, l’Autoritratto in età matura e la Capra Amaltea di Gian Lorenzo Bernini, emblemi della sua prodigiosa versatilità tra pittura e scultura.

Discendente di una famiglia senese affermatasi a Roma nel tardo Cinquecento, Scipione Borghese fu nominato cardinale nel 1605, anno dell’elezione al soglio pontificio di suo zio Camillo Borghese, papa Paolo V. La sua raccolta, tra le più ambiziose dell’epoca, riuniva sculture classiche e moderne, dipinti del Rinascimento e opere contemporanee, riflettendo un gusto colto e internazionale.

La mostra offre così una riflessione sul collezionismo come pratica culturale e politica, in cui l’arte diventa strumento di rappresentazione e di potere, ma anche di dialogo tra epoche diverse.
 

Il percorso
Gli spazi del Complesso Monumentale di San Francesco ospitano alcuni dipinti identificativi delle diverse “scuole pittoriche”, che contraddistinguono l’arte italiana in epoca rinascimentale e barocca, frutto del collezionismo onnivoro ed eclettico di Scipione Borghese, ma soprattutto del suo giudizio critico nella scelta di opere d’arte, all’insegna della qualità e della bellezza.

La raccolta Borghese si configura come un repertorio vivo del cambiamento artistico in atto all’epoca, in cui la selezione delle opere non risponde solo al criterio estetico, ma anche al desiderio di rappresentare una visione del mondo: colta, ambiziosa, moderna.

Accanto a opere di maestri della scuola veneta, come Tiziano, di cui è esposto il Ritratto di frate domenicano espressione dello stile più tardo dell’artista, e Jacopo Bassano con Autunno Primavera, si trovano capolavori della scuola dell’Italia centrale, caratterizzata da rigore disegnativo e costruzione prospettica, esemplificata dal Ritratto di uomo (1500 ca.) di Raffaello. Espressione dei principi pittorici della scuola ferrarese è la Sacra Famiglia con san Giovanni Battista e angeli (1535-1542 ca.) di Battista Dossi, che unisce lirismo e invenzione.

La transizione verso il Seicento è documentata da un artista come il Cavalier d’Arpino, autore dell’olio su rame raffigurante la Fuga in Egitto (1595 ca.). Di particolare rilievo è il Sonno di Gesù (1591) di Lavinia Fontana. Artista di incredibile talento, è stata la prima donna a ricevere commissioni pubbliche: in seguito al trasferimento a Roma, dall’aprile del 1604 lavora per i più importanti mecenati romani tra cui proprio papa Paolo V e il nipote Scipione Borghese.

Lungo il percorso si incontra Orbetto con un’opera di estrema raffinatezza eseguita su lavagna, esempio di sperimentazione tecnica tanto apprezzata dal cardinale Scipione. La mostra si conclude con alcune opere dei più grandi maestri e massimi esponenti del Barocco, come Guido Reni, presente con la tela Danza campestre che immortala in un paesaggio collinare un gruppo di contadini, dame e signori del luogo intenti a seguire il suono del liuto e della viola.
Accanto al maestro bolognese fa il suo ingresso in mostra Gian Lorenzo Bernini con Autoritratto in età matura, una delle più significative rappresentazioni che l’autore produsse di sé stesso. Di Bernini è esposta anche la Capra Amaltea (1615), che si pensa possa essere una delle prime opere in marmo eseguite dall’artista. Insieme testimoniano la sua versatilità e padronanza nell’arte della pittura e della scultura.

Il progetto di allestimento, ideato appositamente per la ex chiesa di San Francesco, riutilizza e adatta le strutture create per le precedenti esposizioni, in un’ottica di sostenibilità ambientale e di riduzione dell’impatto degli eventi culturali promossi dalla Fondazione CRC.

La mostra sarà accompagnata da un catalogo edito da Allemandi, con contributi scientifici a cura di Ettore Giovanati, con la partecipazione di Lucia Calzona e Antonio Iommelli.
 

Laboratorio Cuneo: un nuovo triennio tra bellezza e partecipazione

Le iniziative espositive che si susseguiranno nel corso del prossimo triennio al Complesso Monumentale di San Francesco a Cuneo si ispirano ai principi di bellezza e partecipazione, di accessibilità e sostenibilità, dando così forma concreta alla definizione di bene culturale come “testimonianza avente valore di civiltà”.  

