domenica 19 gennaio 2025

Dipinti, Stemmi, Stendardi di Gabriele Reina



Alle pendici del Monviso, negli spazi espositivi del Museo Mallé, s'inaugura una scenografica, insolita mostra.

"Leonardesca" per qualità, quantità e varietà delle opere esposte: le sale sono letteralmente 
rivestite di ritratti che paiono del XV secolo, cofani dipinti, grandi vedute del "Re di Pietra", enormi e raffinati stendardi eseguiti a olio su damasco, stemmi araldici rievocanti le glorie del Marchesato di Saluzzo e ancora decine di taccuini di viaggio ricoperti da volti, paesaggi, schizzi. 

La tematica che contraddistingue la mostra è il perduto mondo cavalleresco del saluzzese e del Vecchio Piemonte e le arti figurative in grado di esprimerlo; che permeavano con vibranti colori la vita e la cultura dell’epoca. 

Questo vero e proprio giacimento d'arte dai significati ben specifici e tuttora semisconosciuto proviene dai pennelli di una singolare figura di pittore-viaggiatore - Gabriele Reina - già allievo di un maestro futurista, instancabile cercatore di storie nelle vaste terre dell’Occitania, di qua e di là dal Monviso. 

Victor Hugo sentenziò che "La prima metà del Medioevo è scritta nel simbolismo delle chiese 
romaniche, la seconda negli stemmi araldici. Sono i geroglifici del feudalesimo dopo quelli della teocrazia". La massa di paesaggi, ritratti e stemmi quasi ricreano una perduta «camera delle meraviglie» e rievocano l’antico mondo dei Marchesi di Saluzzo: generosi mecenati delle arti, che ricoprirono il territorio di castelli, abbazie, santuari, oratori campestri. 

Ci sono anche gli stemmi,dipinti alla maniera antica, dei signori di Baux (cantati da Mistral), i signori del Delfinato, della Savoia, i Sabran, i conti di Tolosa il cui emblema è oggi simbolo dell’Occitania, i signori di Coucy, cui i Saluzzo erano strettamente imparentati e ai quali Alexandre Dumas s’ispirò per delineare la figura del moschettiere Athos. 

L’esposizione ne raccoglie i simboli più arcani e leggendari, attingendo a una piccola parte di un vastissimo corpus di opere eseguite dall’artista in anni di lavoro e che gremiscono la sua casa-museo.

Gabriele Reina
Allievo del maestro futurista Sibò (Pier Luigi Bossi, 1907-2000). Il suo percorso artistico è sempre stato affiancato a quello professionale: due vecchie lauree (prima in lingue, poi storia dell’arte a Milano), un dottorato di ricerca elvetico in storia dell’arte (Losanna), una carriera nella storica FMR/Franco Maria Ricci come ricercatore, scrittore e infine caporedattore, quindi la carica di conservatore di una delle più grandi collezioni artistiche private europee.

E’ un pittore specialista in tutte le tecniche, dai grandi ritratti a olio a figura intera, alla pittura 
di paesaggio, ai piatti maiolicati da parata e all’acquarello.www.gabriele-reina.com Instagram: gabrielereinapainter


Public Program
Sabato 1° febbraio – ore 17.00
Giuseppe Bottero presenta il volume ”La Chiesa di San Costanzo al monte e l’Abbazia millenaria”, Fusta editore, 2024

Domenica 23 febbraio – ore 17.00
Marco Piccat presenta il volume “Il duca e il bastardo. L’invenzione di un’intesa e gli affreschi al Castello della Manta”, Centro 
Studi Piemontesi, 2023

Domenica 2 marzo – ore 17.00
Manuela Vico presenta una “Introduzione alla lettura degli stemmi araldici francesi”, Alliance Française di Cuneo


Breve focus sul Museo Mallé

A Dronero esiste un particolare museo d’arte - nonché casa museo -voluto da un direttore di museo. Si tratta del direttore dei Musei Civici di Torino dal 1966 al 1973, Luigi Mallé (Torino 1920 – 1979), la cui famiglia era originaria proprio di Dronero. La collezione, e la casa dei nonni, che egli dona nel 1979 al Comune della cittadina alle porte della Valle Maira, diviene un lascito importante ed un esempio di rilevante mecenatismo finalizzato alla condivisione delle varie forme della cultura artistica con le generazioni presenti e future. Dopo lunghi e complessi lavori di inventariazione e ristrutturazione, l’amata casa dronerese, che Andreina Griseri aveva definito “una immensa valigia delle Indie”, si apre al pubblico il 23 giugno 1995 con una duplice identità: un museo d’arte con migliaia di oggetti, tra cui un centinaio tra dipinti, sculture, disegni e incisioni che spaziano dal Cinquecento alle ultime decadi del Novecento, e una casa museo nella quale si sprigiona ancora l’aura di vissuto: piccole camere dalle volte a botte impreziosite da arredi del XVIII e XIX secolo che ora contengono porcellane Meissen e vetri Gallé e Daum. 

I gusti, le passioni e la cultura enciclopedica di Mallé per le arti, traspaiono nella predilezione per le età barocca e rococò ma, nondimeno, per la pittura fiamminga e olandese e per i generi pittorici del paesaggio ottocentesco e del ritratto. Un nucleo di dipinti dei maestri del Novecento, rimanda, invece, agli anni in cui egli è stato direttore della Galleria d’Arte Moderna di Torino e si ricollegano in parte agli indirizzi culturali impressi alla attività del museo torinese. La collezione permanente del Museo Mallé annovera alcune opere dei maestri del Barocco piemontese (Luigi Mallé fu curatore della sezione sulla Scultura nell’importante mostra torinese sul Barocco del 1963) come Charles Dauphin, pittore della corte sabauda di metà ‘600, e Giovanni Battista Crosato con un’opera da cavalletto alquanto rara della prima metà del ‘700, oltre a consolle, appliques, bureau-libreria e un mappamondo di gusto rococò. 

A quasi trent’anni dall’apertura, il Museo Mallé è un punto di riferimento di iniziative e attività culturali per il territorio e, al suo interno, trovano spazio al primo piano la collezione permanente con le videoanimazioni e i percorsi di audioguide, al secondo piano le mostre temporanee e i depositi all’interno dei quali sono custodite le Collezioni di Miche Berra e di Margherita e Mario Crema in comodato gratuito. 

Per informazioni: Museo Luigi Mallé – museo.malle@comune.dronero.cn.it - Via Valmala 9, Dronero (Cuneo) – 0171.291014 | 0171.908704 | 347 8878051 FB @museomalle Instagram: 
@museomalleofficia

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