Daniele Aletti
Daniela Madeleine Guggisberg
30 Aprile-26 Giugno
Opening 7 Maggio alle ore 18*
Gart Arte Contemporanea
Via Rocca 31, Via De Maria 2, Neive, Centro Storico (CN)
[dal comunicato stampa]
“È difficile
immaginare quel che non si vede,
il
vuoto, il tempo, l’amore,
che
forma hanno?
La
scultura è un modo per toccare l’invisibile,
percepire
la possibilità dell’infinito.”
Daniela
Madeleine Guggisberg e Daniele Aletti sono una coppia di artisti
scultori che dal 1994 hanno scelto di trasferirsi tra le silenziose
colline dell’Alta Langa, nel paese di Sale San Giovanni. Qui hanno
trovato il luogo ideale per dar vita alla loro casa-atelier, scavata
nel tufo vicino alle grandi distese di lavanda, completamente a
contatto con la natura. Il loro lavoro è strettamente coinvolto
dalla loro vita, improntata sulla famiglia, sulla cura della natura,
sulla pratica dello yoga e la meditazione.
La
pratica del Vuoto, tramite l’esercizio della meditazione, diventa
componente fondamentale della loro opera. - Il
vuoto
è essenziale per la definizione della materia
- dice Aletti - Il
vuoto è anche l’unica cosa assoluta nella vita, tutto il resto
credo sia relativo. Il vuoto è l’origine, svuotare la propria
mente porta a non mettere continuamente i propri pensieri al centro
dell’attenzione,
e questo è essenziale per uno scultore di marmo e di pietre. È un
lavoro che si basa sul togliere, quindi sul generare vuoto.-
Le
loro sculture hanno origine da una continua indagine sulla sintesi
dei volumi, la ricerca dell’essenzialità e dell’energia
interiore della materia. La
loro sensibilità permette di tradurre il sentimento in
tridimensione: superfici levigate, purezza delle forme, irreali
tenerezze dei materiali.
In
questa mostra si presenta una selezione di opere create da pietre di
variegata origine. Sfilano i neri di Ormea, i marmi Rosa del
Portogallo, la pietra Onice di Toirano e i Portoro firmati
Guggisberg; i neri Marquinia, Marmi di Palissandro, e i diversi legni
di pioppo o di castagno firmati Aletti.
Il
lento materializzarsi della forma nello spazio viene messo in luce
soprattutto nelle opere di Daniela M. Guggisberg, lasciare l’identità
e la traccia della pietra originaria permette di evidenziare come il
lavoro dello scultore sia necessario per esternarne la bellezza e
l’energia interiore. La pietra è materia di cui è fatta la terra
-anch’essa una pietra nel vuoto- la cui età può variare da 20
milioni ai 200 milioni di anni. Viene estratta da enormi giacimenti,
trasportata sotto forma di grandi blocchi, tagliata in pezzature
minori ed infine scolpita: ciò che resta è il risultato del vuoto
generato.
Emblematica
è l’opera Vongola, una scultura in cui risaltano i tre stadi della
scultura: la naturalità della pietra, una prima lavorazione, e la
levigatura accurata. Questa pietra, Portoro, dalle mille venature
rossastre su corpo nero, sprigiona la sua più intima e naturale
bellezza grazie alla mano Guggisberg.
L’ispirazione
tratta dai soggetti della natura è fonte di riflessione interiore,
così come le opere Ondulate, che richiamano la naturalezza del
ricorrersi delle onde del mare, un collegamento alla ricorrenza degli
alti e i bassi che fanno parte della vita di ognuno di noi, ma che è
caratterizzata dal tornare e riassumere sempre una linea di
equilibrio. Come infatti suggerisce Guggisberg “Queste
sono vibrazioni che non alterano la nostra essenza, siamo solo noi
che tendiamo ad identificarci con la superficie.”
La
rivisitazione di questo pensiero, viene evoluto nella serie delle
Barche di Aletti, esposte nella sede Storica della galleria. Da qui
scaturiscono dialoghi tra spazio e tempo, lunghezza e cavità, tra
forma e pesantezza, tra l’elemento dell’aria e dell’acqua:
tutti percorsi di mediazioni, una flotta di barche in partenza per un
viaggio. In
mostra viene esposta anche la più giovane componente relazionale con
la bidimensione di Aletti, che ha dato vita alla serie dei Micro
macro, acrilici su carta, su cui fluttuano, come indirizzati da un
vento, una moltitudine di micro particelle, insieme di petali, semi,
branchi di pesci in transito su fondi monocromi, che introducono alla
creazione dinamica degli eventi, delle cose materiali ed immateriali.
Nella
GART Storica sono esposti anche gli ultimi lavori prodotti
Guggisberg, una serie di opere che si susseguono evolvendosi in forma
ed altezza, tutte legate però da due componenti sempre presenti, il
vuoto, rappresentato da una cavità, e la pietra di origine.
“Distanziati”
è infatti il titolo di questo lavoro nato nel periodo
post-pandemico. “State
insieme ma distanziati”
ci dicevano, così Daniela ha frazionato da un unico blocco di pietra
di Onice di Toirano, 5 blocchi più piccoli che stanno sì
distanziati, ma solo insieme mantengono un filo conduttore, l’idea
di unione e di origine. Il numero 5 inoltre è un chiaro riferimento
ai 5 principi del taoismo: Armonia, Unità, Mutamento, Spontaneità,
Non-interferenza.
Daniela
Madelein Guggisberg è una scultrice svizzera nata a Zurigo nel 1963,
Daniele Aletti è uno scultore italiano nato a Olten, nel 1962.
*Giorni di apertura: giovedì, venerdì, sabato, domenica, lunedì
Orari di apertura: 10-12 /14-18
+39 3805174332 Annalisa Ghella
+39 3473877343 Francesca Carbone
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