Fondazione CRC e Intesa Sanpaolo, accanto alla cura scientifica e alla valorizzazione del patrimonio artistico, si rivolgono alla società contemporanea e ai pubblici più diversi, con un programma di attività educative e inclusive che fanno di Cuneo un vero laboratorio di cultura condivisa. 

INFORMAZIONI AL PUBBLICO
Complesso Monumentale di San Francesco
Via Santa Maria, 10, 12100 Cuneo CN
fondazionecrc.it
 
21 novembre 2025 - 29 marzo 2026

Orari
Martedì – venerdì: 15.30 – 19.30 (al mattino aperto su prenotazione per scuole e gruppi);
Sabato – domenica: 10 – 19.30 con orario continuato.

Ingresso
Libero e gratuito
I possessori del biglietto di ingresso alla mostra avranno diritto ad accedere con tariffa ridotta alle Gallerie d’Italia di Torino, Milano, Vicenza e Napoli, fino al 30 giugno 2026.

Presentazione di Quanto - il diario



Sabato 29 novembre 2025, alle ore 17, l’autore e artista Stefano Venezia presenta “Quanto – il diario” alla libreria Belgravia in via Vicoforte 14/d, a Torino; il libro, pubblicato dalla casa editrice e associazione La Cevitou, racconta un viaggio lento in bicicletta da Cuneo a Venezia, dove ogni tappa ha generato un piccolo happening sul tema del tempo. Le tre domande chiave del progetto itinerante, formulate anche in lingua occitana, vi accompagneranno nella lettura, stimolandoriflessione e libera espressione.

L’ingresso all’happening è libero, con prenotazione consigliata al cell. 347-5977883.
L’autore Stefano Venezia fonda la sua ricerca sui valori della diversità e dell’espressività di ogni persona, pilastri di un percorso che unisce arte, natura e territorio. QUANTO – il diario nasce da questa visione e si propone come esperienza collettiva, dove ogni partecipante è protagonista.

La presentazione del libro è concepita come un intervento artistico partecipativo, in cui il pubblico è coinvolto attivamente attraverso un gesto semplice ma potente: scrivere sul retro di una cartolina rossa, rispondendo alla domanda di una tela dipinta, simbolo del progetto. Le cartoline compongono un’opera collettiva effimera, visibile nello spazio della libreria Belgravia.

QUANTO è più di un libro, è un invito a esserci davvero, senza giudizio. Per chi sente il bisogno di ritrovare il proprio tempo, per chi cerca spazi dove poter essere sé stesso e dare valore alle proprie scelte, per chi desidera connessione con gli altri e con il territorio.

Al termine dell’incontro, una vetrofania rossa viene rilasciata allo spazio ospitante, come segno visibile del passaggio e dell’accoglienza.

L’happening è parte del progetto ROSSOCUBO © che dal 2002 attiva esperienze relazionali centrate sul tempo personale, l’ascolto e la consapevolezza. Le azioni intrecciano arti visive, happening e pratiche partecipative, dove ogni persona è co-creatrice dell’opera.

La Cevitou è un’associazione culturale senza scopo di lucro nata nel 1994 e radicata in Valle Grana, valle occitana del Cuneese. Con sede a San Pietro, Monterosso Grana (CN), opera per tutelare, valorizzare e innovare il patrimonio culturale, sociale e ambientale delle aree interne, in rete con enti e comunità del territorio.

È ente gestore dell’Ecomuseo Terra del Castelmagno, un sistema diffuso di luoghi, percorsi e progetti che mettono in relazione memoria, paesaggi e vita quotidiana della valle.

Dal 2020 La Cevitou è anche casa editrice: Edizioni La Cevitou pubblica libri che danno voce ai saperi collettivi e alla “bellezza marginale”, mettendo in dialogo comunità, paesaggi e persone.

