La Fondazione CRC festeggia i 90 del celebre fotografo cuneese Michele Pellegrino (Chiusa Pesio, 1934), con un bel progetto espositivo nel cuore di Torino, presso gli spazi di CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia (via delle Rosine 18, Torino).
In questo modo prosegue la valorizzazione del suo archivio fotografico nell’ambito del progetto Donare, promuovendo in tal modo anche il ricco territorio della provincia di Cuneo, soprattutto la nota valle Pesio, dove spesso l'artista operava .
Sono state selezionate oltre 50 storiche immagini fotografiche che raccontano dell'evoluzione sociale e culturale del territorio e la bellezza e trasformazione dei luoghi montani delle Alpi Marittime e delle Langhe.
Il percorso espositivo si compone di cinque sezioni che costituiscono una sintesi del lavoro dell’autore nel corso della sua lunga attività professionale e artistica: “Esodo. Storie di uomini e di montagne”, “Visages de la Contemplation”, “Scene di matrimonio”, “Le nitide vette” e “Langa”.
Foto di Michele Pellegrino
“Esodo. Storie di uomini e di montagne” raccoglie alcune stampe dei reportage realizzati negli anni Settanta tra le valli cuneesi: ritratti di abitanti, mezzadri, malgari, uomini, donne, bambini, anziani, vissuti in condizioni durissime che hanno portato allo spopolamento della montagna e all’abbandono delle case alla ricerca di una vita migliore a valle.
Con “Visages de la Contemplation” si entra nel progetto artistico dedicato al tema della clausura. Parallelamente all’attività professionale, Pellegrino indaga questa realtà nascosta in cui viene ammesso gradualmente, conquistando fiducia e riuscendo a entrare, attraverso il passaparola, in conventi e abbazie italiane e francesi.
“Scene di matrimonio” nasce dai servizi fotografici di nozze, durante i quali, oltre alle fotografie ufficiali, Pellegrino fissa sulla pellicola momenti dei preparativi e della festa colti con simpatia e un pizzico di ironia: c’è la bella sposa fiera del suo abito, i camerieri sull’attenti, le damigelle in attesa, le coppie felici e i gruppi di famiglia dalla significativa prossemica.
Le fotografie dedicate alla montagna sono invece proposte nella sezione “Le nitide vette”, frutto di una selezione ancora più impegnativa, dati il grande numero e la grande qualità delle fotografie di tale soggetto presenti in archivio. Racconta Pellegrino che alcune di esse sono state il frutto di pazienti attese e lunghi appostamenti per cogliere la luce migliore e il momento giusto, mentre altri sono scatti realizzati al volo, rubati al tempo e al suo scorrere ineluttabile.
“Langa” è la sezione in cui si accenna a un territorio molto noto, raccontato attraverso poche, intense immagini, lontane dagli stereotipi sempre più associati a questo territorio, patrimonio Unesco.
Foto di Michele Pellegrino
Infine, in catalogo e in una teca in sala, tre fotografie di Michele Pellegrino sono utilizzate per accompagnare l’“Atlante artistico botanico della flora e del paesaggio del Nord Italia”. Dal punto di vista archivistico, è interessante constatare come un archivio fotografico, generalmente preso in considerazione per le sue connotazioni artistiche, possa invece diventare fonte documentaria per la disciplina scientifica.
L’intera mostra si basa sulla catalogazione e sulla digitalizzazione effettuate da CAMERA sull’archivio del fotografo, che Michele Pellegrino ha donato alla Fondazione CRC nel 2017 nell’ambito del progetto Donare. Il catalogo della mostra, pubblicato da Dario Cimorelli Editore, contiene testi di Barbara Bergaglio e Mario Calabresi.
Foto di Michele Pellegrino
Segnaliamo anche le altre due mostre in corso negli spazi di CAMERA.
“Robert Capa e Gerda Taro: la fotografia, l’amore, la guerra” è una grande mostra che racconta con circa 120 fotografie uno dei momenti cruciali della storia della fotografia del XX secolo, il rapporto professionale e affettivo fra Robert Capa e Gerda Taro, tragicamente interrottosi con la morte della fotografa in Spagna nel 1937.
“Ugo Mulas / I graffiti di Saul Steinberg a Milano”, a cura di Archivio Ugo Mulas e Walter Guadagnini, sarà nella Project Room di CAMERA fino al 14 aprile 2024 e racconta la straordinaria decorazione a graffito dell’atrio della Palazzina Mayer a Milano, realizzata da Saul Steinberg e fotografata da Ugo Mulas. Una selezione di una trentina di fotografie permette di entrare in profondità nel lavoro di questi due grandi rappresentanti dell’arte del XX secolo, di apprezzare la fantasia iconografica steinberghiana e la lucidità poetica dell’occhio di Mulas.
La mostra sarà visitabile fino a domenica 14 aprile, dal lunedì alla domenica dalle 11 alle 19 (il giovedì fino alle 21), con ingresso gratuito per i residenti della provincia di Cuneo anche alle altre due esposizioni presenti contestualmente presso CAMERA, dal titolo “Robert Capa e Gerda Taro: la fotografia, l’amore, la guerra” e “Ugo Mulas / I graffiti di Saul Steinberg a Milano”.
Foto di Michele Pellegrino