Garbo living 2016/2017
venerdì 18 novembre 2016
ore 21.30
BIRRERIA BALADIN
Piazza 5 luglio n. 15 - Piozzo (Cuneo)
[dal comunicato stampa]
Per il compleanno della birra pop ci sarà un ospite di eccezione. L'artista Garbo. Alla serata parteciperà anche Teo Musso e tra i brani più significativi di Garbo, ripercorreranno insieme tutto il periodo musicale (e non solo) che ha coinvolto entrambi nei trent'anni delle loro attività! INFO e PRENOTAZIONI : 0173.795431
Un
doppio live e una serie di concerti che toccheranno tutta la
penisola, isole comprese, sino al termine del 2017. Un tour
celebrativo e un disco con cui Garbo
festeggia
nel modo migliore i primi 35 anni di carriera e, contemporaneamente,
dice addio all’attività concertistica. Un traguardo importante
per l’artista milanese, figura di primo piano della wave italiana
già dal 1981, quando esordisce con il seminale “A Berlino… va
bene”, uno dei 100 album italiani migliori di sempre, secondo la
rivista Rolling Stone.
Garbo
Living 2016, nei negozi e negli store digitali dal 23 settembre, è
anche il titolo del nuovo album dal vivo, il primo nella discografia
dell’artista. Pubblicato dall'etichetta Discipline, riproduce su
disco lo show che Garbo ha presentato al suo pubblico lo scorso anno
durante il tour promozionale dell’album “Fine” realizzato
insieme allo storico collaboratore Luca Urbani. Diciannove brani
complessivi che comprendono gli episodi più rappresentativi della
produzione più recente (CD1), insieme ai grandi classici come "A
Berlino va bene", "Il Fiume", "Radioclima" e
"Vorrei regnare" (CD2).
Il
relativo tour, Garbo Living 2016/2017, inizierà ufficialmente con la
data zero lunedì' 10 ottobre nella splendida cornice dell' Auditorio
della RTSI, la Radio Televisione Svizzera Italiana, a Lugano.
Nell’occasione, il tour e il disco saranno presentati a stampa,
promoter e organizzatori. Dal concerto, registrato con 4 camere in
HD, sarà tratto un DVD che sarà pubblicato nei prossimi mesi.
Accompagnerà
Garbo sul palco, in questo lungo tour di addio, una band rodata
composta dall’ex Soerba Luca Urbani alle voci, chitarra e
sintetizzatori,
da
Matteo Agnelli alla chitarra elettrica, Andrea Pellegrino al basso e
Alessandro Parietti alla batteria.
Un’occasione
imperdibile, l’ultima, per vedere l’artista milanese passare in
rassegna tutti i successi di una brillante e intensa carriera.
Garbo
(al secolo Renato Abate) nasce nel 1958, a Milano, e già col finire
degli anni settanta volge il suo sguardo verso la musica wave
mitteleuropea, dove artisti come Ultravox, Kraftwerk, John Foxx, Roxy
Music e Gary Numan stanno dando vita a una scena musicale che
diventerà imperante nella prima metà degli anni 80. Il debutto
avviene nel 1981 con "A
Berlino…Va Bene",
un disco innovativo e moderno rispetto a tutto quanto è possibile
ascoltare in Italia in quel periodo,
chiaramente
ispirato al periodo berlinese di David Bowie ed alla scena
mitteleuropea, che ottiene subito buoni riscontri di pubblico e
critica. Inizia anche la sua esperienza sul palco aprendo i concerti
di Franco Battiato, in tour sold out ovunque a supporto del best
seller "La Voce del padrone".
L'anno seguente Garbo
torna con "Scortati",
che si apre a sonorità e testi più maturi e contiene le hit "Vorrei
regnare" e "Generazione", fin dal titolo vero e
proprio inno generazionale e manifesto della sua musica. Nel 1983
duetta con la splendida voce di Antonella Ruggiero dei Matia Bazar
(in quel periodo all’apice del loro successo internazionale) nel
singolo "Quanti Anni Hai?". Nel 1984, la prima
partecipazione al Festival di Sanremo con il brano "Radioclima",
con cui vince il premio della critica.
Per il suo quarto album
Garbo sceglie di cambiare major: dalla Emi passa alla Polygram e
pubblica "Il
Fiume" (1986)
e "Manifesti"
(1988),
album che conclude la prima fase della sua lunga discografia.
Nel
1989 infatti, per sottrarsi all’ingerenza delle major, firma per
l'indipendente Kindergarten, cercando maggiore indipendenza e nuova
linfa creativa. Gli effetti positivi del nuovo corso sono già
riscontrabili in "1.6.2."