Info:
https://www.terradelcastelmagno.it/casa-editrice/
https://www.facebook.com/libreria.belgravia/

mercoledì 5 novembre 2025

Concerto del pianista Massimiliano Genot alla Fondazione Casa Delfino di Cuneo

Risorgimenti Musicali: Il pianismo italiano del periodo post unitario"

Con musiche di Giuseppe Unia, Carlo Rossaro, Alessandro Longo

Sabato 15 novembre 2025, alle ore 16

ingresso libero

Fondazione Casa Delfino 

c.so Nizza 2, Cuneo









domenica 2 novembre 2025

Luoghi dismessi

Mostra personale di Gianni Martia Tessari 

a cura di Enrico Perotto

8 novembre 2025 - 15 marzo 2026
inaugurazione sabato 8 novembre 2025 alle ore 17,00
visitabile venerdì, sabato e domenica dalle ore 15,00 alle ore 17,00

 Centro Civico e Culturale 

via Roma 6 - Rittana 

[dal comunicato stampa ]

Dopo aver esposto in due diverse sedi a Torino alcune opere del medesimo ciclo, Rittana ospita il corpo completo della attuale produzione di Gianni Maria Tessari dedicata ai Luoghi dismessi. Sono lavori costruiti «pittoricamente su immagini fotografiche rettificate» dove l’artista introduce «quei suoi ben riconoscibili glifi, un tipo di scrittura criptica, priva di significato verbale, ma con forti connotazioni simboliche» e ci mostra, come sottolinea nel testo critico del catalogo della mostra Enrico Perotto, «il lato poetico nascosto delle cose abbandonate, lasciate cadere nel disfacimento progressivo e sottoposte all’azione di rioccupazione dell’area da parte dell’ambiente naturale circostante»: luoghi urbani disabitati, vecchi siti industriali, fabbriche dismesse…». «Le opere pittoriche di Tessari si ispirano al concetto della dismissione come un "bivio silenzioso" che segna il passaggio da ciò che è stato a ciò che potrebbe essere. Attraverso le sue creazioni, l'artista esplora come il lasciar andare un oggetto, un'idea o una relazione sia in realtà un processo di purificazione e liberazione, un movimento verso l'evoluzione che fa spazio al nuovo. (…) Come suggerisce l'artista, ogni fine porta con sé i semi di un nuovo inizio. Le opere in mostra sono una celebrazione di questo ciclo infinito, un promemoria visivo che anche nelle perdite più dolorose, c'è sempre l'opportunità di ricominciare» (Marcello Corazzini, testo di presentazione della mostra “Luoghi dismessi – altri” di Gianni Maria Tessari, presso la CSA Farm Gallery, 2025 – Torino). «E proprio questa lettura, per il particolare contesto che qui stiamo vivendo, non può non suggerirmi ancora nuove similitudini: i “luoghi dismessi” sono le case e i borghi ormai senza vita, l’abbandono di un intero territorio montano, lo spopolamento che ha svuotato di tante energie vitali intere comunità, un mondo dal destino incerto e per taluni segnato irreversibilmente. Su queste condizioni di abbandono con tutte le sue innegabili fragilità e debolezze si stanno tuttavia innestando nuovi segni che vanno in direzione contraria. Alcuni ritorni, nuove presenze, inedite attività contrastano il processo in atto. Una rinnovata resilienza riscopre i valori di antiche comunità che non vogliono cedere, guardano ad un proprio futuro possibile e creano nuove “opportunità di ricominciare”. Questa è dunque una mostra non solo da vedere ma uno stimolo per pensare e trovare nuove dinamiche di crescita» (G. Doglio nel testo di presentazione della mostra). *** Gianni Maria Tessari (1949) vive tra Torino e Bassano del Grappa. Musicista dal 1961 fino al 1977, in seguito si dedica pienamente all’arte visiva interessandosi allo studio della psicologia della percezione. Lavora essenzialmente su progetti: “Vie Oscure”, “Fabbriche e Cieli”, “Appunti sulla Libertà” e “Luoghi dismessi” sono tra gli ultimi. In molte sue esposizioni si è avvalso della collaborazione di altri artisti, di poeti e musicisti. Ha creato una serie di libri d’artista e ha esposto con il Presidio del Libro e del Libro D’Artista “Verbamanent” di Sannicola (Le). È presente in alcuni Musei e Istituzioni in Italia e all’estero, in particolare nel Majdanek State Museum di Lublin (Polonia). È stato ospitato in numerose gallerie d’arte e altri spazi espositivi sia italiani che stranieri, come a Nova Goriça (Slovenia), Osaka (Japan), Kanazawa (Japan), Tokyo (Japan), Osaka (Japan), Madrid (Spagna), Berlino (Germania), Lublin (Polonia) e Pola (Croazia).




sabato 1 novembre 2025

Fausto Balbo


 Le sale ottocentesche di Palazzo Samone a Cuneo si trasformano in un paesaggio sonoro inedito con SonicWunderkammer, la personale di Fausto Balbo organizzata dall’Associazione Culturale Origami nell’ambito della rassegna Fonorama.

