Anche quest'anno il Comune di Rittana avvia le sue proposte culturali per la stagione estiva con un ricco programma di eventi. Una bella mostra dell'artista David Ruff, il progetto Mountagnes 3, terza e ultima edizione della rassegna degli artisti cuneesi del ‘900 curata da Carlo Morra; e un aggiornamento del progetto 20x20 con oltre 100 nuovi lavori.
Il Comune di Rittana inaugura il 12 giugno la propria stagione artistica estiva riproponendo, secondo un filone ormai consolidato, artisti di rilievo internazionale la cui opera è strettamente collegata ai pressanti temi che investono il mondo contemporaneo. Dopo le riflessioni socio-ecologiche di Piero Gilardi (Etica ed estetica della natura, 2019) e la toccante testimonianza sulla tragedia dei migranti di Ugo Nespolo (Alla ricerca di un approdo, 2020), quest’anno si presenta l’opera di David Ruff (New York 1925 - Torino 2007), artista cosmopolita che per tanti anni ha vissuto in Italia.
La sua è una “pittura di colore e luce che crea e comunica bellezza” e dunque può per noi essere un incoraggiamento, uno stimolo a guardare avanti con la fiducia di cui abbiamo tutti estremamente bisogno: un poetico contributo per “ridare colore alla vita”.
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Apertura della mostra: sabato 12 giugno alle ore 16.30.
Orario delle visite: sabato e domenica dalle ore 16.00 alle ore 19.00
o su prenotazione telefonando a 0171 72991 – 335 83 86 669
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David Ruff racconta i cieli, i colori dei campi e il trascorrere delle stagioni sugli alberi. Il muoversi leggero delle foglie, la luce e l’azzurro delle belle giornate. La nostalgia del tempo che passa e il miracolo della vita. La sua visione è astratta, ma parte sempre dalla natura. E alla natura ritorna.
Nei suoi dipinti, lascia allo spettatore totale libertà di guardare e interpretare. Vede, chi ha occhi per vedere. Non c’è imposizione nella sua arte, come non c’è disegno preciso, né linee rette. E’ una pittura di colore e luce che crea e comunica bellezza. Sogno, realtà e memoria si mischiano. Natura, poesia e musica. Tutto è mutevole ed eterno allo stesso tempo.
Non c’è presente nei dipinti di David Ruff, non c’è mai una città, nessuna violenza, né aggressività. Ed è strano perché, nato negli Stati Uniti nel 1925, ha vissuto la sua giovinezza nell’America degli anni ’50, tra New York, San Francisco, e Woodstock. Come se il mondo capitalista d’oltreoceano gli fosse estraneo, si trasferisce in Europa, affascinato dall’arte e dalla cultura e nel 1971 decide di venire a vivere in Piemonte, in campagna. Con una scelta all’avanguardia, più vicina ai nostri giorni, decide di vivere nella natura e di rinunciare a ciò che non è necessario. Le sue priorità diventano la pittura e il bisogno di dipingere. La narrazione e la fantasia. Il bello. Le relazioni con le persone, gli sguardi e i sentimenti. Tra i suoi compagni di viaggio le poesie di Keats, Shakespeare, Rilke, Dylan Thomas e la musica di Dizzy Gillespie, Bill Evans, Coltrane e Bach.
I suoi dipinti, a partire dagli anni ’70, hanno la luce dell’Italia e i colori dell’estate. E’ come chiudere gli occhi abbagliati dal sole e perdersi nell’azzurro, nel giallo, nei toni di arancio e nei verdi. L’impasto del colore è morbido, tanto che a volte l’olio sembra mischiarsi al pastello.
Un maestro americano di origine giapponese, Yasuo Kuniyoshi, è stato suo insegnante di pittura per un breve periodo all’Art Students’ League di Manhattan. Qualcosa è rimasto. David Ruff sa ridurre all’essenza la sua arte ed esprime concetti precisi e limpidi. Niente è superfluo nei suoi dipinti. La sua pittura è intima e pura. Libera e aperta all’infinito.
I suoi quadri sono molto piccoli o molto grandi, non importa. A volte dipinge su un piccolo foglio di carta, altre su una grande tela, ma sempre si ritrova la stessa intensità e la stessa emozione. Quello che conta è la pittura e la narrazione intima dell’artista. (Chiara Massimello)
La pittura di David Ruff ha la capacità di trasmettere un profondo senso di gioia e il desiderio di empatia verso quello che ci circonda. Per questo, si è scelto di esporre una selezione della sua opera proprio questa estate qui a Rittana. Dopo più di un anno di pandemia, dopo un lungo periodo di inquietudine, per molti di sofferenza e dolore, la sua pittura vuole essere un
incoraggiamento, uno stimolo a guardare avanti con la fiducia di cui abbiamo tutti estremamente bisogno, vuole essere un contributo a ridare colore alla vita.
Ma la sua visione di luce e colore, l’intento di rendere la vita un po’ più pulita, più pura, come diceva lui stesso a proposito del proprio lavoro, ci suggerisce una ulteriore riflessione.
L’epidemia che ci ha investito ha colpito simultaneamente tutto il mondo: nessuno può ritenersi immune e tantomeno pensare di isolarsi per considerarsi al sicuro. Quello che ci ha svelato, e ciò a cui ci ha messo di fronte, è che siamo tutti accomunati dallo stesso destino e che il nostro dipende da quello degli altri. I problemi del mondo – dalle crisi ambientali alle emergenze sociali, e per ultima quella sanitaria - che rischiano di travolgerci, non possiamo soltanto relegarli fuori dai confini del nostro cortile ma dobbiamo saperli affrontare tutti insieme con una profonda capacità di immedesimazione degli uni con gli altri. Rendere la vita un po’ più pulita, più pura è dunque un imperativo che deve accomunarci tutti e solo in questo modo, ripensando a quello che diceva David, potremo farcela. (Giacomo Doglio)
Titolo Mostra: La forma del cielo
Luogo: Ex Canonica del Comune di Rittana (CN)
Date: 12 giugno – 3 ottobre 2021
Patrocinio: Regione Piemonte | Provincia di Cuneo
Promotori: Comune di Rittana - Associazioni GrandArte e L’Era Granda
Ideazione e coordinamento: Giacomo Doglio
A cura di: Chiara Massimello e Susan Finnel Ruff
Catalogo: Grafica, Matteo Enrici e Sabina Sordello. Fotografie, Andrea Scarzello
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