lunedì 14 novembre 2016

Incontro con Garbo a Piozzo



Garbo living 2016/2017



venerdì 18 novembre 2016 
ore 21.30


BIRRERIA BALADIN

Piazza 5 luglio n. 15 - Piozzo (Cuneo)






[dal comunicato stampa]

Per il compleanno della birra pop ci sarà un ospite di eccezione. L'artista Garbo. Alla serata parteciperà anche Teo Musso e tra i brani più significativi di Garbo, ripercorreranno insieme tutto il periodo musicale (e non solo) che ha coinvolto entrambi nei trent'anni delle loro attività! INFO e PRENOTAZIONI : 0173.795431

Un doppio live e una serie di concerti che toccheranno tutta la penisola, isole comprese, sino al termine del 2017. Un tour celebrativo e un disco con cui Garbo festeggia nel modo migliore i primi 35 anni di carriera e, contemporaneamente, dice addio all’attività concertistica. Un traguardo importante per l’artista milanese, figura di primo piano della wave italiana già dal 1981, quando esordisce con il seminale “A Berlino… va bene”, uno dei 100 album italiani migliori di sempre, secondo la rivista Rolling Stone.
Garbo Living 2016, nei negozi e negli store digitali dal 23 settembre, è anche il titolo del nuovo album dal vivo, il primo nella discografia dell’artista. Pubblicato dall'etichetta Discipline, riproduce su disco lo show che Garbo ha presentato al suo pubblico lo scorso anno durante il tour promozionale dell’album “Fine” realizzato insieme allo storico collaboratore Luca Urbani. Diciannove brani complessivi che comprendono gli episodi più rappresentativi della produzione più recente (CD1), insieme ai grandi classici come "A Berlino va bene", "Il Fiume", "Radioclima" e "Vorrei regnare" (CD2).
Il relativo tour, Garbo Living 2016/2017, inizierà ufficialmente con la data zero lunedì' 10 ottobre nella splendida cornice dell' Auditorio della RTSI, la Radio Televisione Svizzera Italiana, a Lugano. Nell’occasione, il tour e il disco saranno presentati a stampa, promoter e organizzatori. Dal concerto, registrato con 4 camere in HD, sarà tratto un DVD che sarà pubblicato nei prossimi mesi.
Accompagnerà Garbo sul palco, in questo lungo tour di addio, una band rodata composta dall’ex Soerba Luca Urbani alle voci, chitarra e sintetizzatori, da Matteo Agnelli alla chitarra elettrica, Andrea Pellegrino al basso e Alessandro Parietti alla batteria. Un’occasione imperdibile, l’ultima, per vedere l’artista milanese passare in rassegna tutti i successi di una brillante e intensa carriera.
Garbo (al secolo Renato Abate) nasce nel 1958, a Milano, e già col finire degli anni settanta volge il suo sguardo verso la musica wave mitteleuropea, dove artisti come Ultravox, Kraftwerk, John Foxx, Roxy Music e Gary Numan stanno dando vita a una scena musicale che diventerà imperante nella prima metà degli anni 80. Il debutto avviene nel 1981 con "A Berlino…Va Bene", un disco innovativo e moderno rispetto a tutto quanto è possibile ascoltare in Italia in quel periodo, chiaramente ispirato al periodo berlinese di David Bowie ed alla scena mitteleuropea, che ottiene subito buoni riscontri di pubblico e critica. Inizia anche la sua esperienza sul palco aprendo i concerti di Franco Battiato, in tour sold out ovunque a supporto del best seller "La Voce del padrone".
L'anno seguente Garbo torna con "Scortati", che si apre a sonorità e testi più maturi e contiene le hit "Vorrei regnare" e "Generazione", fin dal titolo vero e proprio inno generazionale e manifesto della sua musica. Nel 1983 duetta con la splendida voce di Antonella Ruggiero dei Matia Bazar (in quel periodo all’apice del loro successo internazionale) nel singolo "Quanti Anni Hai?". Nel 1984, la prima partecipazione al Festival di Sanremo con il brano "Radioclima", con cui vince il premio della critica. 
Per il suo quarto album Garbo sceglie di cambiare major: dalla Emi passa alla Polygram e pubblica "Il Fiume" (1986) e "Manifesti" (1988), album che conclude la prima fase della sua lunga discografia.

