Si è inaugurato sabato 25 marzo la mostra "Il Futuro sui Piatti", che vede esposta nella sala dedicata alla tecnica del transfer print, la collezione di Piero Gondolo della Riva, consistente in ben 95 pezzi originali ispirati all'idea di futuro.
Questa straordinaria raccolta di piatti nasce da una passione che ha inizio nella sua infanzia.
Il
conte Piero Gondolo della Riva, di origine cuneese, è infatti cultore
della vita e delle opere di Jules Verne a partire dall'età di 13 anni.
Adolescente, quindi, inizia a raccogliere libri e oggetti sul celebre
scrittore francese, andando negli anni a costituire un patrimonio unico
nel suo genere, con migliaia di pezzi, che verrà acquistato dalla città
di Amiens nel 2000.
Al Museo della Ceramica di Mondovì, però, non saranno esposti cimeli
generici, bensì 95 pezzi ceramici legati all'idea del futuro
immaginario.
Spiega a questo proposito Gondolo della Riva: "L’inizio
della mia collezione dedicata a questo tema è legata al fatto che, per
molti decenni, mi sono occupato dello scrittore francese Jules Verne,
costituendo una delle più importanti raccolte private esistenti a lui
relative. Essa era formata da prime edizioni, manoscritti, manifesti,
fotografie antiche, documenti d'archivio, cartoline, figurine, giochi
nonché di una rara serie di 12 piatti francesi ispirata al Tour du monde en 80 jours. Nel
1994 venni incaricato dalla casa editrice Hachette di curare la prima
edizione del romanzo avveniristico di Jules Verne intitolato Paris au XXe siècle,
rimasto inedito sino ad allora. Occorreva, perciò, documentarsi su ciò
che tanti altri scrittori avessero immaginato circa il futuro. Ebbe
inizio così una collezione che consta di centinaia di documenti : libri
che descrivono l’avvenire e la conquista dello spazio, innanzi tutto, ma
anche vecchi giornali e riviste, stampe, manifesti, cartoline,
figurine, giochi di società, giocattoli e, ovviamente, piatti".
La collocazione espositiva all'interno del Museo della Ceramica di
questi veri e propri cimeli ceramici è la sala dedicata alla tecnica del
transfer print, proprio quella utilizzata per i "piatti del futuro".
L’invenzione e l’utilizzo del metodo di decorazione della ceramica detto transfer print portò alla produzione di migliaia di piatti, prevalentemente da dessert,
dedicati a un tema specifico ( come la caccia, le elezioni, il servizio
militare e così via). Fra questi temi è presente anche il futuro
immaginario, visioni, cioè, di un fantastico avvenire nel quale si
supponeva dovessero realizzarsi nuove forme di vita. L’interesse per il
tema del futuro si sviluppò soprattutto tra la metà dell’Ottocento e i
primi anni del Novecento nei più svariati campi, dai libri agli articoli
di giornale, dalle cartoline alle figurine, dalle stampe … ai piatti.
Ciò avvenne perché si aveva la sensazione che il passaggio al XX secolo
significasse il passaggio al secolo che avrebbe condotto l’umanità al
fatidico anno 2000. La tecnica doveva trasformare il mondo: automobili,
sottomarini, aeroplani, autobus volanti, nuove macchine da guerra e così
via. Anche la società sarebbe cambiata con il trionfo del femminismo
(donne magistrato, vigile urbano o palombaro e uomini lasciati a casa
ad occuparsi dei bambini e delle cure domestiche).
L'esposizione "Il Futuro sui Piatti" rimarrà aperta fino al 29 maggio.
Per informazioni:
Museo della Ceramica di Mondovì
+39 0174 481519 - 0174 330358
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.