Venerdì 19 maggio alle ore 18, presso il cortile interno della Fondazione CRC (via Roma, 17), avrà luogo la presentazione della scultura “Light Signs”, opera dell’artista italo-senegalese Maïmouna (Patrizia Guerresi), che sarà presente all’inaugurazione. L’arrivo a Cuneo dell’opera, fino a pochi giorni fa esposta negli spazi della Reggia di Venaria Reale, è il primo di una serie di eventi artistico-culturali di grande rilievo, che renderanno fruibile anche al pubblico della Granda la grande arte italiana e internazionale, moderna e contemporanea, che la Fondazione CRC sta organizzando in occasione del suo 25° anno di fondazione. L’inaugurazione dell’installazione dell’opera, la cui visione sarà fruibile a tutti gratuitamente fino a fine anno, fa anche da preludio all’apertura della grande mostra sulla pop art italiana “Io non amo la natura”, organizzata in collaborazione con la Gam (Galleria civica d’arte moderna e contemporanea di Torino) presso il Complesso monumentale di San Francesco a Cuneo.
Patrizia Guerresi nasce a Pove del Grappa (Vicenza) nel 1951. Fotografa, scultrice, autrice di video e di installazioni, l’artista si è convertita nel 1989 alla religione musulmana Murid (corrente mistica sufica praticata soprattutto in Senegal) assumendo il nome di Maïmouna. La sua ricerca artistica prende il via da esperienze concettuali vicine alla Body Art, con una predilezione per l’uso del mezzo fotografico e del calco scultoreo. Dalle prime tele componibili passa alla scultura legata alla dimensione autobiografica alternando il bronzo al gesso policromo e sperimentando quindi diversi materiali come il basalto tritato impastato con resine. Dalla fotografia al video, dalle installazioni alle sculture, Maïmouna racconta il disagio e la bellezza della diversità rappresentando una simbiosi mistica tra corpo, natura e mito. Partecipa due volte alla Biennale di Venezia nel 1982 e nel 1986, anno in cui è invitata anche alla Quadriennale di Roma. Presente nel 1987 alla Documenta di Kassel con il gruppo Gruppenkunst Werk, viaggia a lungo nei luoghi sacri dell’Africa musulmana introducendo nel suo lavoro nuove tematiche e simboli religiosi legati alle culture ed ai riti afro-orientali. Dagli anni ’90 partecipa a importanti mostre nazionali e internazionali allestendo anche numerose personali in Italia, Europa, Usa e Africa.
“Light Signs” sono i segni lucenti che spezzano le ombre. In un omonimo ciclo fotografico, Guerresi aveva catturato una serie di volti scuri segnati di color bianco, come ferite taglienti, confini, margini che distanziano ma non possono azzerare i territori. Sono linee che richiamano i disegni sciamanici dipinti sulla pelle dei popoli tribali. La scultura invece rappresenta due mani chiuse atte a raccogliere la luminosità candida della pittura biancastra, forse più attente a ricevere una benedizione che a donare. L’attività dell’artista è da tempo indirizzata a un’indagine quasi antropologica delle culture africane e del vicino oriente, riempiendo di significati mistici le sue interpretazioni, con il chiaro intento di mettere lo spettatore di fronte a una domanda più che a una risposta. E in questa situazione di attesa, di sottile inquietudine, nasce il desiderio della scoperta, ossia di oltrepassare quel segnale luminoso che taglia l’oscurità o semplicemente ne è parte.
Presentazione dell'iniziativa
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