La mostra propone un’immersione nelle sculture sonore dell’artista di Garessio, che abitano gli spazi come presenze vive: dialogano, si contaminano e si attivano al passaggio del visitatore. Ne nasce un ambiente eterogeneo e intimo, una vera e propria “camera delle meraviglie del suono”, dove ascolto e percezione diventano esperienze profonde e multisensoriali.

SonicWunderkammer nasce dal desiderio di partire dal suono per attivare nuove forme di ascolto e di relazione con lo spazio. Le opere di Balbo intrecciano memoria, materia e tecnologia, rivelando una poetica personale in cui la macchina non è più semplice strumento, ma organismo vivo capace di generare emozioni e riflessioni. Il percorso, articolato tra le opere più recenti, invita il visitatore a scoprire il suono nella sua dimensione più intensa e immediata, offrendo uno sguardo originale e poetico sulla tecnologia e sul tempo che scorre.

Fausto Balbo (Garessio, CN, 1970) è un artista che realizza sculture sonore autonome, in cui il suono si manifesta attraverso il movimento di elementi sensibili a forze invisibili. Dopo anni di sperimentazione nella costruzione di strumenti musicali, ha sviluppato una ricerca che unisce arte, tecnologia e materia, dando vita a opere in cui il performer scompare e il suono nasce da processi autonomi. Utilizza materiali di riciclo e retrotecnologia, reinterpretandone la funzione per esplorare ciò che agisce nell’invisibile: vibrazioni, suoni, campi elettromagnetici e impulsi che mettono in moto la scultura. Le sue opere rendono percepibile l’impercettibile, trasformando l’insondabile in esperienza sensoriale e invitando lo spettatore a riflettere sull’equilibrio imperfetto e probabilistico che regola la realtà del tutto.


Ingresso libero

Con il patrocinio del Comune di Cuneo

Con il contributo della Fondazione CRC

Jean Gaumy Baìo e Montagna

Dal 15 novembre 2025 al 25 gennaio 2026 sarà allestita al Museo Mallé di Dronero (CN) la mostra “JEAN GAUMY. Baìo e Montagna”, che propone 44 fotografie donate da Jean Gaumy (Pontaillac, 1948), noto fotografo francese membro dell’Agenzia Magnum e dell’Institut de France (Académie des Beaux Arts).
 
Sabato 15 novembre, alle ore 15.30, Jean Gaumy sarà in mostra per un dialogo sulle fotografie esposte con esperti e rappresentati della Baìo, accompagnati da intermezzi musicali. Nel periodo di apertura della mostra sono previsti inoltre alcuni appuntamenti collaterali.
 
La mostra è promossa da Fondazione CRC e dal Museo Mallé di Dronero - con il patrocinio del Comune di Dronero, del Museo Etnografico di Sampeyre, della Provincia di Cuneo e della Regione Piemonte - nell’ambito del Progetto “Donare”, con il quale la Fondazione accoglie donazioni da parte di privati e le valorizza attivando collaborazioni con istituzioni del territorio. Grazie a testi critici di Fredo Valla, la mostra restituisce e racconta in modo originale il lavoro svolto da Jean Gaumy con alcuni reportage fotografici nelle vallate alpine cuneesi tra il 2003 e il 2017.
 
Nella prima sala sarà possibile ammirare 14 fotografie in bianco e nero delle vallate alpine, mentre nella seconda e nella terza sala saranno esposte 30 fotografie a colori della Baìo con alcuni costumi e video gentilmente concessi dal Museo Storico-Etnografico di Sampeyre.
 
“Per me è una questione di istinto. La fotografia mi porta a scoprire ciò che in fondo non so, ciò che cerco inconsciamente. È un atto immersivo e solitario” dichiara Jean Gaumy“I miei strumenti: l’obbiettivo, l’ascolto, l’osservazione, gli appunti sul taccuino. Spesso la solitudine davanti al vuoto”.
 
