Scoprire che si può vedere il territorio del Mombracco nei disegni di Leonardo Da Vinci. È questo il dato più interessante ad emergere dal convegno "Mombracho sopra Saluzo", la montagna di Leonardo: Il paesaggio come risorsa del territorio”, che si è svolto martedì 2 luglio nel Salone Multimediale “L. Geymonat” di Barge con una grande partecipazione di pubblico.
Che Leonardo avesse citato la quarzite bargiolina era cosa nota, dal momento che ce ne ha lasciato una testimonianza autografa. Ciò che invece è sempre stata ammantata di mistero e leggenda è l’effettiva presenza del genio toscano in questa zona.
In occasione del convegno, il professor Maurizio Gomez, curatore dell’evento e Professore Aggregato e ricercatore in Storia dei Materiali nel Dipartimento Interateneo di Scienze, Progetto e Politiche del Territorio presso il Politecnico di Torino, ha portato numerosi elementi che, per lo meno, suffragano una conoscenza approfondita del territorio da parte del genio toscano, che è possibile dedurre confrontando numerosi disegni di Leonardo con panorami e dettagli locali.
Nel codice Leicester, ad esempio, Leonardo ha disegnato una sezione geologica, forse la prima della storia: messa a confronto con quella del Mombracco la somiglianza è più che evidente. In altri schizzi invece appare chiarissima la somiglianza tra alcuni particolari rocciosi e gli affioramenti di quarzite bargiolina, minerale dalle caratteristiche geologiche uniche al mondo e pertanto inconfondibile.
Non solo. Dall’analisi attenta di altri disegni di Leonardo è spuntata anche una silhouette inconfondibile: quella del Monviso, che Gomez ha confrontato con fotografie della montagna sovrapponendo con esiti quasi perfetti i profili delle immagini.
«Che Leonardo abbia disegnato la quarzite è indubbio, viste le sue particolarità che la rendono facilmente riconoscibile. Non è sufficiente per dire che Da Vinci abbia visitato la zona del Mombracco - sostiene con prudenza il professor Maurizio Gomez - ma è certamente un interessante punto di partenza per ulteriori approfondimenti a livello di geomorfologia, che stiamo già portando avanti. Le fonti storiche mancano, ma da oggi la suggestione che Leonardo abbia effettivamente percorso i sentieri del Mombracco ha qualche elemento di concretezza in più».
La presentazione del professor Gomez si è conclusa con un’analisi del paesaggio che fa da sfondo all’Annunciazione, dipinta da Leonardo intorno al 1473/74 e oggi conservata alla Galleria degli Uffizi di Firenze: anche in questo celebre lavoro emergono profili del tutto sovrapponibili a quelli del Mombracco.
Il convegno
Il convegno era l’ ultimo appuntamento del calendario di eventi che il Comune di Barge, con il sostegno della Regione Piemonte e in qualità di Capofila della Convenzione tra i Sei comuni del Mombracco, che comprende anche Envie, Paesana, Revello, Rifreddo e Sanfront, ha allestito a partire dallo scorso mese di marzo per ricordare Leonardo Da Vinci a cinquecento anni dalla morte.
«Si concludono gli eventi in calendario, ma non l’impegno del Comune di Barge in termini di valorizzazione del Mombracco e dell’”eredità leonardiana”: – aveva precisato alla vigilia dell’appuntamento la Sindaca di Barge, Piera Comba –stiamo progettando nuovi appuntamenti e altre attività per proseguire nella direzione tracciata in questi mesi, consapevoli che la “Montagna di Leonardo” sia una risorsa ambientale, paesaggistica, escursionistica e turistica da promuovere e valorizzare ulteriormente. Da parte mia e dell’amministrazione comunale un grazie a tutti coloro che ci hanno aiutato e supportato in questi mesi: sono stati ricchi di eventi che hanno riscosso un notevole successo di pubblico. Ora il lavoro continua, sono certa, tutti insieme».
