Roma è anche protagonista delle due opere in mostra del piacentino Giovanni Paolo Pannini (1691-1765), tra i maggiori interpreti del capriccio architettonico, in cui architetture esistenti e fittizie si fondono in vedute “ideate”. Un dipinto come Capriccio con la statua equestre di Marco Aurelio
(1745) rivela la raffinata padronanza prospettica di Pannini e la sua
abilità nel combinare elementi reali e immaginari in un equilibrio
scenografico. Un altro esempio significativo è l’opera Ruderi con terme (1730
ca), in cui le rovine di antiche terme si integrano con un paesaggio
idealizzato, comunicando un senso di nostalgia per il mondo classico.
Il percorso attraverso i capolavori delle Gallerie Nazionali di Arte Antica prosegue con le vedute veneziane di Giovanni Antonio Canaletto,
che della sua città d’origine ha saputo cogliere l’essenza grazie
all’uso magistrale della luce e dei colori. I quattro dipinti in mostra
che portano la sua firma, tra cui Veduta di Venezia con piazza San Marco e le Procuratie (1735-40) e Veduta di Venezia con la piazzetta (1741
ca), rivelano la sua maniera di rappresentare le città, come scenari
dinamici che riflettono la bellezza e la complessità della vita urbana,
ampliando le possibilità formali del vedutismo settecentesco. Canaletto
restituisce un’immagine di Venezia carica di dettagli e caratterizzata
da una grande nitidezza descrittiva, unita a una forte sensibilità
luminosa e atmosferica.
A chiudere la mostra è l’opera di Bernardo Bellotto,
allievo e nipote di Canaletto di cui ha raccolto l’eredità
continuandone la tradizione e estendendola oltre i confini della
penisola italiana. Le sue vedute, ritratti realistici dei centri urbani
che scopre durante i suoi soggiorni, si differenziano da quelle dei suoi
predecessori e contemporanei per l’uso di una tavolozza più fredda e di
un chiaroscuro severo e malinconico. È soprattutto durante i suoi
viaggi tra Italia, Germania e Polonia che Bellotto sviluppa uno stile
personale e distintivo, come dimostra La Piazza del Mercato della Città Nuova di Dresda (1747
ca), capolavoro della sua maturità che offre un’immagine delle città
europee non solo come teatri di bellezza ma anche come spazi vivi e
complessi.

La mostra
Canaletto, Van Wittel, Bellotto. Il Gran Teatro delle città. Capolavori dalle Gallerie Nazionali di Arte Antica
racconta la grande trasformazione artistica che pone lo scenario urbano
al livello di un palcoscenico all’aperto, risolvendosi in vere e
proprie scenografie dove realtà e immaginazione si fondono in maniera
spettacolare e dove lo sguardo fotografico dialoga sempre con il
coinvolgimento poetico. Le dodici opere esposte evocano la vivacità
culturale dell’epoca, attraversata da nuove sperimentazioni scientifiche
e da rivoluzioni artistiche, che coinvolgono la pittura, il teatro e la
musica.
Nell’ambito della mostra sono diverse le attività per
il pubblico volte a favorirne l’accessibilità, dall’ingresso gratuito
alle visite guidate tutti i weekend e alle audioguide per le visite in
autonomia con percorso studiato sia per adulti (italiano e inglese) sia
per bambini (italiano). Nel periodo di apertura della mostra sono
inoltre previsti laboratori e workshop per le scuole, da quelle primarie
a quelle superiori.
Il progetto di allestimento, ideato
appositamente per lo spazio della ex chiesa di San Francesco, riutilizza
e adatta le strutture create per le precedenti mostre, con l’obiettivo
di abbattere l’impatto ambientale degli eventi espositivi promossi nel
corso degli anni: un esempio di sostenibilità ambientale, a cui si
affianca la scelta di utilizzare cuffie che non siano usa e getta per le
visite guidate.
Accompagna la mostra
il catalogo edito da MondoMostre
che affianca i contributi critici di Paola Nicita e Yuri Primarosa alle
vedute dell’esposizione che prende forma negli spazi suggestivi del
Complesso Monumentale di San Francesco a Cuneo. Durante tutto il periodo
di apertura è previsto un ricco programma di eventi collaterali,
laboratori didattici e visite guidate per il pubblico e per le scuole a
cura di Felìz Comunicazione.
Per la realizzazione del catalogo sono stati coinvolti
i giovani studiosi che hanno svolto l’esperienza di ricerca “Museo Laboratorio”
delle Gallerie Nazionali di Arte Antica. Il progetto, diretto da Paola
Nicita, offre uno spazio di ricerca e didattica che permette agli
studenti di approfondire temi legati alla conservazione e alla storia
delle opere d'arte come parte della propria formazione alla Scuola di
Specializzazione in Beni Storico-Artistici dell’Università La Sapienza
di Roma, nell’ambito della convenzione attiva con le Gallerie Nazionali
di Arte Antica.
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.