“Con questa iniziativa, che nasce nell’ambito del progetto Donare, il prezioso corpus di fotografie di Jean Gaumy viene valorizzato e messo a disposizione della nostra comunità grazie ad una collocazione stabile presso il Museo Mallè di Dronero” aggiunge Mauro Gola, presidente di Fondazione CRC. “Una mostra che diventa occasione per riflettere, attraverso questi scatti, sul valore e sull’eredità culturale e ambientale dei territori montani, che rappresentano un tratto distintivo della nostra provincia”.
 
Il corpus di opere firmate dal fotografo Jean Gaumy, che viene donato in comodato d’uso gratuito al Museo Mallé, trova una coerente e naturale storia su cui depositarsi. Come racconta la direttrice del Museo Mallé, Ivana Mulatero“Le famiglie Mallé-Demichelis e Giordano, nonni di Luigi Mallé, fondatore del museo, amavano, come d’altronde nella moda del tempo, farsi fotografare, e ci hanno lasciato un insieme di documenti di qualità, come sottolinea il repertorio con centinaia di fotografie datate dal 1868 al 1940, conservato nei depositi. Il credito verso il nuovo linguaggio fotografico attesta la precoce consuetudine dei Mallé con quel nuovo mezzo di comunicazione e nel contempo ne rivela il valore e l’importanza da essi accordata alla funzione rappresentativa delle immagini. L’attenzione per il linguaggio della fotografia consolida una identità familiare per immagini, ma, per estensione, rilancia all’intero patrimonio raccolto da Luigi Mallé e donato alla comunità dronerese”.
 
La Baìo è una festa tradizionale che si svolge solitamente ogni cinque anni (la prossima edizione è prevista per il 2028) nel comune di Sampeyre, in Valle Varaita, nella provincia di Cuneo, nelle prime settimane di febbraio. È una delle più importanti e antiche feste tradizionali delle Alpi italiane.
 
Sulla festa del Baìo di Sampeyre Fredo Valla scrive: “Tra le feste popolari dell’arco alpino, la Baìo di Sampeyre, in val Varaita, gode di un’ampia documentazione fotografica. Ogni Baìo nel proprio territorio è sovrana, con propri capi (gli Alum) e i costumi sono simili ma diversi, così come simile, ma diverso, è il cerimoniale del processo al Tesoriere, che chiude la Baìo il giovedì grasso. È interessante tanto per chi vi partecipa, come per chi la osserva da spettatore, scoprire nella Baìo un caleidoscopio di epoche e vicende remote. Il Museo Etnografico di Sampeyre possiede una ricca collezione di foto e cartoline della Baìo a partire dai primi anni del Novecento, e a questi materiali e ad altri di valenti fotografi si aggiungono ora le fotografie di Jean Gaumy,  una selezione delle quali è ora patrimonio del Museo Mallé”.

Jean Gaumy è un noto fotografo nato nell’agosto 1948 a Pontaillac (Charente-Maritime) in Francia. Gaumy studia a Tolosa e Aurillac, prima di intraprendere la scuola di specializzazione in lettere a Rouen.
Dopo aver lavorato per un breve periodo presso l’agenzia Viva, entra a far parte dell’agenzia francese Gamma nel 1973. Nel 1975 riceve un permesso speciale per fotografare liberamente i reparti di un ospedale franceseDa questa lunga esperienza nasce il suo primo libro: “L’Hôpital”L’anno seguente diventa il primo fotoreporter ad essere ammesso nelle carceri francesi.
Entrato in Magnum nel 1977, viaggia per il mondo raccontando attraverso i suoi reportage l’Europa, gli Stati Uniti, l’Africa e il Medio Oriente. Nel 1984 gira il suo primo film documentario, “La Boucane”nominato nel 1986 ai César come miglior documentario, al quale seguono “Jean-Jacques” (1987), “Marcel, Prêtre”(1994) e “Sous-Marin” (2006). Ma è soprattutto grazie ai due libri “Le livre des tempêtes” (Premio Nadar nel 2001) e “Pleine Mer” (Mare Aperto) che Jean Gaumy raggiunge la notorietà internazionale e viene soprannominato il ”fotografo del mare”.
Nel 2016 viene eletto membro dell’Académie des Beaux-Arts dell’Institut de France.
Con “D’après nature”Premio Nadar 2010, il fotografo francese esplora e interpreta dettagli di natura di vari luoghi del pianetadal Circolo Polare Artico alle terre contaminate di Chernobyl , passando infine per le spopolate valli del Piemonte.
 