Nel 1989 infatti, per sottrarsi all’ingerenza delle major, firma per l'indipendente Kindergarten, cercando maggiore indipendenza e nuova linfa creativa. Gli effetti positivi del nuovo corso sono già riscontrabili in "1.6.2." (1990), un album di studio registrato in presa diretta senza postproduzione, insieme ad alcuni componenti della band new wave fiorentina dei Neon.
Quello che l’artista milanese insegue è il controllo totale della sua arte, la necessità di curare in autonomia ogni aspetto della musica emancipandosi sempre dalle pressioni e dai diktat delle case discografiche. Per questo, insieme ad alcuni collaboratori, nel 1992 dà vita alla sua personale label, "Discipline", con cui pubblica subito due dischi: l'inedito "Macchine Nei Fiori" e "Cosa Rimane…Rivisitazioni (81-91)", in cui rilegge alcuni suoi brani del passato rivestendoli con nuovi arrangiamenti e sonorità. 
Nel 1997 Garbo pubblica "Up The Line, un'altra tappa fondamentale nel suo percorso di sperimentazione, disco contemporaneo alla nascita del movimento filosofico-letterario del Nevroromanticismo. Un disco quasi del tutto strumentale, ad eccezione di tre brani oltrettutto cantati in inglese, che contiene nel booklet piccoli racconti composti per l'occasione dagli scrittori Isabella Santacroce, Tommaso Labranca, Tiziano Scarpa, Niccolò Ammaniti e Aldo Nove, detti i "Cannibali". 
Dopo quattro anni di pausa Il nuovo millennio si apre con l’album "Blu" del 2002, il primo di una trilogia dei colori, anticipato dal singolo "Un bacio falso" che ha un ottimo riscontro radiofonico e di critica.
Nel settembre 2005 è il turno di "Giallo Elettrico", anticipato dal singolo "Onda Elettrica" al cui video partecipano molti vecchi amici e nuovi collaboratori, tra cui Boosta dei Subsonica con il quale Garbo aveva in precedenza collaborato per il progetto "Iconosclash". L'anno successivo esce, per l’etichetta Photographic, "ConGarbo", una doppia raccolta di cover realizzata in occasione dei 25 anni di carriera, in cui un nutrito numero di artisti tra cui Baustelle, Delta V, Soerba, Krisma, Andy dei Bluvertigo, Meg e Madaski omaggiano colui che è stato un punto di riferimento e ispiratore per la loro carriera musicale.
Il cantautore milanese chiude con Come il vetro del 2008 il cerchio intrapreso con Blu e proseguito con Gialloelettrico. Una trilogia cromatica, dove colori scelti non a caso in qualche modo testimoniano il modus operandi del disco di riferimento. Laddove in Blu dominano le atmosfere crepuscolari, notturne, all’interno di un tessuto musicale comunque pop-rock, Gialloelettrico rappresenta un percorso tipicamente urbano, condito di rumori cittadini della vita di tutti i giorni, per descrivere il quale Garbo sceglie di utilizzare il pop elettronico, genere con cui l’artista ha comunque sempre flirtato nel corso della sua lunga carriera.

Come il vetro vuole invece rappresentare ambiguamente l’assenza di qualsiasi colore, o viceversa la presenza di tutti i colori, a seconda di come si vuole sfruttare l’elemento trasparente. E non a caso parliamo di un disco più cantautorale dei precedenti, un disco che esprime un concetto di trasparenza, intesa dall’artista nel senso di essere più immediato, più semplice e diretto, lasciando da parte le sperimentazioni per arrivare più facilmente all’ascoltatore.
Nel 2008 Garbo ritorna con "La Moda", intesa come metafora dell'omologazione e della conseguente spersonalizzazione dell'individuo, un disco che conferma le atmosfere raffinate e cantautorali che ormai sono un marchio di fabbrica dell'artista milanese, insieme a una maggiore presenza di chitarre effettate e distorte rispetto ai precedenti lavori che viravano maggiormente sul pop elettronico 2.0 del nuovo millennio.
L'ultima produzione in studio di Garbo è l'album "Fine", interamente scritto, prodotto e realizzato a quattro mani insieme al collaboratore Luca Urbani. Un disco ambizioso il cui sound intreccia elettronica vintage e chitarre, con soluzioni armoniche e melodiche che rimandano direttamente ad atmosfere classiche della decade eightees, senza peraltro ridursi a una sterile operazione nostalgica. Colpisce la qualità e ricercatezza degli arrangiamenti, di alto livello, e tra ospiti e collaboratori spiccano i nomi di Alberto Styloo e soprattutto di Mauro Sabbione, il tastierista dei Matia Bazar cui si deve la svolta artistica postmoderna intrapresa dal gruppo nel 1981.





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