EROS, personale di Romina Mandrile a cura di Alessandro Abrate.
"La mia poetica riguarda il corpo umano nei suoi elementi costitutivi, essenziali, raccontato attraverso la ricerca di riduzione geometrica, di semplificazione formale, di frammentazione reiterata, che giunge ad esiti minimalisti. Mi affascina la ricerca dell’elemento simbolico, impresso nella memoria collettiva, e dunque l’arte che ha privilegiato il ricorso al codice, al simbolo: arte primitiva, romanica e medievale, e più vicino a noi, Pop Art, Minimalismo, Street Art. Amo i segni esoterici, gli alfabeti, le decorazioni geometriche, i mosaici, la calligrafia delle lingue orientali. Ricerco l’unione tra l’elemento figurativo del corpo e la decorazione aniconica del mondo islamico, rendendo ambiguo il rapporto figura-sfondo.
In passato ho imparato l’arte delle icone ortodosse, e anche le immagini sacre mi affascinano, tanto che sto lavorando anche a una serie di figure femminili di Sante martiri, sempre indagate a partire dal corpo velato o svelato, dalla scansione delle superfici attraverso pattern geometrici e colori brillanti. Il corpo è reso parziale o stilizzato, isolando alcuni elementi come il seno, l’ombelico, gli organi sessuali, in una metonimia volta a creare serie ripetute, traslate, ruotate, sovrapposte, ingrandite, dello stesso frammento. Sintesi, struttura e colori brillanti provengono dall’amore per gli artisti delle avanguardie, come Matisse, Arp, Mondrian, Depero, ma anche Boetti e Capogrossi.”
Romina Mandrile
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