Jean Gaumy Baìo e Montagna - Al Museo Mallé di Dronero (CN) 44 scatti del fotografo francese membro di Magnum e Institut de France


INFORMAZIONI AL PUBBLICO

 15 Novembre 2025 – 25 Gennaio 2026
Museo Mallé - Dronero (CN)
Via IV Novembre, n. 54
 
Inaugurazione: venerdì 14 novembre, ore 17,30
 
Ingresso libero e gratuito
Giorni di apertura della mostra: venerdì, sabato e domenica dalle ore 15 alle ore 19
Visite guidate la mattina dedicate alle scuole su prenotazione: museo.malle@comune.dronero.cn.it
 
  
 

lunedì 27 ottobre 2025

Arte e Condivisione



CS

 Aperta la seconda rassegna di “Arte e Condivisione”: paesaggi del Novecento in mostra alla Camera di Commercio di Cuneo

Ha preso il via la seconda rassegna espositiva del progetto “Arte e Condivisione”, promosso dal Comune di Cuneo e dalla Camera di Commercio di Cuneo, con l’autorizzazione della Soprintendenza per i Beni Artistici. L’esposizione è ospitata dal 1° ottobre 2025 nel Salone del Futuro e nello Spazio Impresa del Palazzo di Via Emanuele Filiberto 3 e resterà visitabile fino a marzo 2026.

Questa nuova edizione presenta una selezione di paesaggi realizzati da alcuni tra i più importanti pittori cuneesi del Novecento, offrendo al pubblico un percorso visivo che racconta il territorio attraverso lo sguardo degli artisti che lo hanno rappresentato. La rassegna si inserisce nel progetto più ampio “Arte e Condivisione”, nato nel 2024 con la firma di una convenzione tra Comune e Camera di Commercio, con l’obiettivo di valorizzare il patrimonio artistico civico e avvicinare l’arte ai luoghi della quotidianità, anche attraverso l’esposizione in ambienti non tradizionalmente museali.

La prima rassegna, tra novembre 2024 e settembre 2025, ha proposto opere provenienti dalla donazione testamentaria dei coniugi Vanna e Giulio Ferrero, parte integrante della collezione civica.

Questa nuova rassegna prosegue il percorso con una scelta mirata di opere paesaggistiche, che arricchiscono gli spazi della Camera di commercio rendendoli luoghi di incontro tra economia, cittadinanza e cultura.

Idillio primaverile di Carlo Gaudina inaugura dal punto di vista cronologico questa selezione con la rappresentazione di un esterno dai colori chiari ma decisi, un momento di festa durante la bella stagione verdeggiante animato da persone sorridenti. Due tele rappresentano ambienti marini: Estate di Paolo Marsanasco, che traduce in forme volutamente impalpabili un assolato borgo marino, e Visione di mare di Giuseppe Sacheri, che dedica allo scroscio bianco, grigio e azzurro delle onde un primo piano suggestivo. Federico Argentero con i colori intensi e autunnali di Vigneto a Bonvicino rimanda ai sapori enogastronomici del territorio e Borgo rurale innevato di Marco Lattes propone l’aspetto campestre della provincia cuneese, senza definire un luogo preciso ma rendendo la scena affine a molti scorsi di paese della regione. Di nuovo l’autunno, con l’acqua protagonista, è celebrato da Lassone in Paesaggio autunnale con ruscello.  Un significato valoriale forte e struggente viene infine suggerito da Dario Treves con il celebre Cuneo brucia ancora, che ritrae una delle vedute più interessanti dal capoluogo.

 Commenta l’Assessora alla cultura Cristina Clerico: “Per il Comune di Cuneo il progetto “Arte e Condivisione” rappresenta un esempio virtuoso di sinergia tra enti pubblici e un impegno, che ha immediatamente trovato concretezza, per la valorizzazione del patrimonio artistico e per una fruizione culturale più accessibile e diffusa. Questa iniziativa congiunta dimostra che ogni luogo e ogni momento possono diventare occasione di incontrare e gustare l’arte e la bellezza”.

