mercoledì 12 ottobre 2016

Corinna Gosmaro: Uahed! Uahed!


L’IGAV – Istituto Garuzzo per le Arti Visive inaugura
alla Castiglia di Saluzzo la PROJECT ROOM
un contributo per lo sviluppo dell’arte giovane nel territorio

Corinna Gosmaro 

“Uahed! Uahed!” 


15 ottobre 2016 - 6 gennaio 2017 
Inaugurazione sabato 15 ottobre 2016, ore 11 
In occasione della Giornata del Contemporaneo AMACI


IGAV – Istituto Garuzzo per le Arti Visive  

Piazza Castello 1 - Saluzzo (Cuneo)







Corinna Gosmaro. Uahed! Uahed!

di Alessandro Demma 


Il colore è il movente essenziale nelle opere di Corinna Gosmaro, la superficie progettuale e processuale di un pensiero che si fa forma e sostanza. Riflessione teorica e creazione visiva s’intrecciano in uno spazio che non è rappresentazione della realtà, non si separa dalla vita ma è esso stesso realtà, spazio totale di riflessioni e di tracce dell’esistenza, un “universo policromatico” da esplorare. L’artista lavora sul significato fondamentale della stratificazione della materia e della memoria, sulla sovrapposizione del tempo e dello spazio nella “produzione” dell’opera. Nella sua più recente produzione i filtri di poliestere diventano supporto e al contempo materia essenziale dell’opera, superfici che si accumulano per “costruire” la storia dell’opera.  Uahed! Uahed! è un suono, un ricordo puro che, come una cantilena, fa il giro intorno ad un orecchio infantile, scatenando un viaggio che ripercorre all’indietro nel tempo, un inventario di effetti ottici e di momenti appartenenti alla memoria e che, infine, approda in uno squarcio paesaggistico, una ”immagine di prima mente”, che il poeta Giuseppe Ungaretti ha della sua infanzia: il deserto di Alessandria D’Egitto, dove il tempo e l’infinito sono scanditi dalle voci dei guardiani notturni ai margini del deserto che gridavano Uahed! Uahed!. La “proiezione poetica” nel deserto di Ungaretti diventa scena per un grande Baggages, scultura in filtro di poliestere, che nasce proprio da queste riflessione sui concetti di conoscenza e di memoria. 
Come un ospite inatteso, l’essere umano non può sottrarsi dal portare con sé un vero e proprio bagaglio costituito da un insieme di cose, fisiche e mentali, da modi di pensare e, soprattutto, da un patrimonio culturale che risulta spesso essere invasivo quanto necessario. 
In questo “scenario mentale” l’inconsistenza e la leggerezza della sabbia trasformano continuamente il paesaggio, mescolando le esperienze e producendo nuovi significati, facendo emergere “carcasse” e offuscando ricordi ed emozioni.
 Un “bagaglio” in continuo mutamento, sempre ancorato a chi lo genera, che si sposta in uno scenario infinito dove la solitudine di ogni esistenza diventa immaginazione, percezione, libertà di intendere, tracce d’esistenza. 


Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.