venerdì 9 maggio 2025

Riccardo Balestra : Colorate essenze

gioco armonico fra tratti e colori

16 maggio - 2 giugno 2025
Inaugurazione venerdì 16 Maggio, ore 17,00 - presenta Agata Comandè, Presidente Associazione Brarte
Orari di apertura: Ven. e Sab.: 15,30 / 19,30 - Dom.:10/13 - 15/19 Lunedì 2 Giugno (Ultimo giorno): 15,30 / 19,30 - Ingresso Libero - Info: 3208290816 - riccardo.balestra@alice.it

Con la compartecipazione del Comune di Fossano

Ex Chiesa del Salice Vecchio 

piazza Bima - Fossano (Cuneo)




 
Le opere di Riccardo Balestra appaiono, fin da subito, un mondo da scoprire. Al primo sguardo, i tratti, le composizioni e i soggetti “particolari” non saziano l’osservatore perché rimandano a un sospeso che spinge verso l’approfondimento e l’individuazione del messaggio. Il Nostro è un pittore, soprattutto figurativo, che ripropone più e più volte lo stesso motivo: la figura femminile. Con le dovute differenze, per periodo, stile e tecnica, sembra essere presente lo stesso spirito di ammirazione che Paul Cézanne nutriva verso la montagna Sainte-Victoire vista come fonte inesauribile di ispirazione. Con uguale costanza Balestra dipinge le donne, cercando di scavare, tramite i loro primissimi piani, nell’anima nascosta di ciascuna di essa. È, infatti, questo tentativo che porta l’arte dell’Artista a non essere esaustiva solo alla prima visione ma spinge a cercare dell’altro. Tutto ciò ci fa dedurre che Riccardo Balestra non è solo un attento osservatore dei cambiamenti sociali ma è anche un attento indagatore dell’animo umano. Conosce bene, quindi, anche solo per intuito, ciò che si cela in un femminile tormentato da millenni di “controllo” da parte di una società patriarcale che ha sempre deciso a priori come dev’essere e cosa dev’essere la donna. Nei suoi dipinti il femminile appare in tutte le sue contraddizioni di questo periodo storico: ingenuità e seduzione, libertà e prigionia, vittimismo e autodeterminazione. L’artista osserva le sue modelle, le vede per strada, sulle riviste, al cinema, nei fumetti e ne coglie i diversi profili e le varie tendenze: sa riconoscere le molteplici maschere del femminile e quegli aspetti sepolti nelle profondità che proietta sulle sue tele, delineandone i contorni con un tratto definito, se pur semplificato, da dove emerge il vigore di un viso spesso perfetto, ideale, artefatto, illusorio, idealizzato, che, in ogni caso, nasconde l’umana debolezza e fragilità. La sua ricerca artistica non è fine a se stessa ma è soprattutto una ricerca olistica dove l’esteriorità e l’interiorità si fondono in unico tratto. Tratto che si ispira ad un arte “popolare” ma che non rappresenta in pieno lo scopo per cui è nata a metà del secolo scorso. È un “popolare”, per così dire, nuovo, in quanto il soggetto non è “muto” e visto come semplice rappresentazione dell’interesse di massa – dalle scatolette alle icone del cinema- ma è un “popolare” che ricerca il profondo e che trova come soggetto condiviso dalla massa la cultura dell’immagine e quella dell’apparenza. Infatti, Balestra, che, come detto, è un attento lettore dei cambiamenti sociali, non poteva rimanere indifferente alle tendenze figurative del nostro tempo, al culto ossessivo del corpo e dell’immagine, all’idealizzazione della bellezza e all’impoverimento della mente e del sapere. L’artista non è indifferente alla bellezza esteriore- le sue donne lo dimostrano ma non si accontenta solo di quella. E, tramite la tecnica dello zoom, ne scruta i mondi profondi e intimi del femminile avvinandosi, soprattutto, agli occhi per cogliere quella luce che arriva dalle profondità. Ogni raffigurazione, quindi, sia essa una donna, una bimba o una bambola, è sempre un’occasione per esternare una comunicazione silenziosa fatta di espressioni e di pensieri intuiti. Gli occhi, dal taglio perfetto e spesso irreale, fungono per il Nostro come via d’accesso e di contemplazione di una realtà che, pur rappresentata con un dosaggio di colori e volumi equilibrati, trasuda mistero, turbamento, contraddizione e conflitto tra interiorità e apparenza. Balestra, dicevo, si accosta all’arte “popolare” in modo nuovo non solo per il soggetto scelto, ma anche per la composizione, le inquadrature delle immagini, la dinamicità del colore, che costruiscono una visione e una interpretazione del tutto personale. Questo dà merito all’artista che, pur interessato alla corrente pittorica di Andy Warhol, non si limita ad una scontata emulazione, ma ne rivisita la filosofia di fondo per integrarla in un contesto sociale diverso usando un proprio nuovo linguaggio e dei propri nuovi soggetti. E’ questo è il messaggio dell’artista: cambiare paradigma per potersi approcciare a un vero tentativo di rispetto, di sana interazione e di equilibrio tra l’umanità dell’uomo e quella della natura. La mancanza di persone nei paesaggi vuol essere una sorta di denuncia della solitudine immensa in cui si perde la natura, una solitudine che lascia traccia. Per concludere, nelle opere di Riccardo Balestra si evidenzia, nonostante un’apparente visione ingenua e idealista delle problematiche, una sua strada che dimostra come sia stato capace di sviluppare uno stile e un messaggio personale, rimanendo sempre attento agli argomenti di natura culturale e sociale ai quali si approccia con la giusta cautela al fine di rendere il suo messaggio chiaro e di facile lettura. 

Dott.ssa Agata Comandè









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