STEFANO ALLISIARDI / MARCO TALLONE
Destinazioni e Destini
a cura di Silvana Peira e Serena Fumero
2-30 settembre 2017inaugurazione sabato 2 settembre 2017 ore 18.30
Il Fondaco
via Cuneo 18, Bra (Cuneo)
La
mostra resterà aperta dal 2 al 30
settembre 2017 con il seguente orario: mercoledì, giovedì, venerdì,
sabato dalle 16,00 alle 19,00 e su appuntamento telefonando ai
numeri 339 788 9565 / 333 713 6546.
Nel
corso e nella sede della mostra è previsto il giorno 16 settembre
alle ore 21 l’evento:
“Destinazioni
e Destini a sei corde”
Notte
di tanghi e milonghe, brani klezmer popolari e ragtime: diverse
provenienze geografiche e culturali per ensemble di chitarre
La rassegna grandArte
2016/2107 prevede la vendita delle opere in mostra per contribuire al
progetto sociale delle Case del Cuore sostenuto dalla associazione
Amici delle Case del Cuore.
Dal
testo critico di presentazione della mostra di Serena Fumero
IL
senso che anima la mostra è espresso dalle due parole del titolo,
Destinazioni e Destini, i due lati della rappresentazione
complementare che Tallone e Allisiardi danno dell’essere umano e
del mondo cui è destinato. Il significato profondo delle loro opere
contiene in sé un rimando, immediato, ai margini del vissuto e a chi
li abita.
Per
Marco Tallone i luoghi sono isole in cui approdare: il progresso è
un’isola per chi abita il degrado; l’Europa è un’isola per i
migranti.
Ferrovie
da cui si intravedono strade e sobborghi, paesaggi urbani che
ramificano sempre al di là di qualche binario, realtà collegate al
centro della civiltà da un ponte, altissimo, o da un sottopasso
nascosto, passaggi che invece di unire sottolineano ancora più a
fondo il distacco, l’Impossibilità di comunicare.
Nelle
cave di pietra e ghiaia rivedo quelle raccontate da Sorrentino o da
Fruttero e Lucentini. La Torre senza fine si disgrega e lotta
con lo spazio che la definisce, e su essa sembra che chi osi venga
punito, come in quella dei tarocchi o nella sua più celebre versione
biblica.
L’umanità
invece è un elemento infestante nell’immaginario visivo di Marco.
Le
persone nei suoi lavori sono insetti brulicanti sotto un sasso appena
rivoltato, esseri umani espressi con tratti schematici, che ricordano
i nostri disegni da bambini e che prendono vita in in uno scenario
che anziché nutrirli, li prosciuga. Simili a microrganismi che senza
luce, ossigeno e acqua hanno imparato ad adattarsi all’ambiente
circostante.
La
tecnica dell’acquaforte, con l’acido nitrico a corrodere la
lastra, è il mezzo ideale per esprimere un mondo dove ogni cosa
lotta per prendere ciò che può, o meglio, ciò che riesce. Anche a
discapito degli altri.
Nelle
destinazioni di Tallone, indipendenti dalle finalità umane, già si
intravedono i destini degli uomini che Allisiardi dipinge.
L’obiettivo di Stefano si sposta sul particolare, sul dettaglio
dell’individuo e sul suo mondo interiore. Il viaggio prosegue.
Stefano
Allisiardi isola col suo sguardo l’inafferrabile che abita le
persone, e procede a fissarlo in maniera indelebile usando
l’inchiostro. I soggetti di Stefano sono. In senso assoluto.
Sono
esseri, quelli che ritrae, che compongono un campionario
ancestrale di umanità.
Stefano
sottolinea la dignità solenne che costituisce il nucleo intimo e
profondo dei suoi soggetti, persone che appartengono a realtà
diverse ma che sembrano condividere il medesimo destino.
Lo
stile, il bianco nero, rimanda immediatamente a vecchi ritratti, a
ricordi e radici di famiglia, di buone famiglie. L’ovale conferisce
memoria, incornicia di storia gli individui.
La
numerazione casuale con cui l’artista li ha ordinati simboleggia la
moltitudine di destinazioni possibili per il percorso umano, destini
appunto. Lui stesso dice: “In questo senso i ritratti si pongono
nella sfera dell'anonimato e rimandano ad archetipi umani piuttosto
che a effettivi dati biografici”.
Ecco,
siamo di fronte ad un trattato di esemplari, ad una galleria di tipi
umani che affiorano in parte dal melting pot del mondo reale così
come dalla memoria privata dell’artista. Stefano sembra capace di
estrarre l’essenza delle persone, e ci consegna (destina?)
un’enciclopedia di storie e di volti.
Alcune
strade portano più ad un destino che a una destinazione. (Jules
Verne)
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