30^ Mostra Collettiva del Gruppo Magau
a cura di Enrico Perotto
inaugurazione: venerdì 17 novembre 2023 alle ore 18,00
Orario di visita: il venerdì dalle ore 15,30 alle 19,00; il sabato dalle ore 10,30 alle 12,30 e dalle 15,30 alle
19,00; la domenica dalle 10,00 alle 12,30 e dalle 15,30 alle 19,30, nei seguenti giorni: 17-18-19-24-25-26 novembre, 1-2-3 dicembre 2023
Palazzo Samone
via Amedeo Rossi, 4 - Cuneo
[dal comunicato stampa]
Il gruppo Magau, giunto alla sua trentesima mostra collettiva, si propone al pubblico nelle sale al piano terra e al primo piano di Palazzo Samone a Cuneo, presentando le opere più recenti di sedici suoi rappresentanti, che sono: Valeria Arpino, Gemma Asteggiano, Cristina Bollano e Paolo Peano, Cesare Botto, Walter Canavesio, Cornelio Cerato, Mario Conte, Marina Falco, Cristiano Fuccelli, Paola Meineri Gazzola, Adriana Giorgis, Massimo Ovidi, Maurizio Ovidi, Claudio Signanini e Gigi Sostegni. Insieme a loro, saranno accolti anche alcuni lavori rappresentativi dell’ultima produzione artistica di Alex Occelli e Arianna Bernardi, special guests della mostra, e si dedicherà un omaggio particolare alla figura e all’opera dell’artista Aldo Musso recentemente scomparso. Con l’espressione “eutopia” si intende indicare un luogo ideale di pace e benessere, che si vuole attuare nella realtà. Si contrappone a “utopia“, il non-luogo per definizione, per sua natura irraggiungibile, perché limitato solo all’immaginazione. “Eutopia”, così, oltre a capovolgere il significato della parola “utopia”, si trasforma in una parola d’ordine, in una promessa di cambiamento e di costruzione di un “posto bello, buono e possibile”, dove poter ritrovare i significati più autentici e profondi dell’esistenza umana. Fare arte, allora, con un criterio di collaborazione, di comunione di intenti, di scelta di stare comunque insieme, tra persone amiche sorrette da uno stesso pungolo creativo, predispone sia a lanciare una sfida al tempo che scorre, sia a contrastare l’incombente angoscia provocata dalle cronache sconcertanti di un’attualità sempre più disumana e fuori controllo. Ecco allora il bisogno di ‘fare eutopia’, di offrire orizzonti nuovi di incontro tra le interiorità di ognuno noi, di prospettare luoghi in cui coltivare ideali di bellezza, o quanto meno di offrire un possibile riscatto dei drammi della vita attraverso l’arte, che non è affatto da intendersi come un’attività esteriore, distaccata e dai fini utilitaristici: l’arte non può e non deve essere solo “business rimanendo” pertanto “inutile alla vita umana”; “l’arte è comunicazione, è relazione. La vera arte è espressione di Senso” (1). Quindi, è di nuovo una questione di sguardi, di modi di vedere, di porre l’attenzione al mondo dal suo interno, per svelarne i risvolti negativi, certo, ma anche per mostrarne i lati più arricchenti e rigeneranti per occhi e menti di chi si dispone apertamente a vedere e a riflettere senza preclusioni di nessun genere: “La pittura, anche quando sembra destinata ad altri scopi, non celebra mai altro enigma che quello della visibilità (2)” - “Lo spettatore deve sentirsi libero nella interpretazione dell’opera, purché si accosti ad essa con animo sensibile […]. Si tratta, a nostro avviso, non tanto di ‘spiegare’ i dipinti, quanto di capire se le idee racchiuse all’interno delle loro cornici abbiano o meno un significato” (3).
Enrico Perotto
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(1) L. M. Epicoco, Per custodire il fuoco. Vademecum dopo l’apocalisse, Torino, Einaudi, 2023.
(2) M. Merleau-Ponty, L’occhio e lo spirito, Milano, SE, 1989.
(3) M. Rothko, Scritti, Milano Abscondita, 2007.
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