(1990), un album di studio registrato in presa diretta senza
postproduzione, insieme ad alcuni componenti della band new wave
fiorentina dei Neon.
Quello che l’artista milanese insegue è
il controllo totale della sua arte, la necessità di curare in
autonomia ogni aspetto della musica emancipandosi sempre dalle
pressioni e dai diktat delle case discografiche. Per questo, insieme
ad alcuni collaboratori, nel 1992 dà vita alla sua personale label,
"Discipline", con cui pubblica subito due dischi: l'inedito
"Macchine
Nei Fiori"
e "Cosa
Rimane…Rivisitazioni (81-91)",
in cui rilegge alcuni suoi brani del passato rivestendoli con nuovi
arrangiamenti e sonorità.
Nel 1997 Garbo pubblica "Up
The Line,
un'altra tappa fondamentale nel suo percorso di sperimentazione,
disco contemporaneo alla nascita del movimento filosofico-letterario
del Nevroromanticismo. Un disco quasi del tutto strumentale, ad
eccezione di tre brani oltrettutto cantati in inglese, che contiene
nel booklet piccoli racconti composti per l'occasione dagli scrittori
Isabella Santacroce, Tommaso Labranca, Tiziano Scarpa, Niccolò
Ammaniti e Aldo Nove, detti i "Cannibali".
Dopo
quattro anni di pausa Il nuovo millennio si apre con l’album "Blu"
del 2002, il primo di una trilogia dei colori, anticipato dal singolo
"Un bacio falso" che ha un ottimo riscontro radiofonico e
di critica.
Nel settembre 2005 è il turno di "Giallo
Elettrico",
anticipato dal singolo "Onda Elettrica" al cui video
partecipano molti vecchi amici e nuovi collaboratori, tra cui Boosta
dei Subsonica con il quale Garbo aveva in precedenza collaborato per
il progetto "Iconosclash". L'anno successivo esce, per
l’etichetta Photographic, "ConGarbo", una doppia raccolta
di cover realizzata in occasione dei 25 anni di carriera, in cui un
nutrito numero di artisti tra cui Baustelle, Delta V, Soerba, Krisma,
Andy dei Bluvertigo, Meg e Madaski omaggiano colui che è stato un
punto di riferimento e ispiratore per la loro carriera musicale.
Il
cantautore milanese chiude con Come
il vetro
del 2008 il cerchio intrapreso con Blu e proseguito con
Gialloelettrico. Una trilogia cromatica, dove colori scelti non a
caso in qualche modo testimoniano il modus operandi del disco di
riferimento. Laddove in Blu
dominano le atmosfere crepuscolari, notturne, all’interno di un
tessuto musicale comunque pop-rock, Gialloelettrico
rappresenta un percorso tipicamente urbano, condito di rumori
cittadini della vita di tutti i giorni, per descrivere il quale Garbo
sceglie di utilizzare il pop elettronico, genere con cui l’artista
ha comunque sempre flirtato nel corso della sua lunga carriera.
Come
il vetro
vuole invece rappresentare ambiguamente l’assenza di qualsiasi
colore, o viceversa la presenza di tutti i colori, a seconda di come
si vuole sfruttare l’elemento trasparente. E non a caso parliamo di
un disco più cantautorale dei precedenti,
un disco
che esprime un concetto di trasparenza, intesa dall’artista nel
senso di essere più immediato, più semplice e diretto, lasciando da
parte le sperimentazioni per arrivare più facilmente
all’ascoltatore.
Nel
2008 Garbo ritorna con "La
Moda",
intesa
come metafora dell'omologazione e della conseguente
spersonalizzazione dell'individuo, un disco che conferma le atmosfere
raffinate e cantautorali che ormai sono un marchio di fabbrica
dell'artista milanese, insieme a una maggiore presenza di chitarre
effettate e distorte rispetto ai precedenti lavori che viravano
maggiormente sul pop elettronico 2.0 del nuovo millennio.
L'ultima
produzione in studio di Garbo è l'album "Fine",
interamente scritto, prodotto e realizzato a quattro mani insieme al
collaboratore Luca Urbani. Un disco ambizioso il cui sound intreccia
elettronica vintage e chitarre, con soluzioni armoniche e melodiche
che rimandano direttamente ad atmosfere classiche della decade
eightees, senza peraltro ridursi a una sterile operazione nostalgica.
Colpisce la qualità e ricercatezza degli arrangiamenti, di alto
livello, e tra ospiti e collaboratori spiccano i nomi di Alberto
Styloo e soprattutto di Mauro Sabbione, il tastierista dei Matia
Bazar cui si deve la svolta artistica postmoderna intrapresa dal
gruppo nel 1981.
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