"Siamo felici di ospitare la seconda rassegna di ‘Arte e Condivisione’, un’iniziativa che conferma l’impegno della Camera di Commercio nel rendere i luoghi del lavoro spazi aperti al dialogo e alla cultura, rafforzando la sinergia con il Comune di Cuneo”, dichiara il Presidente della Camera di Commercio Luca Crosetto. “Esporre questa selezione di paesaggi del Novecento nel nostro Palazzo offre alla cittadinanza una visione inedita e suggestiva del territorio. Questo progetto rientra pienamente nel percorso di valorizzazione del settore culturale che ci vede promotori, tra le altre cose, del Sigillo d’Oro alla Cultura e testimonia la convinzione che l'arte e la bellezza siano un motore di crescita non solo sociale, ma anche economica per la nostra provincia, come documentato dal Rapporto sulle imprese culturali e creative della provincia di Cuneo che presenteremo a inizio dicembre.”  

In allegato: scatti dell’allestimento in Camera di Commercio

Concerto all'Auditorium Salvagno-Croce Nera a Savigliano

[dal comunicato stampa]

Savigliano si prepara ad accogliere un appuntamento musicale di grande rilievo: sabato 1° novembre alle ore 21.00, presso l’Auditorium Salvagno – Croce Nera - la Corale Polifonica “Il Castello”, il Coro Vox Armonica e il Coro Polifonico di Albisola Superiore proporranno una straordinaria interpretazione del celebre “Requiem in Re minore K626” di Wolfgang Amadeus Mozart (1756–1791), nella raffinata versione per pianoforte a quattro mani e cori realizzata da Carl Czerny.













venerdì 24 ottobre 2025

Festival Ponte del Dialogo


Domenica 2 novembre 
ore 17.30
Villa Tornaforte Aragno - Cuneo
Humanities Forum
Presentazione del programma del festival
+
Che cosa sono le nuvole - Frammenti da Pasolini
con Luca Occelli e Franco Olivero

ore 21.30
Teatro Iris di Dronero
Moi
di Chiara Pasetti con Lisa Galantini
Monologo teatrale dedicato alla scultrice Camille Claudel
dialogo introduttivo fra Chiara Pasetti ed Enrico Perotto







 

Incontro col famoso artista cuneese Domenico Olivero

 


Oggi, Venerdì 24 Ottobre alle ore 16  presso XI Comandamento, in via Amedeo Rossi 25, si svolgerà un incontro con l'artista Domenico Olivero che ci parlerà degli angeli e del suo intervento artistico "Angels of love" dedicato alle tracce dell'affresco presente nella corte dell'antico complesso del Monastero dell'Annunziata, fondato a Cuneo tra il XV e il XVI secolo. Ingresso libero. 








lunedì 20 ottobre 2025

La Galleria Borghese. Da Raffaello a Bernini



Anche quest'anno la Fondazione CRC e Intesa Sanpaolo, con il supporto organizzativo di MondoMostre, proporranno una importante mostra d'arte a Cuneo. 

Sarà intitolata "La Galleria Borghese. Da Raffaello a Bernini. Storia di una collezione" e si svolgerà dal 22 novembre 2025 al 29 marzo 2026 come sempre presso il Complesso Monumentale di San Francesco di Cuneo.

Con la mostra "La Galleria Borghese. Da Raffaello a Bernini. Storia di una collezione", Fondazione CRC e Intesa Sanpaolo inaugurano un nuovo capitolo della collaborazione che dal 2022 porta a Cuneo grandi protagonisti della storia dell’arte. L’esposizione, a cura di Francesca Cappelletti e Ettore Giovanati, sarà visitabile al Complesso Monumentale di San Francesco dal 22 novembre 2025 al 29 marzo 2026, con il supporto organizzativo di MondoMostre.

Il progetto consolida e rinnova – proiettandolo in un nuovo triennio – il ciclo di mostre avviato con "I colori della fede a Venezia: Tiziano, Tintoretto, Veronese" (2022), "Lorenzo Lotto e Pellegrino Tibaldi. Capolavori dalla Santa Casa di Loreto" (2023) e "Canaletto, van Wittel, Bellotto. Il Gran teatro delle città" (2024) grazie alla collaborazione tra Fondazione CRC − da sempre attiva nel sostegno e nella promozione di attività culturali finalizzate ad accrescere il ruolo e la riconoscibilità del territorio cuneese come centro di produzione artistica − e Intesa Sanpaolo − che con il Progetto Cultura esprime il proprio impegno per la promozione dell’arte e della cultura nel nostro Paese.