Introdotto dalla Sindaca di Barge Piera Comba, che ha sottolineato come il paesaggio sia una risorsa da tutelare e da proteggere, il convegno è stato preceduto dai saluti istituzionali dell’Assessore regionale Fabio Carosso e del presidente dell’Uncem Marco Bussone. Presenti in sala anche il sindaco di Saluzzo Mauro Calderoni e il professor Mauro Piccat, capo delegazione FAI di Saluzzo e neo presidente della Fondazione CR Saluzzo.
Nel corso della giornata si sono susseguiti diversi interventi.
Il primo è stato dedicato al paesaggio come archivio culturale del territorio: su questo aspetto si è concentrato il professor Marco Devecchi, del Dipartimento di Scienze agrarie, forestali e alimentari dell’Università di Torino ha analizzato il paesaggio odierno del Mombracco confrontandolo con ciò che scrisse del territorio nella prima metà dell’Ottocento Goffredo Casalis, nel suo Dizionario Geografico - Storico - Statistico - Commerciale degli Stati di S. M. il Re di Sardegna, e rimarcando il ruolo e l’importanza dell’agricoltura per queste zone.
L’architetto e agronomo Aldo Molinengo ha proseguito in questo solco, ricordando un passato ancora più antico del Mombracco, frequentato da millenni dall’uomo che lo ha modellato con attenzione, che ci permette di pensare ad un concetto di paesaggio naturalmente integrato tra le varie competenze - agronomia e architettura paesaggista per dirne solamente due - che oggi lo studiano.
L’architetto Giovanni Paludi del Settore Territorio e Paesaggio della Regione Piemonte si è concentrato sull’importanza di conoscere e valorizzare il paesaggio, legando questa risorsa alle tante opere nelle quali Leonardo Da Vinci lo ha inserito come “protagonista aggiuntivo” e illustrando il Piano Paesaggistico Regionale, che la Regione Piemonte ha varato nel corso del 2017 e che proprio nel territorio del Mombracco ha visto importanti interventi di ripristino della rete sentieristica storica e di allestimento di quattro punti di belvedere. Paludi ha ricordato che lo scorso anno è stato varato anche Paesaggio Piemonte, un sito internet che la Regione ha creato per presentare le principali attività in tema paesaggistico, consapevole della grande importanza della comunicazione anche in questo ambito, poiché il paesaggio è l’elemento nel quale conduciamo la nostra vita.
Il professor Aimaro Oreglia D’Isola, Professore Emerito del Politecnico di Torino, ha proposto un approccio alla tematica del paesaggio con una sorta di confronto a distanza con Leonardo Da Vinci, attraverso una vera e propria lezione magistrale intitolata “Paesaggi di rocce e paesaggi di acque” nella quale ha affrontato i tanti stimoli leonardeschi - non solo nella scienza ma anche e soprattutto nell’arte - che hanno superato i limiti temporali del genio toscano diventando elementi significativi per gli studiosi e gli artisti dei secoli successivi, fino ai giorni nostri.
Nel pomeriggio i partecipanti ai lavori hanno visitato la Certosa di Mombracco, con gli affreschi recentemente restaurati: nella vicina sala capitolare si è svolto l’ultimo intervento del convegno: il professor Gerardo Brancucci, geologo e professore associato di geomorfologia applicata presso la Scuola Politecnica dell’Università di Genova, ha analizzato le relazioni tra paesaggio, suolo, vitigni e vino attraverso la geodiversità dei vigneti liguri.
A seguire sono stati presentati sul campo i lavori realizzati nell’ambito del Piano Paesaggistico Regionale, effettuati anche con la collaborazione del CAI, e la la vigna di Malvasia Moscata recentemente impiantata nei pressi della Certosa del Mombracco dal dott. Mauro Camusso dell’Azienda Agricola L’Autin di Barge: una piccola vigna che ricorda quella che Leonardo Da Vinci possedeva a Milano e che è simbolo integrato di valorizzazione territoriale e produzione enologica.
La giornata si è conclusa con la visita alla mostra “Leonardo Homo Sine Tempore”, curata dal prof. Maurizio Gomez e giunta agli ultimi giorni di apertura.
Il convegno è stato organizzato dal Comune di Barge con la collaborazione degli ordini di architetti, ingegneri, agronomi, geologi e geometri e con la curatela scientifica del prof. Maurizio Gomez del Politecnico di Torino – Facoltà di Architettura.
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