mercoledì 4 maggio 2022

Toccando l'invisibile

Daniele Aletti
Daniela Madeleine Guggisberg

30 Aprile-26 Giugno

Opening 7 Maggio alle ore 18*

Gart Arte Contemporanea

Via Rocca 31, Via De Maria 2, Neive, Centro Storico (CN)














[dal comunicato stampa]


È difficile immaginare quel che non si vede,

il vuoto, il tempo, l’amore,

che forma hanno?

La scultura è un modo per toccare l’invisibile,

percepire la possibilità dell’infinito.”



Daniela Madeleine Guggisberg e Daniele Aletti sono una coppia di artisti scultori che dal 1994 hanno scelto di trasferirsi tra le silenziose colline dell’Alta Langa, nel paese di Sale San Giovanni. Qui hanno trovato il luogo ideale per dar vita alla loro casa-atelier, scavata nel tufo vicino alle grandi distese di lavanda, completamente a contatto con la natura. Il loro lavoro è strettamente coinvolto dalla loro vita, improntata sulla famiglia, sulla cura della natura, sulla pratica dello yoga e la meditazione.

La pratica del Vuoto, tramite l’esercizio della meditazione, diventa componente fondamentale della loro opera. - Il vuoto è essenziale per la definizione della materia - dice Aletti - Il vuoto è anche l’unica cosa assoluta nella vita, tutto il resto credo sia relativo. Il vuoto è l’origine, svuotare la propria mente porta a non mettere continuamente i propri pensieri al centro dell’attenzione, e questo è essenziale per uno scultore di marmo e di pietre. È un lavoro che si basa sul togliere, quindi sul generare vuoto.-

Le loro sculture hanno origine da una continua indagine sulla sintesi dei volumi, la ricerca dell’essenzialità e dell’energia interiore della materia. La loro sensibilità permette di tradurre il sentimento in tridimensione: superfici levigate, purezza delle forme, irreali tenerezze dei materiali.

In questa mostra si presenta una selezione di opere create da pietre di variegata origine. Sfilano i neri di Ormea, i marmi Rosa del Portogallo, la pietra Onice di Toirano e i Portoro firmati Guggisberg; i neri Marquinia, Marmi di Palissandro, e i diversi legni di pioppo o di castagno firmati Aletti.

Il lento materializzarsi della forma nello spazio viene messo in luce soprattutto nelle opere di Daniela M. Guggisberg, lasciare l’identità e la traccia della pietra originaria permette di evidenziare come il lavoro dello scultore sia necessario per esternarne la bellezza e l’energia interiore. La pietra è materia di cui è fatta la terra -anch’essa una pietra nel vuoto- la cui età può variare da 20 milioni ai 200 milioni di anni. Viene estratta da enormi giacimenti, trasportata sotto forma di grandi blocchi, tagliata in pezzature minori ed infine scolpita: ciò che resta è il risultato del vuoto generato.

Emblematica è l’opera Vongola, una scultura in cui risaltano i tre stadi della scultura: la naturalità della pietra, una prima lavorazione, e la levigatura accurata. Questa pietra, Portoro, dalle mille venature rossastre su corpo nero, sprigiona la sua più intima e naturale bellezza grazie alla mano Guggisberg.

L’ispirazione tratta dai soggetti della natura è fonte di riflessione interiore, così come le opere Ondulate, che richiamano la naturalezza del ricorrersi delle onde del mare, un collegamento alla ricorrenza degli alti e i bassi che fanno parte della vita di ognuno di noi, ma che è caratterizzata dal tornare e riassumere sempre una linea di equilibrio. Come infatti suggerisce Guggisberg “Queste sono vibrazioni che non alterano la nostra essenza, siamo solo noi che tendiamo ad identificarci con la superficie.”

La rivisitazione di questo pensiero, viene evoluto nella serie delle Barche di Aletti, esposte nella sede Storica della galleria. Da qui scaturiscono dialoghi tra spazio e tempo, lunghezza e cavità, tra forma e pesantezza, tra l’elemento dell’aria e dell’acqua: tutti percorsi di mediazioni, una flotta di barche in partenza per un viaggio. In mostra viene esposta anche la più giovane componente relazionale con la bidimensione di Aletti, che ha dato vita alla serie dei Micro macro, acrilici su carta, su cui fluttuano, come indirizzati da un vento, una moltitudine di micro particelle, insieme di petali, semi, branchi di pesci in transito su fondi monocromi, che introducono alla creazione dinamica degli eventi, delle cose materiali ed immateriali.

Nella GART Storica sono esposti anche gli ultimi lavori prodotti Guggisberg, una serie di opere che si susseguono evolvendosi in forma ed altezza, tutte legate però da due componenti sempre presenti, il vuoto, rappresentato da una cavità, e la pietra di origine. “Distanziati” è infatti il titolo di questo lavoro nato nel periodo post-pandemico. “State insieme ma distanziati” ci dicevano, così Daniela ha frazionato da un unico blocco di pietra di Onice di Toirano, 5 blocchi più piccoli che stanno sì distanziati, ma solo insieme mantengono un filo conduttore, l’idea di unione e di origine. Il numero 5 inoltre è un chiaro riferimento ai 5 principi del taoismo: Armonia, Unità, Mutamento, Spontaneità, Non-interferenza.

Daniela Madelein Guggisberg è una scultrice svizzera nata a Zurigo nel 1963, Daniele Aletti è uno scultore italiano nato a Olten, nel 1962. 



*Giorni di apertura: giovedì, venerdì, sabato, domenica, lunedì

Orari di apertura: 10-12 /14-18

+39 3805174332 Annalisa Ghella

+39 3473877343 Francesca Carbone

www.contemporarygart.com

info@contemporarygart.com

Instagram: gart_contemporary


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