gioco armonico fra tratti e colori
16 maggio - 2 giugno 2025
Inaugurazione venerdì 16 Maggio, ore 17,00 - presenta Agata Comandè, Presidente Associazione Brarte
Orari di apertura: Ven. e Sab.: 15,30 / 19,30 - Dom.:10/13 - 15/19 Lunedì 2 Giugno (Ultimo giorno): 15,30 / 19,30 - Ingresso Libero - Info: 3208290816 - riccardo.balestra@alice.it
Con la compartecipazione del Comune di Fossano
Ex Chiesa del Salice Vecchio
piazza Bima - Fossano (Cuneo)
Le opere di Riccardo Balestra appaiono, fin da subito, un mondo da
scoprire.
Al primo sguardo, i tratti, le composizioni e i soggetti “particolari”
non saziano l’osservatore perché rimandano a un sospeso che spinge verso
l’approfondimento e l’individuazione del messaggio. Il Nostro è un
pittore, soprattutto figurativo, che ripropone più e più volte lo stesso
motivo: la figura femminile. Con le dovute differenze, per periodo,
stile e tecnica, sembra essere presente lo stesso spirito di ammirazione
che Paul Cézanne nutriva verso la montagna Sainte-Victoire vista come
fonte inesauribile di ispirazione. Con uguale costanza Balestra dipinge
le donne, cercando di scavare, tramite i loro primissimi piani,
nell’anima nascosta di ciascuna di essa. È, infatti, questo tentativo
che porta l’arte dell’Artista a non essere esaustiva solo alla prima
visione ma spinge a cercare dell’altro. Tutto ciò ci fa dedurre che
Riccardo Balestra non è solo un attento osservatore dei cambiamenti
sociali ma è anche un attento indagatore dell’animo umano. Conosce bene,
quindi, anche solo per intuito, ciò che si cela in un femminile
tormentato da millenni di “controllo” da parte di una società
patriarcale che ha sempre deciso a priori come dev’essere e cosa
dev’essere la donna. Nei suoi dipinti il femminile appare in tutte le
sue contraddizioni di questo periodo storico: ingenuità e seduzione,
libertà e prigionia, vittimismo e autodeterminazione. L’artista osserva
le sue modelle, le vede per strada, sulle riviste, al cinema, nei
fumetti e ne coglie i diversi profili e le varie tendenze: sa
riconoscere le molteplici maschere del femminile e quegli aspetti
sepolti nelle profondità che proietta sulle sue tele, delineandone i
contorni con un tratto definito, se pur semplificato, da dove emerge il
vigore di un viso spesso perfetto, ideale, artefatto, illusorio,
idealizzato, che, in ogni caso, nasconde l’umana debolezza e fragilità.
La sua ricerca artistica non è fine a se stessa ma è soprattutto una
ricerca olistica dove l’esteriorità e l’interiorità si fondono in unico
tratto. Tratto che si ispira ad un arte “popolare” ma che non
rappresenta in pieno lo scopo per cui è nata a metà del secolo scorso. È
un “popolare”, per così dire, nuovo, in quanto il soggetto non è “muto”
e visto come semplice rappresentazione dell’interesse di massa – dalle
scatolette alle icone del cinema- ma è un “popolare” che ricerca il
profondo e che trova come soggetto condiviso dalla massa la cultura
dell’immagine e quella dell’apparenza. Infatti, Balestra, che, come
detto, è un attento lettore dei cambiamenti sociali, non poteva rimanere
indifferente alle tendenze figurative del nostro tempo, al culto
ossessivo del corpo e dell’immagine, all’idealizzazione della bellezza e
all’impoverimento della mente e del sapere.
L’artista non è indifferente alla bellezza esteriore- le sue donne lo
dimostrano ma non si accontenta solo di quella. E, tramite la tecnica
dello zoom, ne scruta i mondi profondi e intimi del femminile
avvinandosi, soprattutto, agli occhi per cogliere quella luce che arriva
dalle profondità. Ogni raffigurazione, quindi, sia essa una donna, una
bimba o una bambola, è sempre un’occasione per esternare una
comunicazione silenziosa fatta di espressioni e di pensieri intuiti. Gli
occhi, dal taglio perfetto e spesso irreale, fungono per il Nostro come
via d’accesso e di contemplazione di una realtà che, pur rappresentata
con un dosaggio di colori e volumi equilibrati, trasuda mistero,
turbamento, contraddizione e conflitto tra interiorità e apparenza.
Balestra, dicevo, si accosta all’arte “popolare” in modo nuovo non solo
per il soggetto scelto, ma anche per la composizione, le inquadrature
delle immagini, la dinamicità del colore, che costruiscono una visione e
una interpretazione del tutto personale. Questo dà merito all’artista
che, pur interessato alla corrente pittorica di Andy Warhol, non si
limita ad una scontata emulazione, ma ne rivisita la filosofia di fondo
per integrarla in un contesto sociale diverso usando un proprio nuovo
linguaggio e dei propri nuovi soggetti.
E’ questo è il messaggio dell’artista: cambiare paradigma per potersi
approcciare a un vero tentativo di rispetto, di sana interazione e di
equilibrio tra l’umanità dell’uomo e quella della natura. La mancanza di
persone nei paesaggi vuol essere una sorta di denuncia della solitudine
immensa in cui si perde la natura, una solitudine che lascia traccia.
Per concludere, nelle opere di Riccardo Balestra si evidenzia,
nonostante un’apparente visione ingenua e idealista delle problematiche,
una sua strada che dimostra come sia stato capace di sviluppare uno
stile e un messaggio personale, rimanendo sempre attento agli argomenti
di natura culturale e sociale ai quali si approccia con la giusta
cautela al fine di rendere il suo messaggio chiaro e di facile lettura.
Dott.ssa Agata Comandè
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