La mostra racconta la straordinaria parabola collezionistica del cardinale Scipione Caffarelli Borghese (1577–1633), figura centrale della Roma del Seicento e protagonista assoluto della scena artistica barocca. Mecenate visionario e collezionista instancabile, Scipione seppe dare forma a un modello moderno di collezionismo, fondato su criteri di qualità e coerenza estetica, capace di coniugare gusto personale e legittimazione dinastica.

Nipote di papa Paolo V, il cardinale si affermò come uno dei principali promotori culturali della sua epoca: sostenne ambiziose imprese architettoniche, fece di Villa Borghese un museo ideale concepito per accogliere e valorizzare la sua raccolta, e costruì, con metodi spesso audaci, una collezione destinata a diventare una delle più celebri d’Europa. La sua passione spaziava dalle antichità ai maestri del Rinascimento, fino alla più avanzata arte barocca.

Attraverso una selezione di capolavori di artisti come Tiziano, Jacopo Bassano e Guido Reni, provenienti dalla Galleria Borghese ed ospitati nel complesso Monumentale di San Francesco, la mostra ripercorre le scelte artistiche del cardinale e dei suoi discendenti. Le opere testimoniano la capacità di Scipione di orientare il gusto artistico e di raccogliere esempi rappresentativi delle diverse scuole pittoriche italiane, restituendo la varietà e l’unicità di una collezione senza eguali.

Il progetto di allestimento, ideato appositamente per lo spazio della ex chiesa di San Francesco, riutilizza e adatta le strutture create per le precedenti mostre, con l’obiettivo di abbattere l’impatto ambientale degli eventi espositivi promossi nel corso degli anni.

La mostra sarà accompagnata da un catalogo edito da Allemandi, con contributi scientifici a cura di Ettore Giovanati, con la partecipazione di Lucia Calzona e Antonio Iommelli. 

Come le scorse edizioni, l’esposizione sarà arricchita da un ricco programma di eventi complementari fuori e dentro la mostra, conferenze e momenti di approfondimento, visite guidate per il pubblico, attività e laboratori per le scuole di ogni ordine e grado, per le famiglie e i visitatori di ogni età. 

Sarà inoltre possibile visitare la mostra in autonomia grazie alle audioguide gratuite in italiano e inglese, con un percorso dedicato agli adulti e uno ai bambini. Nell’ottica dell’accessibilità, i contenuti saranno integrati inoltre da materiali audio-video, disponibili anche in lingua LIS.


INFORMAZIONI AL PUBBLICO

Complesso Monumentale di San Francesco
Via Santa Maria, 10, 12100 Cuneo CN
fondazionecrc.it

Orari:

Martedì – venerdì: 15.30 – 19.30 (al mattino aperto su prenotazione per scuole e gruppi);
Sabato – domenica: 10 – 19.30 con orario continuato.

Ingresso:

Libero e gratuito. I possessori del biglietto di ingresso alla mostra avranno diritto ad accedere con tariffa ridotta alle Gallerie d’Italia di Torino, Milano, Vicenza e Napoli, fino al 30 giugno 2026.

sabato 18 ottobre 2025

No war now art





Sabato 18 ottobre si è aperta, presso gli spazi del nuovo circolo ARCI Arcipelago di Corso Giolitti 31 (entrata via Meucci) l'evento "No War! Now Art", mostra d'arte solidale organizzata da un gruppo spontaneo di artisti cuneesi in collaborazione con il presidio Cuneo Per Gaza, l'associazione MiCò APS e Arcipelago.

Oltre 50 artisti hanno aderito all'iniziativa, mettendo a disposizione le proprie opere per una vendita il cui ricavato sarà interamente devoluto a Emergency. I fondi raccolti sosterranno la clinica di Al-Qarara nel Sud di Gaza, uno dei pochi presidi sanitari ancora operativi nella regione.

La struttura assiste quotidianamente oltre 200 persone – uomini, donne e bambini – offrendo cure primarie, primo soccorso, medicazioni post-operatorie e assistenza per malattie croniche, in un'area dove gli ospedali sono sovraccarichi o distrutti. La clinica è gestita da un'équipe internazionale insieme a medici e infermieri locali. L'obiettivo della raccolta fondi è garantire la presenza continuativa di 4 medici per assicurare cure senza interruzioni.

La mostra sarà visitabile anche mercoledì 22 ottobre dalle 18 alle 20 e domenica 26 ottobre dalle 16 alle 18.