martedì 3 maggio 2022

Mostra di Roberto De Siena al Collegio dei geometri di Cuneo

6 - 29 maggio 2022

inaugurazione venerdì 6 maggio 2022 dalle ore 18 alle 20

Orari di visita: il venerdì e il sabato dalle 16 alle 19

La domenica 10/12,30 – 15,30/19,30

Sala mostre del Collegio dei Geometri

via San Giovanni Bosco 7h a Cuneo







TRASMIGRAZIONI

una nuova vita… una nuova bellezza

Roberto De Siena è un fabbro alchimista dei bagliori metallici, un artista in possesso dell’idea platonica della metallosità. Se, come scrive il filosofo Emanuele Coccia, noi siamo rocce animate in continua metamorfosi, nei disegni a carboncino e nei dipinti a olio di De Siena, elaborati con dovuta lentezza e sapientemente rifiniti a sprazzi di vernice lucida, l’osservatore è proiettato in abissi silenziosi ripieni di vegetali ferrosi, animali transgenici, bulbi ruotanti, sospesi o in movimento nello spazio, portatori nel loro nucleo di nuove sorgenti di energia dinamica, o si ritrova immerso in atmosfere cangianti e numinose. Le tenebre notturne sono attraversate da labirinti di strutture materiali luminescenti, dall’aspetto di quintessenze della civiltà delle macchine, trasformatesi in memoria di meccanismi in disuso, che ritrovano però nuova vita, trasmigrando in apparenze di morfismi meccanici translucidi, talvolta sfavillanti, che creano mondi di sogno animati da nature oggettuali transeunti, metamorfiche, che s’impossessano degli anfratti interiori di ogni materia vivente, umana, animale, vegetale e minerale.

La natura silvana più intricata rinasce nel rosso del rame ardente o affonda le sue radici nel freddo grigio metallizzato. Gli alberi spogli, osservati di sottinsù, innalzano al cielo le loro puntute ramificazioni come scarnificate braccia di oranti inascoltati e i tronchi solitari si mostrano (vivi)sezionati in porzioni lamellari: ogni cosa si manifesta come abitata da vortici di materia in movimento, da stratificazioni rilucenti di meccanici coaguli cristallizzati che trascolorano dal giallo al verde e dal blu all’arancio.

I corpi arcani di donne (come fate o maghe) sono quelli di neo-veneri post-tecnologiche e sui loro volti si riverberano aurei riflessi che svelano il dardeggiare di sguardi seminascosti, che ci scrutano con inquietudine.

Gli elementi originariamente forgiati in primordiali officine metallurgiche, in seguito abbandonati, sono stati infine riutilizzati in una sorta di anastilosi dei prospetti scheletrici delle strutture urbane, sospese tra cielo e terra, che appaiono avvolte dal silenzio della notte e intrise di malia, scaturita dai riflessi aureo-argentei che si rifrangono sulle superfici irregolari delle loro architetture affastellate e riecheggianti vagamente lo stile tardogotico senza tempo dalla fredda e grumosa inabitabilità. In esse, si scoprono luoghi urbani disabitati, assemblati fantasiosamente con strutture metalliche rugginose, inserite in luoghi intermedi, ancora capaci di suscitare meraviglia per la loro configurazione in bilico tra realtà e astrazione, tra pars destruens e pars costruens, tra elementi in disgregazione e altrettanti elementi in riaggregazione vitale e armonica.

Privilegiando dapprima gli ispessimenti materici preziosi dei colori, De Siena è approdato, di recente, ad una raffinata tecnica di finitura della superficie pittorica, con sfumature delicate che si estendono tra il giallo oro e il blu verde acqua. Le pennellate rilasciano labili impronte di pezzi residuali dell’industria pesante, in cui si possono annidare misteriose presenze vitali o vagheggiamenti di figure mitiche benigne. Talvolta, si ha l’impressione di essere immersi in oscure profondità marine, in cui sopravvivono relitti di epoche trascorse della storia dell’umanità o si nascondono fantastici animali acquatici. In ogni situazione adombrata dall’artista, siamo comunque in presenza di una dimensione di calma positiva, di silenzio, di ritrovata pace esistenziale, in cui tutto si trasforma, si ibrida, si intreccia, rinascendo in corpi figurali nuovi, che non seguono più le regole nefaste dell’attuale meccanica industriale predatoria, ma si affidano piuttosto all’immaginazione e alla sua forza di prefigurare il superamento dell’impulso distruttivo dell’uomo, attraverso la rigenerazione fantasiosa e propiziatoria delle sue radici ancestrali.


Enrico Perotto






Info: Roberto De Siena Lab Via Roma 195, Caraglio

Tel: 393.968 58 28 – mail: ghiron2@gmail.com

Sito web: www.robertodesiena.it

Il testo critico e la presentazione sono a cura del Prof. Enrico Perotto

All’interno della mostra una ricerca fotografica di Cornelio Cerato

Video e musiche di Carlo Cerato






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