a cura di Cornelio Cerato e Cesare Botto
5-23 dicembre 2026
inaugurazione venerdì 5 dicembre 2025 ore 17
La mostra sarà visitabile dal 5 al 23 dicembre 2025
ogni venerdì, sabato e domenica, dalle 15.30 alle 19.00
Sala del Collegio dei Geometri
via San Giovanni Bosco 7h, Cuneo
Per informazioni: info@grandarte.it – www.grandarte.it
[dal comunicato stampa]
La mostra “Maternità sacra e profana” si presenta al pubblico come l’undicesimo evento organizzato da grandArte nell’ambito della rassegna “OMG - grandArte 2025-2026 - I confini del sacro” che proporrà una serie rappresenta=va di altre esposizioni d’arte in numerose località dell’intera provincia nel corso degli anni 2025-2026. Dopo la precedente edizione di HELP, Humanity, Ecology, Liberty, Poli5cs, tenutasi nel 2022, si è voluto concentrare l’aHenzione su temi e considerazioni più specificamente rivolti all’ambito della spiritualità, intesa nel senso più ampio del termine, nonostante i tempi odierni dominati dalla secolarizzazione e da una conseguente e diffusa indifferenza verso le questioni che investono il mondo dell’interiorità, del rapporto con il divino e più in generale di tutto ciò che costituisce la dimensione del trascendente. “Vediamo di restare in ascolto sempre, fino all’ultimo”, scrive Sergio Givone quasi alla fine del suo saggio intitolato La ragionevole speranza. Come i filosofi hanno pensato l’aldilà (Solferino, 2025). Ed è quanto si cercherà di attuare con la nuova serie di mostre di grandArte 2025-2026: dare voce agli artisti che parteciperanno con le loro meditazioni in forma di immagini elaborate attraverso le più diverse tecniche espressive (dalla pittura alla fotografia e dalla scultura alle installazioni oggettuali).
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Tambu si ripresenta al pubblico dei suoi estimatori con un determinato progetto espositivo nella sala mostre del Collegio dei Geometri in Cuneo, invitandolo a vivere nuovamente un’esperienza di immersione nel suo mondo favolistico senza tempo, dove è tutto un succedersi continuo di pietre naturali figurate; di manufatti in legno; di ferri battuti; di alari per camino forgiati in ferro pieno; di ferri da cavallo con barbette; di verghe di faggio attorcigliate e intrecciate; di corde in sisal; di corde d’acciaio arrugginite e contorte; di filati di cotone; di canapa; di patchwork di stoffe; di cassette metalliche per munizioni, di proiettili di mitragliatrice e cartucce; di zappe; di chiodi antichi in ferro battuto e forgiato a mano; di bottiglie e vasi di vetro; di biglie; di palline per bocce; di pipette in ceramica della ditta Bonomelli del liquore Kambusa l’Americante; di biberon di primo Novecento in vetro soffiato con valvola al di sopra; e di altre e più diverse tipologie di materie. In questa determinata occasione, siamo chiamati a confrontarci con un tema specifico dell’iconografia cristiana che sta particolarmente a cuore a Valentino, ovvero quello umanissimo della Madonna allattante (detta Galaktotrophousa in area bizantina) o Madonna del Latte (Madonna Lactans), il cui culto si diffuse nelle chiese orientali a partire dal VI e VII secolo, diventando molto popolare nell’arte italiana ed europea dal XIV secolo fino all’epoca del Concilio di Trento, che lo ritenne sconveniente e fuorviante per i fedeli. Tamburini ci permette così di compiere un affascinante viaggio nel suo modo fantasioso di disporre nello spazio molteplici e ingegnose commistioni di prodotti di recupero, decisamente efficaci nella resa iconica e di immediata lettura metaforica, che si richiamano ai migliori esempi di abilità combinatorie riscontrabili nelle arti della tradizione popolare. In dialogo con essi, ecco infine l’esposizione di una cospicua collezione composta da santini d’epoca, da incisioni, litografie e dipinti originari e da riproduzioni di opere di artisti della pittura gotica, rinascimentale e barocca, che testimonia la passione di Tambu per l’affettuosità dell’immagine materna di Maria, ma più in generale di un particolare momento dell’amore filiale che intenerisce i cuori.
Enrico Perotto
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Valentino Tamburini (Tambu) è nato nel 1945 a Cuneo. Vive e lavora tra Cuneo e Peveragno, località nella quale possiede una casa di campagna che è diventata il suo studio-laboratorio e il suo rifugio. Qui si ritrova un po’ il suo mondo fiabesco allo stato materiale, custodito con cura in ogni stanza del piano terra e del piano superiore. È stato docente di educazione fisica in istituti superiori cuneesi e animatore al mare d’estate. Ha allestito mostre personali a Cuneo, in particolare presso la Fondazione Casa Delfino, e ha partecipato di recente alla collettiva organizzata a Genova da Artelier Spazio Artistico, nel cortile di Palazzo Ducale, tra ottobre 2011 e gennaio 2012, in occasione del Concorso Internazionale Dumping Art 2011. Dalla discarica al riciclo. Arte a tutela dell’ambiente, un Concorso Biennale rivolto ad artisti che si occupano di arte e riciclo arte sostenibile e solidale alla tutela dell’ambiente. In effetti, il senso del lavoro concettuale di Tamburini sta tutto nell’azione di recupero di determinati utensili in metallo della civiltà contadina e nella loro trasformazione in composizioni totemiche o installazioni sottoposte a ritocchi pittorici e a combinazioni polimateriche a incastro (cioè, senza uso di saldature), ideate sul filo di un umorismo intelligente alla Voltaire e di una fantasia del tutto effimera, slegata da qualsiasi intenzione di produrre oggetti che sopravvivono a se stessi e da stimare con un prezzo di vendita. Il suo unico intento è quello di suscitare curiosità e di stimolare l’immaginazione delle persone di ogni età, risvegliandone il senso ludico per i calembours e i risvolti comici della vita.
L’esposizione rientra nella rassegna “OMG – grandArte 2025-2026 – I confini del Sacro”, sostenuta dalla Fondazione CRC e realizzata in collaborazione con Eclectica e Collegio dei Geometri di Cuneo.
